Grecia al capolinea? La view di Axa Im

A cura del Team Research & Investment Strategy di Axs Investment Managers
Sono pochi gli operatori del mercato che prevedevano che la crisi greca si sarebbe prolungata per oltre sei mesi dopo le elezioni di gennaio, che hanno portato al potere Syriza. Nelle prossime settimane giungeremo però al termine di questa vicenda. Tre fattori possono far ripartire i negoziati: la liquidità dello stato greco, la Banca Centrale Europea e un nuovo plebiscito. Se la Grecia avrà esaurito la liquidità, si giungerà al capolinea entro breve, quando il governo dovrà rimborsare il prestito da 1,6 miliardi di euro all’FMI il 30 giugno, data in cui si chiude il piano di salvataggio.
Pertanto, in assenza di un accordo, non solo la Grecia probabilmente sarà insolvente nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, ma il pagamento dell’ultima tranche da 7,2 miliardi di euro non ci sarà. Un compromesso ragionevole potrebbe essere un accordo minimo entro tale data che renda possibile prorogare il piano e l’erogazione di parte della tranche. Ma attendersi un esito “ragionevole” probabilmente non è un’ipotesi sicura in questo momento. Se la Grecia non rispetterà la scadenza del 30 giugno, dal punto di vista formale non sarà immediatamente insolvente poiché il FMI attiverà un processo di riconoscimento ufficiale dell’insolvenza che durerà qualche settimana. Comunque, il nervosismo dei mercati potrebbe aumentare in modo esponenziale.
La scadenza vera e propria sembra quindi il 20 luglio alla scadenza dell’obbligazione da 3,5 miliardi di euro nei confronti della BCE. Se la Banca Centrale Europea non riceverà il pagamento, bloccherà l’immissione di liquidità con l’immediato tracollo del sistema bancario. In tal caso sembra inevitabile l’introduzione di una valuta parallela, e si inizierà a discutere dell’uscita della Grecia dall’Unione Europea. Finora, la Banca Centrale Europea non ha preso decisioni definitive e ha incrementato in modo graduale il fondo di emergenza per le banche greche, con un haircut sulle garanzie locali. Ma ciò non sarà sufficiente a proteggere le banche. Se i prelievi accelereranno prima o dopo il 30 giugno, probabilmente verranno applicati i controlli sui capitali come a Cipro.
Se non si giungerà a un accordo prima del 20 luglio, il governo sarà spinto a tornare al voto. La linea di difesa del primo ministro Tsipras è sempre stato il riferimento al programma di Syriza, ma il programma elettorale prevedeva anche di restare nell’Eurozona. L’incoerenza iniziale tra le posizioni irremovibili e l’adesione all’unione monetaria potrebbe condurre a elezioni anticipate o a un referendum. In entrambi i casi, la maggioranza parlamentare attuale potrebbe non superare il test e si giungerebbe alla formazione di una nuova coalizione.

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