I 10 migliori ETF dal 2009 secondo Exante

a cura di Exante

Oggi par­lia­mo dei 10 fondi d’in­ve­sti­men­to che hanno mo­stra­to la mi­glio­re cre­sci­ta nei sei anni dopo la crisi del 2008 (dal marzo del 2009 al marzo del 2015).

Per quan­to ri­guar­da la crisi stes­sa, hanno rea­gi­to in modo di­ver­so: al­cu­ni l’han­no af­fron­ta­ta tran­quil­la­men­te, per altri è stata una grave prova. Però dal 2009 tutti que­sti fondi hanno registrato un’ot­ti­ma cre­sci­ta (più del 30% al­l’an­no, oltre al 400% in sei anni). Tutti gli in­ve­sti­to­ri, che vi ave­va­no col­lo­ca­to i soldi al­cu­ni anni fa, hanno gua­da­gna­to bene.

La clas­si­fi­ca non com­pren­de fondi co­no­sciu­ti come SPY op­pu­re DIA (che ri­pe­to­no la di­na­mi­ca degli in­di­ci dif­fu­si S&P 500 e Dow 30). Gli in­di­ci più im­por­tan­ti se­guo­no la di­na­mi­ca delle eco­no­mie na­zio­na­li e di quel­la mon­dia­le. In ogni caso tassi re­cord sono re­gi­stra­ti in set­to­ri di mer­ca­to più ri­stret­ti. Tutti i fondi di cui par­le­re­mo oggi sono poco co­no­sciu­ti al let­to­re co­mu­ne. Tut­ta­via sono pro­prio que­sti a se­gui­re i set­to­ri di mer­ca­to gra­zie a quali si sono registrati i migliori guadagni.

10º posto. First Trust Consumer Discretionary AlphaDEX

  • Ticker: (NYSE ARCA: FXD)
  • Rendimento totale in sei anni: 438,6%
  • Fondi gestiti: 2,5 miliardi di dollari

Così come il Gug­ge­n­heim S&P Equal Weight Con­su­mer Di­scre­tio­na­ry, que­sto fondo segue la di­na­mi­ca delle azien­de di cui i pro­dot­ti e ser­vi­zi non sono quel­li di prima ne­ces­si­tà. Le azien­de ven­go­no se­le­zio­na­te dal­l’in­di­ce Stra­ta­Quant Con­su­mer Di­scre­tio­na­ry se­con­do una me­to­do­lo­gia mul­ti-fat­to­ria­le par­ti­co­la­re chia­ma­ta Al­pha­DEX.

La di­na­mi­ca delle quo­ta­zio­ni di que­sto fondo as­so­mi­glia quel­la di Gug­ge­n­heim S&P Equal Weight Con­su­mer Di­scre­tio­na­ry: un calo mo­de­ra­to nel 2008 e una ri­pre­sa ra­pi­da dopo.

9º posto. Guggenheim S&P MidCap 400 Pure Value

  • Ticker: (NYSE ARCA: RFV)
  • Rendimento totale per sei anni: 462,8%
  • Fondi gestiti: 124 milioni di dollari

Que­sto fondo è si­mi­le a Gug­ge­n­heim S&P 500 Pure Value e Gug­ge­n­heim S&P Small­Cap 600 Pure Value, ma se­le­zio­na le azio­ni dal­l’in­di­ce S&P Mi­d­Cap 400. L’in­di­ce S&P Mi­d­Cap 400 in­clu­de 400 so­cie­tà a ca­pi­ta­liz­za­zio­ne media tra 750 mi­lio­ni e 3 mi­liar­di di dol­la­ri. Il fondo Gug­ge­n­heim S&P Mi­d­Cap 400 Pure Value sce­glie quel­le che hanno il mi­glior “va­lo­re pro­prio”.

Così come gli altri fondi già con­si­de­ra­ti di tale tipo, que­sto fondo è crol­la­to nel 2008, e re­gi­stran­do una “cre­sci­ta re­cord” per la più parte cerca di su­pe­ra­re il ri­bas­so.

8º posto. SPDR S&P Retail

  • Ticker: (NYSE ARCA: XRT)
  • Rendimento totale per sei anni: 472%
  • Fondi gestiti: 1,1 miliardi di dollari

Que­sto fondo rac­co­glie le azio­ni delle so­cie­tà di ven­di­ta al det­ta­glio che sono pre­sen­ti nel­l’in­di­ce S&P Total Mar­ket Index (S&P TMI). S&P TMI è l’in­di­ce più ampio di Stan­dards & Poor’s. Com­pren­de al­cu­ne mi­glia­ia di so­cie­tà ame­ri­ca­ne. Quin­di SPDR S&P Re­tail rac­co­glie le azio­ni delle so­cie­tà di re­tail quasi da tutto il mer­ca­to ame­ri­ca­no. Tutte sono pon­de­ra­te ugual­men­te nel­l’in­di­ce in­di­pen­den­te­men­te dalla ca­pi­ta­liz­za­zio­ne.

Il gra­fi­co delle quo­ta­zio­ni del fondo ha una par­ti­co­la­ri­tà cu­rio­sa. Da una parte, il loro calo nei 2007-2008 è stato quasi pari a quel­lo di tutto l’in­di­ce S&P 500 che si è ri­dot­to ap­pros­si­ma­ti­va­men­te di due volte. Tut­ta­via, dopo la crisi il fondo SPDR S&P Re­tail ha co­min­cia­to a cre­sce­re nolto più ra­pi­da­men­te che l’in­di­ce S&P 500. Oggi ha su­pe­ra­to le po­si­zio­ni prima della crisi già del 60% (men­tre S&P 500 solo del 30%). L’au­men­to medio delle quo­ta­zio­ni del fondo dal 2009 am­mon­ta al 30% annuo.

7º posto. SPDR S&P Pharmaceuticals

  • Ticker: (NYSE ARCA: XPH)
  • Rendimento totale per sei anni: 486,1%
  • Fondi gestiti: 1,2 miliardo di dollari

Un altro fondo far­ma­ceu­ti­co da 30 so­cie­tà, ma que­sta volta se­le­zio­na­te dal­l’in­di­ce S&P 500. Sono quasi le stes­se so­cie­tà di Dy­na­mics Phar­ma­ceu­ti­cals, ma pon­de­ra­te ugual­men­te (equal weight), non a se­con­da della ca­pi­ta­liz­za­zio­ne (cap weight). Per que­sta ra­gio­ne la di­na­mi­ca del fondo di­pen­de non solo dai gi­gan­ti di avan­guar­dia tipo Pfi­zer (a 1,2 mi­liar­di di $ di ca­pi­ta­liz­za­zio­ne) op­pu­re ANI Phar­ma­ceu­ti­cals (a 761 mi­lio­ni di $ di ca­pi­ta­liz­za­zio­ne). Suc­ce­de spes­so che tali so­cie­tà “se­con­da­rie” di­mo­stra­no una cre­sci­ta par­ti­co­lar­men­te buona.

Il gra­fi­co delle quo­ta­zio­ni di que­sto fondo as­so­mi­glia­no quel­le di altri fondi far­ma­ceu­ti­ci men­zio­na­ti. Il rial­zo di cin­que volte del fondo SPDR S&P Phar­ma­ceu­ti­cals in sei anni (il 30% al­l’an­no) è una cre­sci­ta netta, non la ri­pre­sa dopo la crisi.

6º posto. iShares Nasdaq Biotechnology

  • Ticker: (NASDAQ: IBB)
  • Rendimento totale per sei anni: 487,31%
  • Fondi gestiti: 8,8 miliardi di dollari

Il fondo segue la di­na­mi­ca delle azio­ni di 120 so­cie­tà bio­tec­no­lo­gi­che e me­di­ca­li pre­sen­ti nel­l’in­di­ce NA­SDAQ Bio­tech­no­lo­gy. Si dif­fe­ren­zia dai due fondi bio­me­di­ca­li men­zio­na­ti (First Trust NYSE Arca Bio­tech­no­lo­gy e Po­wer­Sha­res Dy­na­mic Phar­ma­ceu­ti­cals) so­pra­tut­to in­clu­den­do un nu­me­ro mag­gio­re delle so­cie­tà e per­ciò co­pren­do in modo più rap­pre­sen­ta­ti­vo il set­to­re. Al­cu­ne so­cie­tà (per esem­pio, Gi­lead e No­va­vax) sono pre­sen­ti sia in que­sto, che negli altri in­di­ci. Però una serie di cor­po­ra­zio­ni di ri­lie­vo (per esem­pio, Merck e Pfi­zer) non fanno parte di iSha­res Na­sdaq Bio­tech­no­lo­gy poi­ché non sono pre­sen­ti nella borsa NA­SDAQ.

La di­na­mi­ca plu­rien­na­le delle quo­ta­zio­ni del fondo è si­mi­le alla di­na­mi­ca delle quo­ta­zio­ni di altri fondi le­ga­ti alle bio­tec­no­lo­gie: una sta­gna­zio­ne re­la­ti­va prima del 2009 e poi un bru­sco rial­zo. In sei anni dal 2009 le quo­ta­zio­ni del fondo si sono au­men­ta­te di quasi cin­que volte, ossia del 30% medio al­l’an­no

5º posto. Guggenheim S&P Equal Weight Consumer Discretionary

  • Ticker: (NYSE ARCA: RCD)
  • Rendimento totale per sei anni: 507,7%
  • Fondi gestiti: 196 milioni di dollari

Un altro fondo che rac­co­glie azio­ni se­le­zio­na­te dal­l’in­di­ce S&P 500. Que­sta volta sono le azio­ni delle so­cie­tà che pro­du­co­no merci e ser­vi­zi non di prima ne­ces­si­tà. Per esem­pio, Royal Ca­rib­bean Crui­ses (so­cie­tà tu­ri­sti­ca che or­ga­niz­za cro­cie­re per tutto il mondo e di­spo­ne delle navi da pas­seg­ge­ri più gran­di della sto­ria), Goo­dyear Tire & Rub­ber (pro­dut­to­re di gomme), D.R. Hor­ton (la so­cie­tà più im­por­tan­te di co­stru­zio­ne di al­log­gio ame­ri­ca­na).

Mal­gra­do la spe­cia­liz­za­zio­ne di­ver­sa delle so­cie­tà pre­sen­ti, tutte quan­te hanno una par­ti­co­la­ri­tà im­por­tan­te: la do­man­da della loro pro­du­zio­ne (in con­tra­sto alla do­man­da dei ge­ne­ri ali­men­ta­ri e me­di­ci­na­li di prima ne­ces­si­tà) di­pen­de for­te­men­te dallo stato del­l’e­co­no­mia. Negli anni di crisi crol­la bru­sca­men­te, e nei pe­rio­di fa­vo­re­vo­li di­mo­stra un rial­zo ra­pi­do. Le azio­ni di tutte le so­cie­tà nel por­ta­fo­glio del fondo sono pon­de­ra­te ugual­men­te.

Du­ran­te la crisi dalla metà del 2007 al­l’i­ni­zio del 2009 le quo­ta­zio­ni del fondo sono ca­la­te di più del 60%. Però que­sto fondo è riu­sci­to a ri­pren­de­re le po­si­zio­ni di prima della crisi più ra­pi­da­men­te che l’in­di­ce S&P 500 stes­so op­pu­re Gug­ge­n­heim S&P 500 Pure Value: già nel 2011. Oggi le quo­ta­zio­ni del fondo hanno quasi su­pe­ra­to quel­le di prima della crisi.

4º posto. PowerShares Dynamic Pharmaceuticals

  • Ticker: (NYSE ARCA: PJP)
  • Rendimento totale per sei anni: 552,2%
  • Fondi gestiti: 2 miliardi di dollari

Que­sto fondo segue la di­na­mi­ca di 30 gi­gan­ti far­ma­ceu­ti­ci co­no­sciu­ti in tutto il mondo, pre­sen­ti nel­l’in­di­ce Dy­na­mic Phar­ma­ceu­ti­cals Index. La mag­gio­ran­za della gente lo co­no­sce non per i nomi, ma per i far­ma­ci da loro svi­lup­pa­ti in di­ver­si anni. Ecco solo un elen­co breve dei loro pre­pa­ra­ti a varie de­sti­na­zio­ni.

  • Viagra (società Pfizer), famoso farmaco contro l’impotenza.
  • Entecaviar (baraclude, società Bristol-Myers), il primo farmaco al mercato capace di sopprimere costantemente l’attività dell’epatite B cronico e trattare la fibrosi e la cirrosi epatica compensata (il che sembrava impossibile prima).
  • Tenofovir (veread, società Gilead), farmaco unico delle stesse capacità di entecavir, ma che allo stesso tempo riduce l’attività del virus dell’AIDS.
  • Fluoxetina (prozac, società Eli Lilly), l’antidepressivo il più noto nel mondo.
  • Sofosbuvir (sovaldi, società Gilead), il primo farmaco specializzato nel mondo per curare l’epatite C.
  • MDMA (società Merck), psicodelico-empatogeno, conosciuto oggi per il nome comune “ecstasy” (prima del 1986 era stato legale e usato nella psichiatria).

Po­wer­Sha­res Dy­na­mic Phar­ma­ceu­ti­cal, così come First Trust NYSE Arca Bio­tech­no­lo­gy ha poco rea­gi­to alla crisi del 2008, ma ha co­min­cia­to a cre­sce­re for­te­men­te dal 2009. In sei anni le sue quo­ta­zio­ni sono au­men­ta­te di 5,5 volte, così da con­ce­de­re un ren­di­men­to enor­me del 34% annuo. La cre­sci­ta non è stata cau­sa­ta dalla ri­pre­sa dopo la crisi, è una reale cre­sci­ta sta­bi­le.

3º posto. Guggenheim S&P SmallCap 600 Pure Value

  • Ticker: (NYSE ARCA: RZV)
  • Rendimento totale per sei anni: 560,1%
  • Fondi gestiti: 180 milioni di dollari

Que­sto fondo è molto si­mi­le al pre­ce­den­te. La dif­fe­ren­za prin­ci­pa­le è che rac­co­glie azio­ni non dal­l’in­di­ce S&P 500, ma dal­l’in­di­ce S&P Small­Cap 600 (chia­ma­to sem­pli­ce­men­te S&P 600). Men­tre S&P 500 com­pren­de le azio­ni delle so­cie­tà mag­gio­ri ame­ri­ca­ne, S&P 600, al con­tra­rio, con­tie­ne le so­cie­tà a ca­pi­ta­liz­za­zio­ne re­la­ti­va­men­te bassa (in ge­ne­ra­le, meno di un mi­liar­do di dol­la­ri). D’al­tron­de, tutte que­ste 600 so­cie­tà co­pro­no il 2-3% del mer­ca­to sta­tu­ni­ten­se. Il fondo Gug­ge­n­heim S&P Small­Cap 600 Pure Value segue la di­na­mi­ca solo delle tali azio­ni di S&P 600 che sem­bra­no di meno bolle spe­cu­la­ti­ve.

Il gra­fi­co delle quo­ta­zio­ni di Gug­ge­n­heim S&P Small­Cap 600 Pure Value as­so­mi­glia quel­lo di Gug­ge­n­heim S&P Pure Value. Per la mag­gior parte la cre­sci­ta di Gug­ge­n­heim S&P Small­Cap 600 Pure Value in re­cen­ti sei anni co­sti­tui­sce sol­tan­to la ri­pre­sa delle sue po­si­zio­ni di prima della crisi.

2º posto. Guggenheim S&P 500 Pure Value

  • Ticker: (NYSE ARCA: RPV)
  • Rendimento totale per sei anni: 574,6%
  • Fondi gestiti: 1 miliardo di dollari

Il fondo rac­co­glie le azio­ni del­l’in­di­ce S&P 500 (500 cor­po­ra­zio­ni mag­gio­ri ame­ri­ca­ni). Ma non tutte, solo quel­le di va­lo­re pro­prio (non a causa del­l’ag­gio­tag­gio di mer­ca­to). Nel se­le­zio­nar­le ven­go­no usate i cri­te­ri come il rap­por­to tra il va­lo­re no­mi­na­le delle azio­ni e quel­la di mer­ca­to, il rap­por­to tra il vo­lu­me della so­cie­tà e la sua ca­pi­ta­liz­za­zio­ne, il ren­di­men­to di di­vi­den­di. Spie­ga­to in modo sem­pli­ce, il fondo Gug­ge­n­heim S&P 500 Pure Value rac­co­glie le azio­ni solo delle so­cie­tà che ga­ran­ti­sco­no di non es­se­re bolle spe­cu­la­ti­ve. Il nu­me­ro di tali azien­de cam­bia di anno in anno, ma la loro ca­pi­ta­liz­za­zio­ne to­ta­le media co­sti­tui­sce un terzo del­l’in­di­ce S&P 500. La mag­gio­ran­za di esse non sono molto gran­di, anche se il fondo in­clu­de veri gi­gan­ti. In par­ti­co­la­re, sono i “clas­si­ci” del­l’in­du­stria auto mec­ca­ni­ca ame­ri­ca­na Ge­ne­ral Mo­tors e Ford Motor, la so­cie­tà pe­tro­li­fe­ra mul­ti­na­zio­na­le Che­vron, le ban­che Mor­gan Stan­ley e Bank of Ame­ri­ca.

Le quo­ta­zio­ni del fondo sono for­te­men­te crol­la­te nei 2008-2009, poi si sono ri­pre­se e nel 2013 hanno su­pe­ra­to il re­cord del pas­sa­to. La di­na­mi­ca del fondo as­so­mi­glia la di­na­mi­ca di tutto l’in­di­ce S&P 500, ma ha avuto un calo di gran lunga più basso nel 2008. A prima vista sem­bra pa­ra­dos­sa­le: per­ché alle so­cie­tà che non co­sti­tui­va­no bolle spe­cu­la­ti­ve la crisi ha ar­re­ca­to tali danni gravi? Ci po­treb­be­ro es­se­re al­cu­ne spie­ga­zio­ni:

  • In primo luogo, le medie imprese erano meno protetti dalla crisi che i giganti;
  • In secondo luogo, l’assenza dell’aggiotaggio di mercato per le azioni (l’assenza di una bolla) neanche è sempre un buon segno per azionisti.

Può darsi che in­ve­sti­to­ri non vo­glia­no stra­pa­ga­re le azio­ni solo per la ra­gio­ne che l’a­zien­da ha pro­ble­mi. Un esem­pio vivo è Ge­ne­ral Mo­tors che fa parte del­l’e­len­co. Com’è noto si è ri­ve­la­ta as­so­lu­ta­men­te im­pron­ta alla crisi del 2008 e in­fat­ti è fal­li­ta. Così, l’au­men­to di sei volte del fondo Gug­ge­n­heim S&P 500 Pure Value in sei anni non è un tale gran suc­ces­so. Per la più parte è la ri­pre­sa delle po­si­zio­ni dopo il calo re­cord pre­ce­den­te.

1º posto. First Trust NYSE Arca Biotechnology

  • Ticker: (NYSE ARCA: FBT)
  • Rendimento totale per sei anni: 618,3%
  • Fondi gestiti: 3,5 miliardi di dollari

Il fondo rac­co­glie le azio­ni di 30 mi­glio­ri im­pre­se in­no­va­ti­ve in ma­te­ria di bio­lo­gia e me­di­ci­na pre­sen­ti nel­l’in­di­ce NYSE Arca Bio­tech­no­lo­gy. Par­ti­co­lar­men­te, sono le so­cie­tà In­ter­cept Phar­ma­ceu­ti­cals, Phar­ma­cy­clics, Cell­dex The­ra­peu­tics, Uni­ted The­ra­peu­tics, No­va­vax. Tutte le azien­de del por­ta­fo­glio del fondo sono pon­de­ra­te ugual­men­te, non in base alla ca­pi­ta­liz­za­zio­ne come si fa al so­li­to.

Come si vede dal gra­fi­co, ap­pros­si­ma­ti­va­men­te prima del 2010 il fondo aveva su­bi­to oscil­la­zio­ni lente, ha tran­quil­la­men­te rea­gi­to alla crisi del 2008 e poi ha preso una cre­sci­ta ra­pi­da. Dal 2009 al 2015 si è au­men­ta­to di sei volte (del 35% al­l’an­no).

Conclusioni

Que­sta clas­si­fi­ca di dieci fondi in cre­sci­ta co­sti­tui­sce una buona il­lu­stra­zio­ne della dif­fe­ren­za tra le di­na­mi­che fi­nan­zia­rie che si pos­so­no na­scon­de­re die­tro “fac­cia­te” si­mi­li di suc­ces­so. Nella no­stra col­la­na i veri lea­der sono le gran­di so­cie­tà far­ma­ceu­ti­che e bio­tec­no­lo­gi­che. Col­pi­sce anche la di­na­mi­ca del set­to­re re­tail. Non vanno tanto bene gli af­fa­ri dei fondi che rac­col­go­no le azio­ni delle so­cie­tà che fab­bri­ca­no pro­dot­ti di “im­por­tan­za se­con­da­ria”. La parte no­te­vo­le della loro cre­sci­ta re­cen­te è do­vu­ta alla ri­pre­sa delle po­si­zio­ni di prima della crisi. Per quan­to ri­guar­da “Pure Value”, i loro af­fa­ri vanno in modo peg­gio­re. Tutti quan­ti hanno su­bi­to un calo con­si­de­re­vo­le du­ran­te la crisi e sono rien­tra­ti nella clas­si­fi­ca pur aven­do un punto di par­ten­za molto basso nel 2009.

La clas­si­fi­ca è stata rea­liz­za­ta dalla so­cie­tà di bro­ke­ra­ge Exan­te che con­ce­de agli in­ve­sti­to­ri un ac­ces­so di­ret­to alle borse prin­ci­pa­li del mondo. Pro­va­te a ne­go­zia­re azio­ni con Exan­te. Per te­sta­re la piat­ta­for­ma ne­go­zia­le, apri­te un conto demo gra­tis e usa­te­lo senza ri­schi e ob­bli­ga­zio­ni. Il conto demo di­spo­ne di un mi­lio­ne di dol­la­ri. A dif­fe­ren­za di molte altre so­cie­tà, Exan­te non li­mi­ta il pe­rio­do di va­li­di­tà del conto demo.

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