La politica conta, eccome, per gli investitori

A cura di Dave Fishwick, Team multi-asset di M&G Investments
Le elezioni che hanno da poco avuto luogo qui nel Regno Unito hanno affascinato. In questa fase a molti partecipanti di mercato viene chiesto di discutere le eventuali conseguenze dei risultati per gli investitori, o magari sono loro stessi a sentire il bisogno di dire la propria. Il più delle volte si tratta di previsioni di breve termine: “L’azionario trarrà vantaggio da una vittoria dei Conservatori”, “La sterlina beneficerà di un aumento di certezze”, “gli investitori restano in attesa di assistere alle conseguenze del risultato”.
Osservazioni e regole generali del genere sono spesso parzialmente valide. Tuttavia, spesso non prendono in considerazione le ragioni reali per cui la politica conta per gli investitori, ragioni divenute evidenti durante le ultime elezioni britanniche e che dominano il dibatto in Europa e oltre. La verità è che la politica non può essere ignorata, non perché durante le elezioni emerge un’ “incertezza maggiore”, ma perché il modo in cui la società è gestita determina in maniera significativa i rendimenti degli asset, e per lunghi periodi.
Nel descrivere i benefici dell’investimento nel segmento azionario, buona parte delle persone si riferisce alla partecipazione alla crescita. Tuttavia, in maniera più specifica, i rendimenti azionari sono determinati dalla fetta di questa crescita che va alle imprese come profitto. In molti Paesi sviluppati la quota destinata alle imprese è cresciuta negli ultimi decenni. Il grafico 1 mostra gli Stati Uniti (Paese per il quale abbiamo a disposizione i dati migliori) a partire dal 1980.
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