Repubblica Ceca, produzione industriale a pieno ritmo

A cura di Raiffeisen Capital Management
Turchia. Le elezioni parlamentari in Turchia hanno portato una dura sconfitta politica per il presidente Erdogan e, di conseguenza, hanno decisamente ravvivato lo scenario politico. Il partito AKP al governo da 12 anni non solo ha chiaramente mancato l’auspicata maggioranza dei 2/3 per cambiare la costituzione, ma a sorpresa ha addirittura perso la maggioranza assoluta in parlamento. Di conseguenza, ora deve fare affidamento a un partner di coalizione o dovrebbe, cosa poco probabile, formare un governo di minoranza con l’appoggio esterno. Il presidente Erdogan ha escluso nuove elezioni a breve, ma questo rimane sicuramente una possibilità. Comunque, queste si terranno automaticamente, se entro 45 giorni non potrà essere formato un governo.
Siccome in passato le coalizioni non hanno funzionato bene in Turchia, per il momento la valuta, le obbligazioni e le azioni hanno reagito alle nuove insicurezze politiche con significativi ribassi dei corsi; la situazione si è però presto calmata. In termini economici delude, nel complesso, che il basso prezzo del petrolio non ha avuto gli sperati effetti positivi sulla bilancia delle partite correnti e l’inflazione. Per ora è poco probabile che la banca centrale tagli i tassi d’interesse. Siccome tra qualche mese il calo del prezzo del petrolio uscirà di nuovo dai dati comparativi per l’anno precedente, si chiude sempre di più la finestra per un’inflazione più bassa e dei tagli significativi dei tassi. In questo modo, per ora viene a mancare un elemento centrale degli scenari positivi per il mercato del lavoro in Turchia. A maggio il mercato azionario non immaginava ancora niente dell’imminente débâcle elettorale dell’AKP e aveva fatto registrare delle perdite soltanto modeste di circa 1%.
Polonia. In Polonia, come nell’intera regione centro-europea, l’andamento dell’economia al momento è ancora positivo, anche se il secondo trimestre dovrebbe essere leggermente più debole del primo. L’inflazione continua a essere decisamente negativa con un –1,1% p.a. Come da attese, la banca centrale ha comunque lasciato invariato il tasso guida all’1,5% durante la sua riunione di inizio giugno e ha fatto capire che intenderebbe effettuare nuovi tagli dei tassi d’interessi solo in caso di un peggioramento significativo della situazione economica. A maggio i rendimenti obbligazionari sono stati nettamente più alti e hanno seguito così i rendimenti in forte aumento dei Bund tedeschi. Come le altre valute della regione, lo zloty è stato più debole. Il mercato azionario di Varsavia, in linea con il trend azionario globale degli EM, è stato più debole e ha perso circa il 3%.
Repubblica Ceca. La Repubblica Ceca continua ad approfittare degli ordini export stabili, la produzione industriale al momento sta andando a pieno ritmo e anche il commercio al dettaglio mostra nel complesso una tendenza positiva. L’inflazione continua a essere solo marginalmente positiva e la banca centrale ha prospettato un ulteriore indebolimento della corona, se dovessero consolidarsi le tendenze deflazionistiche. La corona ceca ultimamente ha mostrato un andamento laterale e su base mensile si è mossa poco, nell’attuale scenario è la valuta più stabile della regione. Le obbligazioni ceche hanno invece seguito il trend dei titoli di Stato della zona euro e hanno ceduto. Il mercato azionario di Praga non ha subito quasi nessuna variazione e ha avuto una tendenza di base leggermente più debole.
Ungheria. In Ungheria si registrano tendenze simili alla Polonia: una domanda estera robusta accompagnata da inflazione negativa. L’attuale dinamica di crescita è positiva, anche se, come in Polonia, la tendenza nella seconda metà dell’anno dovrebbe essere più debole. Come da attese, la banca centrale ungherese a fine maggio ha tagliato il tasso guida portandolo a un nuovo record minimo di 1,65%; nei prossimi mesi sembrano essere probabili ulteriori tagli dei tassi d’interesse. A maggio il fiorino è stato più debole, i rendimenti obbligazionari ungheresi sono stati leggermente più bassi nel confronto mensile contrariamente all’andamento generale dei rendimenti nell’intera regione. A maggio il mercato azionario è stato pressoché invariato dopo i forti rialzi dei corsi nei due mesi precedenti.

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