Cambiamento climatico: Mercer calcola l’impatto sugli investimenti nei prossimi anni

Il nuovo rapporto di Mercer, che prende in considerazione variabili legate al potenziale impatto del cambiamento climatico sugli investimenti, mette in evidenza come gli investitori non ne possano ignorare le implicazioni sui ritorni degli investimenti. La ricerca rivela che gli investitori possono gestire il rischio in modo più efficace, andando a “scavare” nel proprio portafoglio e facendo entrare il cambiamento climatico nei modelli di rischio in uso. Questo richiede un cambio significativo nelle prassi del settore.

Il report Mercer, dal titolo “Investing in a time of climate change“, tratteggia le best practice che gli investitori dovrebbero seguire per gestire i rischi e opportunità correlate ai cambiamenti climatici. Si tratta di un progetto di ricerca che ha avuto inizio nel mese di settembre 2014 ed è stato presentato a Londra lo scorso 4 giugno in vista dei negoziati per un nuovo accordo globale sul clima previsti per la fine del 2015 a Parigi.

Il report stima il potenziale impatto del cambiamento climatico sui rendimenti per i portafogli, le asset class e i settori industriali tra il 2015 e il 2050, sulla base di quattro scenari di cambiamento climatico e di quattro fattori di rischio climatico. Vengono prefigurati scenari di aumento della temperatura globale al di sopra delle temperature dell’era preindustriale di 2 gradi, 3 gradi e 4 gradi. In quest’ultimo caso vengono ipotizzati due diversi livelli di impatto fisico potenziale. Mercer ha collaborato con 16 società di investimenti (per un capitale gestito pari a oltre 1.500 miliardi di dollari) per produrre il report. Lo studio ha il sostegno della Banca Mondiale, attraverso la sua divisione IFC, del Ministero tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico ed del Dipartimento britannico per lo sviluppo internazionale (DFID). Allo studio hanno collaborato anche NERA Economic Consulting e Guy Carpenter, come Mercer parte del gruppo MMC.

Le principali evidenze:

Il cambiamento climatico darà luogo a vincitori e vinti, anche nell’ambito degli investimenti. Sulla base degli scenari modellati, ci si attende che il cambiamento climatico abbia un forte impatto sui rendimenti degli investimenti; gli investitori devono agire per comprendere e mitigare i rischi e massimizzare il valore a livello di singolo investimento, settore industriale e di portafoglio.

Il rischio più grande è a livello di industry. La differenziazione tra vincitori e vinti è più evidente a livello di settore. Ad esempio a seconda dello scenario climatico, i rendimenti medi annui provenienti dal settore del carbone potrebbero vedere una caduta compresa tra il 18% e il 74% nei prossimi 35 anni, con effetti più pronunciati nel corso del prossimo decennio (erodendo tra il 26% e il 138% dei rendimenti medi annui per i prossimi 10 anni). Al contrario, le energie rinnovabili vedono i rendimenti medi annui aumentare tra il 6% e il 54% su un orizzonte temporale a 35 anni (o tra il 4% e il 97% su un periodo di 10 anni) a seconda dello scenario climatico.

Gli impatti saranno concreti per tutte le asset class, ma c’è ampia variabilità in relazione allo scenario climatico. Le asset class orientate alla crescita mostrano maggiore sensibilità ai rischi climatici rispetto alle asset class conservative. Ad esempio, nello scenario di aumento delle temperature pari a 2 gradi, si sperimentano vantaggi per le azioni dei mercati emergenti, infrastrutture, immobili, legno e agricoltura. Lo scenario di aumento delle temperature pari a 4 gradi porterebbe invece un impatto negativo su mercati emergenti, immobili, legno e agricoltura, ma non sulle infrastrutture.

Il primo scenario (aumento delle temperature pari a 2 gradi) non ha implicazioni negative per chi investe su asset class diversificate a lungo termine nel periodo modellizzato (al 2050), inoltre sembra in grado di proteggere meglio i rendimenti a lungo termine al di là di questo lasso di tempo.

Luca De Biasi, responsabile Investments di Mercer Italia, commenta così la ricerca: «Anche se è difficile, abbiamo cercato di quantificare l’impatto potenziale dei cambiamenti climatici sugli investimenti. Ci rendiamo conto che i mercati non sempre sono pronti al cambiamento; sono notoriamente deboli nell’anticipare cambiamenti strutturali e nel prevedere il rischio a lungo termine, fino a che non si manifestano». «La nostra relazione risponde a domande come: ‘che cosa?’ ‘e allora?’ ‘e ora?’, in termini di impatto dei cambiamenti climatici sul rendimento degli investimenti. Questi suggerimenti possono consentire agli investitori di strutturare portafogli robusti nel contesto di un futuro altamente incerto». «Questo rapporto può fungere da guida per la creazione di un piano d’azione. Sia che il portafoglio si ponga come di uscire dalle fonti fossili, di investire in soluzioni che ne affrontino i rischi e le opportunità, o di aumentare il proprio impegno con manager e aziende, il nostro rapporto mostra agli investitori come potrebbero agire. Impegnarsi con i responsabili politici è fondamentale e aiuta gli investitori ad entrare nel ruolo, che gli è proprio, di “attori fondamentali nel plasmare il futuro”» conclude De Biasi.

Il CIO Mercer responsabile per i Mainstream Assets, Russell Clarke, porta una prospettiva peculiare, dicendo: «Questo studio ci aiuta a meglio prepararci per navigare le trasformazioni portate da un tema così strutturale e sistemico come i cambiamenti climatici. Crediamo che quello climatico sia un rischio significativo di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli e che dovrebbero affrontare in stretta collaborazione con i gestori di investimenti».

Il direttore dell’istituto IFC per i Cambiamenti Climatici, Christian Grossman, sintetizza: «Questo report di Mercer non poteva essere più tempestivo, in vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Parigi. Il report aiuta gli investitori in questa fase di incertezza a valutare la loro esposizione al rischio climatico e migliorare la resilienza dei loro portafogli. Il report invia anche un messaggio chiaro ai decisori politici: risolvere l’incertezza rispetto alle politiche di prezzo del carbone sarà un primo passo importante verso la transizione verso un’economia a basse emissioni».

Conclude David Nussbaum, Direttore Generale di WWF in UK, partner dell’iniziativa: «Questa relazione mette in evidenza che gli investitori dovrebbero vedere le opportunità, oltre ai rischi, derivanti dal cambiamento climatico. Il futuro si allontana dalle fonti fossili e dall’insostenibile status-quo energetico. Occorre che gli investimenti accelerino questa tendenza inevitabile e il report Mercer dimostra che chi si è già spostato in questa direzione pone le basi per un futuro anche finanziariamente più sostenibile. E’ il momento di agire per investimenti sicuri nel lungo termine, dal punto di vista finanziario ed ambientale».

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