Usa supera il test del lavoro, ora si attende responso dalle trimestrali

a cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che nel mese di dicembre sono stati creati 292 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, in deciso rialzo rispetto alle attese (fissate a +190 mila unità). Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 5%, così come il tasso di partecipazione al lavoro fermo al 62,6% (minimi dal 1977). Allo stesso tempo sono state riviste al rialzo sia le cifre di ottobre che di novembre, portate rispettivamente a +307 mila unità (da +298 mila) e a +252 mila unità (da +211 mila). Rimane inalterata, invece, la crescita dei salari orari, che si è attestata al 2,5% a/a.

Nel complesso nel 2015 sono stati creati 2,7 milioni di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, un dato più basso rispetto ai 3,1 milioni del 2014. I contributi più importanti sono arrivati dal settore dei servizi alle imprese (+605 mila unità), dall’health care (+480 mila unità), dal comparto alimentare (+357 mila unità) e quello delle costruzioni (+263 mila unità). Un forte deflusso si è registrato, invece, nel settore minerario (-129 mila unità), mentre il comparto manifatturiero ha subìto un vistoso rallentamento (30 mila unità contro le 215 mila del 2014).

Le figure sono veramente brillanti e non sembrano risentire di alcun effetto “contagio” dovuto al rallentamento della Cina. Questa circostanza sembra aver sollevato un po’ il sentiment degli investitori, particolarmente scosso in questo inizio 2016 dai timori di un “hard landing” della seconda economia del mondo. Probabilmente è ancora prematuro osservare un effetto contagio. Il vero test sarà costituito dai dati dei prossimi mesi.

A questo punto sarà importante vedere come valuteranno questi dati gli esponenti della Fed, che torneranno a riunirsi a fine mese. Le turbolenze sui mercati finanziari globali di questo inizio anno dovrebbero essere sufficienti da sole a richiamare i vari governatori a un atteggiamento più cauto nel rialzo dei tassi d’interesse, anche perché in questo momento le prospettive inflattive continuano a essere penalizzate dal continuo calo dei prezzi del greggio.

Sui mercati, i dati sono stati accolti con un certo sollievo. Gli indici sono tornati sui massimi segnati questa mattina. C’è attesa anche per l’apertura di Wall Street reduce dalla peggior partenza di anno di sempre. Noi continuiamo a credere che i minimi di questa settimana potrebbero essere presto aggiornati. Un test chiave sarà rappresentato dalla stagione delle trimestrali, in partenza lunedì sera con Alcoa. Probabilmente i dati di alcune aziende inizieranno a riflettere un calo delle vendite nell’ultimo trimestre dell’anno, causa il rallentamento della Cina e il dollaro forte, pertanto l’attenzione su questo fronte sarà massima.

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