Settimana di dati macro, ma la Grecia resta il market mover principale

Non vi è dubbio che la questione centrale che anima i mercati in questi giorni sia rappresentata dalla trattativa tra la Grecia e l’Euro Working Group, l’organismo tecnico dell’Eurogruppo che vede insieme BCE, Fmi ed Unione Europea. Le parti contraenti sono estremamente lontane in quanto ampi sono i sacrifici richiesti al paese ellenico da parte della governance europea, al fine di ottenere un’ulteriore tranche di prestiti per 7,2 miliardi di euro utili ad evitare un vero e proprio default greco entro il mese di giugno. Ipotesi, quest’ultima, che aleggia nelle stanze di Bruxelles dal momento che trapelano evidenti visioni diverse sulle modalità di risoluzione di questa intricata ed annosa questione che perdura nel fornire ai mercati finanziari talvolta spunti di ottimismo, funzionali ad acquisti importanti sui listini azionari come avvenuto mercoledì e giovedì, talvolta di depressione con vendite copiose di Borsa e rilevanti rialzi dei rendimenti sull’obbligazionario così come riscontrato in apertura e chiusura di settimana.
Ancora più incerto, se possibile, il panorama valutario che vede nel dollaro-centrismo il tema guida al quale però si vanno a intersecare le dinamiche delle singole banche centrali: si veda la Bank of Japan che ha contribuito ad un repentino rafforzamento dello yen e la Reserve Bank of New Zeland che invece ha condotto ad un forte indebolimento della divisa domestica a seguito del taglio del tasso di interesse dal 3,50% al 3,25%. Un mercato insomma in pausa ed in attesa di novità certe che potrebbero cominciare ad arrivare a partire da questo giovedì, quando si riunnirà l’Eurogruppo, all’interno del quale si dovranno discutere gli accordi non ancora trovati sul fronte greco e dal cui meeting potrebbero cominciare a delinearsi degli scenari verosimili per la risoluzione (in un modo o nell’altro) di questa lunga e straziante faccenda che ha messo ulteriormente in risalto la debolezza del sistema a cambi fissi rappresentato dall’euro.
Fino a quando non arriveranno notizie relative alla macro questioni che governano il sentiment generale degli operatori continuiamo a concentrarci e a prestare attenzione alle pubblicazioni macroeconomiche, soprattutto quando esse arrivano dall’America, in quanto è possibile che si verifichino degli aumenti importanti di volatilità. Si parte già da questo pomeriggio con la produzione industriale (0.2% consensus) e manifatturiera (0.3% consensus) USA, relative al mese di maggio, alle ore 15.15, da domani i dati cominceranno ad interessare anche l’area euro e sterlina.
Eur/Usd I livelli studiati sull’euro hanno prodotto dei buoni effetti in mattinata, salvo poi assistere ad un giro importante di mercato con vendite di dollari che hanno seguito le prime prese di profitto post movimenti della mattina. Il grafico, se non su time frame giornalieri come commentato in finire di settimana, risultano ancora sporchi tecnicamente, per cui seguiamo con cautela sempre l’area passante per 1.1185, sotto la quale potrebbero riproporsi i minimi di venerdì ed eventuali estensioni verso area 1.1110, tenendo conto che in caso di ripartenza oltre area 1.1230 il mercato potrebbe tentare degli strappi rialzisti verso lidi non ben individuabili, per cui valuteremo eventuali posizionamenti long soltanto in caso di riavvicinamento ad area 1.1265.
Usd/Jpy che continua a rimanere alla ricerca di punti di riferimento dopo la rivalutazione dello yen arrivata in seguito alle parole della BoJ. Seguiamo, anche qui con cautela, eventuali ro0tture a rialzo o a ribasso dei massimi o dei minimi compiuti venerdì, prima di pensare a potenziali partenze di movimenti pari all’altezza della congestione considerando il fatto che su un time frame orario l’area che si distribuisce tra 123.50 e 123 ¾ potrebbe essere sfruttata per ragionare su eventuali acquisti di yen per ripartenze verso i minimi di venerd’ che, se superati, potrebbero condurre ai movimenti ipotizzati.
Gbp/Usd Target rialzisti raggiunti sulla sterlina senza che si sia formata la potenziale divergenza ribassista a 4 ore che avevamo messo potenzialmente nel mirino. Ci troviamo ora di fronte a prezzi che si stanno mantenendo nei pressi della media a 21 oraria e sopra quella a 4 ore, con l’area che passa tra 1.5515 e 1.5530 che potrebbe intervenire come supporto a sostegno delle quotazioni che potrebbero tentare delle ripartenze verso l’area di 1.5600 che, se raggiunta con stocastico orario lontano dall’ipervenduto, potrebbe restituire dei potenziali target in area 1.5630. Nel momento in cui le quotazioni dovessero tentare delle ripartenze oltre area 1.5505 potrebbe essere possibile cominciare a valutare delle eventuali possibilità di accelerazione verso 1.5460, da ragionare con maggior probabilità una volta che dovessimo assistere alla rottura ribassista di area 1.5485.
Aud/Usd Continua a rimanere congestionato e difficile da tradare il cambio in questione. Non vogliamo sforzare l’operatività (che del resto sarebbe sforzata sui cambi principali in una giornata come quella di oggi), per cui seguiamo potenziali rotture della congestione in essere prima di ritrovare dei riferimenti dal punto di vista di livelli importanti, da utilizzare a partire (speriamo) dal pomeriggio per l’operatività. Ci vediamo sul forum per seguire il mercato.
di Matteo  Paganini, analista di Fxcm

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