Bevers (Petercam): “La ripresa globale continuerà”

A cura di Hans Bevers, Senior Economist di Petercam
A circa sette anni di distanza, l’economia mondiale sta ancora facendo i conti con i lasciti della crisi scoppiata nel 2008-2009. I recenti dubbi circa la forza della ripresa statunitense, le preoccupazioni riguardo un “atterraggio brusco” in Cina e le difficili negoziazioni tra la Grecia e le istituzioni creditrici, hanno messo in discussione ancora una volta la ripresa economica globale. Mentre riteniamo che i rischi siano reali, un eccessivo pessimismo circa lo stato dell’economia globale non è giustificato al momento.
Nella maggior parte del mondo sviluppato l’attività economica in seguito alla Grande Recessione del 2008-2009 è stata debole. Nonostante i tassi d’interesse ai minimi, la crescita economica è stata troppo lenta perché potesse risolvere rapidamente i problemi del mercato del lavoro. Gli Stati Uniti, al momento, hanno registrato i progressi maggiori su questo fronte, mentre nell’Eurozona la situazione è ancora molto indietro. Inoltre, anche se il recente miglioramento della fiducia dovesse tradursi in un’accelerazione della crescita occupazionale, la disoccupazione nell’Europa meridionale sembra destinata a rimanere per anni a livelli simili a quelli toccati durante la recessione. I Mercati Emergenti guidati dalla Cina, d’altro canto, hanno recuperato in maniera eccezionale dalla crisi del 2008-2009, ma ora sono chiaramente in una fase di crescita inferiore.
Più di recente, diversi fattori tra cui i dati sulla crescita negli USA molto deboli nel primo trimestre, le problematiche relative alla Grecia che rischiano di compromettere la fragile ripresa dell’Eurozona e questioni altrettanto preoccupanti in Cina hanno contribuito a mettere in dubbio la forza dell’economia mondiale. Non vorremmo di certo ignorare tali rischi ma, anche se quelli al ribasso sono notevoli, a nostro avviso ci sono ragioni valide per credere che la ripresa globale non terminerà bruscamente e che, anzi, continuerà in un contesto caratterizzato da una politica monetaria accomodante, minori vincoli di bilancio ed un costo energetico più basso. Anche questo scenario è in linea con l’immagine riflessa negli attuali indicatori di fiducia a livello globale.

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