Come cambiano le mode nelle strategie di investimento

A cura di Tony Finding, Team Multi Asset M&G Investments
La quantità di prodotti disponibili per gli investitori è davvero esplosa negli ultimi 50 anni. La maggiore accessibilità a diverse asset class o a strumenti come materie prime ha giocato sicuramente un ruolo in questo senso, ma è stata l’ascesa di nuove strategie e veicoli ad avere l’impatto principale. Le strategie differiscono dalle classi di attivi in quanto rappresentano un approccio di investimento o un sistema per creare un portafoglio: un mezzo di associare asset class piuttosto che un’asset class stessa.
Le strategie, come tutti gli investimenti, entrano in voga per poi perdere favore. Gli investimenti si limitavano un tempo all’azionario, al reddito fisso, o a un insieme dei due. Ora abbiamo hedge fund, rendimento assoluto, parità di rischio, smart beta, crescita diversificata e altri tentativi meno noti di trovare il sacro graal dell’investimento. Ma queste tendenze sono forse come gli abiti nuovi dell’imperatore, mode senza sostanza? O c’è qualcosa oltre al desiderio delle industrie degli investimenti di vendere rendimenti passati?
Una breve storia delle tendenze
Le allocazioni storiche degli investitori istituzionali, come i fondi pensione, rivelano un paesaggio mutevole. Fino agli anni novanta del secolo scorso, i fondi pensione detenevano generalmente un insieme di azioni e obbligazioni, la maggioranza delle quali provenivano dal Regno Unito. Questo insieme variava ma,a fine anni ottanta, la combinazione “60/40 (60% azionario/40% bond), cominciò a guadagnare sempre maggior impeto, divenendo la norma per buona parte dei portafogli multi-asset.
Una combinazione statica 60/40 giocò perfettamente a favore degli investitori. Come mostra il grafico sottostante, le performance della strategia non si allontanavano da quelle azionarie, mentre la componente obbligazionaria attutiva la volatilità e apportava diversificazione in periodi come quello del crollo dei mercati nel 1987. Non c’era grossa necessità di adeguare la combinazione rispetto alle oscillazioni di mercato.
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