Banca Intermobiliare: “sussistono le condizioni per un rimbalzo”

a cura di Banca Intermobilare

Performance da inizio anno: S&P500 -5.9%, EuroStoxx50 -5%, FtseMib -6%. Cosa temono i mercati? Sicuramente i rischi di deflazione sono in cima alla lista delle preoccupazioni e periodicamente si acuiscono:

– nonostante l’azione della BCE i dati consuntivi europei faticano ad evidenziare miglioramenti sul fronte della crescita, mentre l’inflazione, complice anche il continuo ribasso del petrolio, si conferma su livelli pressoché nulli;

la crescita americana prosegue su livelli piuttosto contenuti e sulla base degli indicatori anticipatori aumentano i timori di rallentamento; a questo riguardo non sono stati di aiuto gli ottimi dati di venerdì scorso sui nuovi occupati, anche perché i dati sul mercato del lavoro sono per definizione un indicatore ritardatario;

in Giappone, nonostante tutte le azioni messe in capo da BoJ e Governo, restano bassi sia la crescita che l’inflazione.

In questo contesto da un po’ di mesi si è aggiunta la preoccupazione legata alla Cina, che con il rallentamento della crescita e la conseguente politica di svalutazione dello Yuan esporta deflazione nelle altre economie.

Non aiuta poi a placare i timori deflazionistici l’andamento delle materie prime, ormai da mesi avvitate al ribasso.

Detto questo, i mercati si stanno comportando come se lo scenario deflazionistico fosse ormai un’ipotesi più che concreta e come se non ci fossero le Banche Centrali, che invece stanno proseguendo nella loro azione espansiva (compresa la FED che sarà estremamente cauta nel percorso di rialzo dei tassi).

Tra l’altro, le indicazioni e le novità di questa prima fase dell’anno, seppure complessivamente non positive, non sono state poi così lontane rispetto ad aspettative già piuttosto prudenti. La svalutazione dello Yuan è una preoccupazione e le Autorità cinesi spesso danno l’impressione di muoversi in modo poco organico, ma al tempo stesso non va dimenticato che dall’inizio dell’anno il calo nei confronti del dollaro è poco superiore all’1%.

Considerati anche i livelli tecnici su cui si trovano diversi indici azionari, l’impressione è che ci possano essere le condizioni per una fase di rimbalzo. Resta il fatto che nell’attuale scenario la componente azionaria dei portafogli deve avere un peso equilibrato: in un contesto deflazionistico i multipli delle Borse non possono essere troppo elevati anche se i tassi di interesse sono estremamente bassi.

Sinora non ha pagato il nostro sovrappeso sull’Europa, probabilmente anche a causa del fatto che:

– le Borse europee sono meno solide e diversificate; il consensus ed il posizionamento degli investitori era sbilanciato a favore dell’Europa e questo diventa penalizzante in una fase di risk-off;

– l’economia europea presenta una maggiore esposizione al rallentamento cinese ed ai rischi deflazionistici. Riteniamo comunque che su un arco temporale più ampio dovrebbero restare premianti:

– la fase ciclica favorevole dell’economia, che continua ad essere confermata dagli indici PMI;

– la presenza di una Banca Centra estremamente espansiva; – le valutazioni piuttosto attraenti (il DAX presenta un P/E forwar di 12x).

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