A cura di Luca Bindelli, Head of Foreign Exchange Analysis Credit Suisse
La correzione dell’USD sta giungendo al termine? La combinazione di svendite sui mercati obbligazionari, il cui epicentro è l’Europa, e di dati statunitensi più deboli del previsto ha determinato un’ulteriore liquidazione delle posizioni in USD da metà aprile. Ciononostante, di recente, l’USD ha riguadagnato del terreno, dal momento che il mercato è diventato più fiducioso in relazione a un rafforzamento nel corso dell’anno dei dati provenienti dagli USA, finora deboli. Ciò sottolinea la centralità che continua ad avere il tema della crescita dei tassi negli USA e il sostegno associato per il biglietto verde. Il nostro scenario di base prevede ancora una probabile riaccelerazione delle attività negli USA dopo un 1Q insolitamente debole.
Di conseguenza restiamo convinti che l’USD dovrebbe continuare ad apprezzarsi. Inoltre, il biglietto verde si è consolidato su livelli più bassi, in linea con una flessione della volatilità sui mercati, da ricondursi in parte alle minori aspettative di una divergenza della politica sospinta dai dati. In questo quadro, la nostra previsione di una nuova divergenza della politica potrebbe comportare una situazione positiva per l’USD in termini di volatilità, forse finché la Fed non rialzerà effettivamente i tassi. La Banca centrale europea manterrà il suo attuale programma di allentamento nel 2016 inoltrato, e ciò consentirà ai rendimenti in EUR di restare ben al di sotto di quelli negli USA. I deflussi di capitale correlati dall’EUR in asset denominati in valuta estera con un rendimento maggiore manterranno con ogni probabilità una forte pressione al ribasso a danno dell’EUR.
Analogamente, il CHF dovrebbe deprezzarsi nei confronti dell’USD, poiché resta presente una divergenza della politica ed essa probabilmente si amplierà a fronte della normalizzazione della politica della Fed. Ciononostante restiamo neutrali sul cambio EUR/CHF. La GBP ha continuato a godere di un buon sostegno dopo la sorprendente vittoria elettorale del partito conservatore e la conseguente flessione dell’incertezza. Per via del leggero vantaggio sul piano del carry, preferiamo ancora esprimere una solidità della GBP rispetto a EUR e CHF, restando però neutrali sul cambio GBP/USD. Manteniamo le nostre prospettive neutrali sul cambio USD/JPY, soprattutto per via della consistente sottovalutazione del JPY.
Prudenti sui ME vs. l’USD, migliori opportunità vs. EUR e CHF Sebbene la recente flessione della volatilità abbia aiutato le valute dei mercati emergenti (ME) a trovare un minimo, manteniamo in generale le nostre prospettive prudenti per i ME rispetto all’USD. Continuiamo a ritenere che, a fronte dell’incremento delle previsioni per i tassi statunitensi, le valute dei paesi con necessità di finanziamento esterne e più esposte al debito in USD dovrebbero essere le più sensibili. Pertanto ZAR e BRL dovrebbero essere evitati.
Sui ME preferiamo detenere CNY, MXN, e, in una certa misura, INR. I paesi dove circolano queste valute fanno affidamento in misura minore ai finanziamenti esterni, evidenziano livelli più bassi di indebitamento, e presentano migliori prospettive di riforme, il che fornisce un sostegno alla crescita. Inoltre, le suddette valute offrono interessanti opportunità d’investimento rispetto a EUR e CHF, per via delle nostre prospettive negative per entrambe le valute. Inoltre, le divise in questione presentano anche un maggiore vantaggio sul piano dei rendimenti rispetto a EUR e CHF.