Attenzione allo Yen!

Fortissimo movimento di rivalutazione verificatosi sullo yen giapponese contro il dollaro dopo le dichiarazioni arrivate da Kuroda e da alcuni membri della Bank of Japan, secondo i quali è desiderabile che i movimenti sul valutario avvengano all’interno di un range che rispecchi i fondamentali economici, oltre al fatto che “è dura che il tasso di cambio reale scenda ancora, il yen risulta molto debole nei confronti del dollaro americano”. Perchè non è elegante ridere per iscritto, ma vi assicuriamo che lo stiamo facendo. E lo facciamo per non piangere. Ormai è diventata una moda avere banchieri centrali “chiacchieroni”, che si lasciano andare a dichiarazioni di ogni sorta sulle proprie divise, al fine di raggiungere obiettivi desiderati. Dopo la forte svalutazione che ha colpito lo yen, una svalutazione mai chiamata ufficialmente ma che avrebbe potuto (e così in effetti è stato) verificarsi in seguito alla decisione di implementare un Q&QE (Quantitative e Qualitative Easing) al fine di far ripartire l’inflazione, facendo così uscire il Paese dalla trappola della liquidità, verificatasi nel corso dell’ultimo ventennio.
Dopo l’ulteriore svalutazione che ha colpito il cambio, grazie alla forza intrinseca del dollaro americano, evidentemente qualcuno si è spaventato ed ha considerato come sufficientemente basso il livello raggiunto dalla divisa giapponese, pensando bene di comunicarlo al mondo e provocando un’istantanea rivalutazione che ha provocato anche una forte correzione ribassista sui listini, in tentativo di recupero fino alle dichiarazioni circolate dopo il tonfo di ieri, avvenuto su tutti i listini mondiali in seguito alla continuazione di vendite da considerare ancora come non propedeutiche alla partenza di movimenti strutturali ribassisti (rimaniamo concentrati comunque su orizzonti temporali intraday). Prestiamo attenzione ai supporti di medio periodo. Per quanto concerne gli altri temi dominanti non abbiamo grosse novità di sorta da riportare, con la questione greca ancora on hold e la nostra attenzione che sarà concentrata sulle pubblicazioni inglesi che arriveranno alle ore 10.30 per poi tornare a ragionare sul dollarocentrismo del mercato che potrebbe tornare in essere nel momento in cui si dovesse stabilizzare la situazione yen (che per il momento ha provocato delle piccole vendite di dollaro anche contro le altre major).
Eur/Usd Massimi lievemente decrescenti e mercato abbastanza sporco tecnicamente parlando. Seguiamo la lateralità che si può notare su un grafico a 4 ore impostando l’eventuale operatività su time frame bassi. L’area di 1.1185 continua a ricoprire il ruolo di spartiacque tra rialzi e ribassi di breve, seguiamo un eventuale raggiungimento di tale area per ragionare su potenziali acquisti di euro (in caso di stocastici orario e a 4 ore scarichi) così come potenziali rotture durette a rialzo in caso di superamento di area 1.1345.
Usd/Jpy Si può decidere di lavorare sullo yen, mettendo a budget comunque grossi rischi, il che non è adatto a qualsiasi tipo di operatività e di traderr. L’idea è quella di lasciare sfogare il mercato affinchè torni su livelli controllati di volatilità prima di impostare qualsiasi tipo di operatività, per tutti coloro che volessero dei confronti tecnici sul cambio e sui cross yen, siamo presenti sul forum.
Gbp/Usd Sterlina che ha cominciato ad inanellare minimi crescenti e massimi crescenti e che ora si trova al cospetto di un’area di congestione precedente significativo che, se rotta (oltre 1.5465 il trigger), potrebbe lasciare spazio a tentativi di accelerazione verso 1.5510 ed eventuali estensioni verso 1.5530, livelli sui quali studieremo la formazione di una potenziale divergenza ribassista oraria. Questo potrebbe rappresentare anche uno scenario difensivo in caso di scelta (buona dal puntio di vista del rapporto tra rischio associato all’operazione e rendimento potenzialmente atteso) di vendita di pound sugli ultimi massimi, per ritorni verso 1.5390 e, 1.5360.
Aud/Usd Cambio congestionato e difficile da tradare, con un grafico a 4 ore che a nostro parere dovrebbe guidare l’operatività e sul quale seguiremo il possibile raggiungimento di una zona di resistenza posta intorno ad area 0.7785/0.7810, dove valutare potenziali acquisti di dollaro americano in caso di stocastico carico e girato verso il basso, per ritorni verso 0.7745 e 0.7710, con l’idea che rotture rialziste di area 0.7845 potrebbero condurre a tentativi di accelerazione verso 0.78 ¾ e figura.
A cura di Davide Marone, analista di Fxcm

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