Oil, possibilile stabilizzazione in area 20/30 $. Le conseguenze per i petroliferi

La continua discesa dei prezzi del petrolio sta mettendo in seria difficoltà le società del settore. Solo fino a qualche mese fa, infatti, diverse compagnie avevano nei loro piani industriali un prezzo del greggio a 60 dollari per barile (il doppio rispetto alla quotazione attuale) come livello di breakeven.

Il 2016 sarà certamente un anno molto difficile  per queste società. É recente, ad esempio, la notizia che BP sta per tagliare diverse migliaia di posti di lavoro e purtroppo c’è da scommette che a questo annuncio ne seguiranno molti altri. Per il momento si stima che siano 65.000 i lavoratori del settore licenziati da quando il prezzo del petrolio ha iniziato la sua discesa. Inoltre, dal 2014 sono stati annullatti nuovi progetti ed investimenti già pianificati per una ammontare di 380 miliardi di dollari. E gli unici grandi progetti di estrazione avviati nel 2015 (Egitto e Golfo del Messico) hanno il punto di breakeven con il prezzo del petrolio a 50 dollari, ben al di sopra delle attuali quotazioni, e questo rappresenta un altro motivo per il quale tutti gli investimenti sono stati congelati da parte delle compagnie.

E secondo diversi analisti, non c’è da sperare in un prossimo recupero delle quotazioni: il fatto che le stime di crescita globale siano in calo e che le scorte di petrolio nei magazzini siano invece in crescita, potrebbe far si che il prezzo di questa commodity tenda a stabilizzarsi tra i 20 e i 30 dollari al barile.

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