Tra BoJ e Fed. E domani l’Eurogruppo

Minute della Bank of England, inflazione europea e decisione sui tassi da parte della Fed, seguita dalla conferenza stampa della Yellen. Questi i tre market mover cui prestare attenzione durante la giornata che precede il tanto atteso Eurogruppo, visto da molti come l’ultima spiaggia per arrivare ad un accordo tra Grecia e creditori, un braccio di ferro senza fine che vuole evitare alla Troika (ci piace chiamarla ancora così, ci sembra un nome più crudo rispetto ai nuovi inventati e che dunque rende l’idea della pseudo associazione a delinquere che essa rappresenta) di umiliare la popolazione ellenica con nuove misure di austerity tese ad impoverire la gente, detto in parole molto povere.
Qui è inutile riportare le nuove dichiarazioni arrivateci da Tsipras, che tra l’altro ha definito il FMI criminale, i concetti vedono una volontà da parte della Grecia di rimanere all’interno dell’area euro ma senza accettare richieste considerate assurde. Un braccio di ferro che, da domani, forse vedremo in maniera più chiara. Le borse ieri hanno mostrato degli scenari iniziali di risk off, con vendite sul fronte europeo e sui futures americani durante la mattina corrispondenti a lievi acquisti di yen, come se il mercato stesse facendo delle prove di acquisto di valuta rifugio di fronte a situazioni di smobilizzazione di attività finanziarie legate al rischio.
Una valuta, lo yen, che dopo le dichiarazioni della BoJ rientra a far parte di diritto delle divise rifugio, dato il valore dichiarato come troppo basso e che dunque potrebbe non scoraggiare acquisti nel momento in cui il sentiment degli investitori dovesse essere mosso dal panico. Uno yen acquistato contro il dollaro che invece ha mostrato delle buone salite durante le prime ore del mattino (contro eur, gbp e aud) per poi andare a decorrelarsi sul fronte euro, dove abbiamo assistito a buone continuazioni di vendita di moneta unica a fronte di riprese di quota della sterlina e dell’australiano, il tutto a causa dell’indecisione direzionale dei listini e della correlazione positiva tra risk off e yen, un qualcosa che non si vedeva da qualche tempo se non prettamente riferendoci alle piazze asiatiche.
La bussola per il pomeriggio, come ci attendevamo, è risultato essere lo S&P500 il quale non ha rotto i supporti di breve periodo portando a prese di profitto anche sul versante europeo ed ora seguiremo con attenzione l’area che si distribuisce intorno a 2,090.0, 20 punti più in alto rispetto a ieri per valutare eventuali tenute e ripartenze (che potrebbero tirare con loro le europee) o tentativi di approfondimento verso i supporti analizzati ieri (scenario a nostro avviso difensivo in intraday). Sul fronte minute BoE non ci attendiamo grandi novità, con una spartizione di voti che dovrebbe rimanere sul 9-0, mentre sarà interessante seguire l’inflazione europea, dopo che Draghi l’ha commentata durante l’ultima conferenza stampa della BCE dicendo che il QE comincia a mostrare effetti ma soprattutto il FOMC di questa sera, dal quale si cercherà di comprendere il timing di intervento della Fed, che molto probabilmente non lascerà intendere nulla di diverso da quanto comunicatoci fino ad ora. Personalmente, noi presteremo attenzione a qualsiasi potenziale riferimento al dollaro. Tra BoE e inflazione area euro è possibile che continuino le decorrelazioni valutarie durante la mattinata, con il FOMC potremmo assistere a riallineamenti dollaro centrici.
Eur/Usd Brutto l’euro, bruttissimo tecnicamente parlando. La rottura a rialzo dell’area di 1.1305 dopo la tenuta dei supporti studiati ieri ha condotto verso i primi target posti in area 1.1330 per poi ripiegare a ribasso senza superare area 1.1200. Ci troviamo in forte congestione e preferiamo attendere l’avvicinamento a livelli importanti prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività. Tali aree sono rappresentate, a nostro avviso, da 1.1200 e da 1.12 ¾, oltre la quale i prezzi potrebbero tentare degli avvicinamenti a 1.1290, i massimi di ieri ed eventualmente tentativi di estensione verso 1.1360, con 1.1190 come livello che, se raggiunto con stocastico orario lontano dall’ipervenduto, potrebbe lasciare spazio verso area 1.1160.
Usd/Jpy ulla di nuovo su UsdJpy da curare con estrema attenzione viste le compressioni di volatilità che stanno caratterizzando il cambio a partire da giovedì della scorsa settimana. Stop entry sopra area 123.85 o sotto area 123.25 (per i più aggressivi) o 122.90 per i più conservativi potrebbero risultare una buona strategia.
Gbp/Usd La divergenza ribassista ha condotto i prezzi verso i due target ipotizzati, con l’ultimo intrervenuto a sostegno delle quotazioni, ben ripartite sulle decorrelazioni ragionate poc’anzi. Le rotture a rialzo dei massimi relativi avvenute durante le prime ore del mattino potrebbero aver tratto in inganno data la velocità con cui il mercato si è girato a ribasso (la divergenza era già in atto, c’è stata una fiammata rialzista su euro e sterlina, poi giratisi a ribasso), poco male, gli stop servono proprio per situazioni come queste. Oggi ci troviamo nei pressi della media a 21 oraria e ben sopra quella a 4 ore, con l’area che passa tra 1.5600 e 1.5625 che potrebbe intervenire come supporto per ripartenze potenziali verso 1.5650 e 1.5690 (se quest’ultimo livello dovesse essere raggiunto l’idea di tenere parte di posizione potrebbe risultare valida, per ulteriori tentativi di estensione verso 1.5720), tenendo conto che in caso di superamento a ribasso dell’area che si distribuisce intorno a 1.5585 il mercato potrebbe tentare iniziali accelerazioni verso il più importante trigger di 1.5560, oltre la qual area potremmo assistere a buoni ridimensionamenti con potenziali target in area 1.5530 e figura.
Aud/Usd  E’ il terzo giorno che riproponiamo lo stesso grafico del dollaro australiano, che continua a rimanere congestionato e difficile da tradare. Non vogliamo sforzare l’operatività, per cui continuiamo a seguire potenziali rotture della congestione in essere prima di ritrovare dei riferimenti dal punto di vista di livelli importanti, per il momento continuiamo a valutarne la lateralità ben visibile su un time frame orario.ù
di Matteo  Paganini, analista di Fxcm

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