Risultati aziendali: “Go East!”

a cura di Oddo Asset Management

La maggior parte delle società ha pubblicato i risultati relativi al 1° trimestre 2015. Nel complesso il bilancio di questa stagione di annunci è alquanto soddisfacente ma evidenzia differenze regionali importanti.

Negli Usa, stabilità rispetto al 1° trimestre 2014 Negli Stati Uniti, il 19% delle società incluse nell’S&P 500 registra vendite inferiori alle previsioni (contro una media generale del 13% circa), ma ben il 71% di esse ottiene un risultato superiore alle attese (su ipotesi ovviamente riviste al ribasso). E se i risultati sono quasi stabili rispetto al 1° trimestre 2014, ciò deriva in gran parte dal crollo degli utili delle aziende energetiche. Escludendo questo settore, i risultati segnerebbero una crescita intorno al 7%, un progresso che è frutto dei programmi di acquisto titoli rimasti molto intensi nell’area. Noi siamo meno fiduciosi sulla capacità delle imprese statunitensi di mantenere gli attuali ritmi di acquisto di titoli propri.

In Europa si conferma la ripresa, restiamo ottimisti Anche in Europa i risultati si sono rivelati superiori alle stime per il 58% delle società dello Stoxx 600, con una crescita complessiva degli utili pari al 9% su base annua (+11% escludendo l’energia). A nostro avviso, il punto cruciale riguarda tuttavia le revisioni positive del consenso dal mese di aprile, con un incremento intorno al 6% degli utili attesi per l’MSCI EMU nel 2015 e nel 2016. Gli effetti positivi della ripresa economica in Europa e della flessione dell’euro, del petrolio e dei tassi d’interesse spiegano certamente buona parte di queste revisioni, a sostegno della nostra fiducia in possibili sorprese positive nei risultati delle imprese europee per i prossimi mesi.

Giappone: ripresa e valorizzazione ragionevole, un matrimonio perfetto Attualmente il Giappone è forse il paese sviluppato di maggior interesse, per tre ragioni. Innanzitutto, come in Europa e negli Stati Uniti, i risultati aziendali evidenziano un trend positivo, con correzioni positive delle previsioni: nel 2016, per esempio, si prevede un risultato del 13%, superiore alle stime formulate 18 mesi prima. In secondo luogo, le valorizzazioni sono rimaste stabili nonostante il miglioramento dei risultati e a livelli contenuti in termini assoluti: l’MSCI Japon paga 1,5 volte l’attivo, contro il 2,2 della media globale e il 2,7 degli Stati Uniti. Infine, e forse soprattutto, sotto l’impulso dei fondi pensione giapponesi che in ossequio agli “auspici” del Governo Abe investono massicciamente in azioni, la governance si evolve verso una più attenta considerazione delle partecipazioni di minoranza, con potenziali conseguenze positive sul fronte dei dividendi e della valorizzazione degli attivi. Lo stesso fenomeno si osserva anche in Asia, ragione per la quale sovraponderiamo questa regione del mondo, a discapito soprattutto delle Americhe.

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