La crescita dell’Italia: probabile correlazione tra aumento del Pil e della credibilità
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A cura di Paolo Balice, Presidente Aiaf
Martedì è stato collocato il nuovo Btp trentennale ad un rendimento pari circa al 2,8%. Altra notizia è che l’offerta è stata di 25,6 mld di Euro ed il Tesoro ha poi collocato 9 mld rispetto ai 6/8 mld previsti. Si potrebbe trattare di una tema per addetti ai lavori, per chi nelle sale operative, nelle società di asset management o in un fondo pensione misura inclinazioni di curve, spread, premi al rischio, ecc.. Un esito favorito da un contesto caratterizzato da spasmodica ricerca di rendimenti nel mondo. Il recente flop dell’asta dei bund trentennali tedeschi ne è la controprova. Un differenziale di più di un punto e mezzo sulla scadenza a trent’anni oggi pesa parecchio.
Ma è indubbiamente un importante segno di fiducia degli investitori nell’Italia. Non più di 5 anni fa abbiamo superato la crisi gravissima di fiducia sul nostro Debito Pubblico,sono seguite le cure recessive dettate dall’Europa e diligentemente eseguite dai Governi in carica, con un significativo peggioramento del rapporto Debito/Pil causato anche dai numerosi aiuti ai Paesi che non sono riusciti a “uscirne da soli” come l’Italia, seppur passando per una drammatica recessione. Non abbiamo chiesto nulla all’Europa. Abbiamo solo pagato le crisi degli altri. Non abbiamo approfittato dell’assistenza ante “bail in” per le nostre banche …ma ormai è fatta, l’avvicendarsi di quattro Governi in pochi anni non ha giovato.
L’AIAF esattamente un anno fa organizzava un importante Convegno sulla crescita in Italia. Abbiamo anche dedicato uno speciale numero monografico della nostra Rivista. Missione in qualche modo compiuta: Il 2015 si è chiuso finalmente con un segno +. Ma il Governo vuole andare oltre e l’Italia ha chiesto all’Europa maggiore flessibilità sui conti pubblici 2016 per sostenere una previsione di crescita dell’1,5%. L’Italia vuole continuare a crescere ancora e di più in un contesto mondiale sicuramente complesso che dà meno garanzie sulla domanda estera. La risposta europea sulla flessibilità sul deficit è stata parziale e, da alcuni esponenti politici europei, indispettita.
Non crediamo sia giusto…. alla luce della storia recente fatta di pesanti contributi, sacrifici che abbiamo tratteggiato. Vorremo però dare un consiglio al nostro Governo. Parli di più e meglio della lotta alle inefficienze della pubblica amministrazione. E’ vero che la spending review ha contenuti recessivi e deve essere “maneggiata” con attenzione ma e fossi europeo non darei più flessibilità all’Italia senza una svolta chiara e netta nella gestione di un apparato pubblico centrale e locale molto importante, complesso, in alcuni casi inefficiente, costoso e talvolta parassitario.
Il Governo faccia maggiore attenzione a come vengono spesi i soldi negli enti locali e a come vengono gestiti i suoi assets. E comunichi di più su questi temi dentro e fuori l’Italia. Per far vedere che si è davvero cambiata marcia anche lui.
I dipendenti pubblici licenziati a Sanremo fanno in questi giorni notizia ma non bastano e magari qualche zelante giudice li reintegrerà… quando i media staranno occupandosi di altro. Il beneficio di un’azione chiara e visibile sulla efficienza e trasparenza nella macchina dello Stato e degli enti locali sarà a vantaggio di tutti: i dipendenti pubblici onesti, i dirigenti pubblici bravi organizzatori, tutti gli altri che, senza garanzie, al posto di timbrare il cartellino devono affrontare ogni giorno il mercato. Su queste persone in prima linea metterei le “telecamere” ma a scopo divulgativo per gli altri.
Il nostro Paese ha sicuramente una esigenza di crescita economica ma anche di crescita della propria credibilità e se vogliamo avere più voce in Europa le due cose devono andare sicuramente insieme.
Martedì è stato collocato il nuovo Btp trentennale ad un rendimento pari circa al 2,8%. Altra notizia è che l’offerta è stata di 25,6 mld di Euro ed il Tesoro ha poi collocato 9 mld rispetto ai 6/8 mld previsti. Si potrebbe trattare di una tema per addetti ai lavori, per chi nelle sale operative, nelle società di asset management o in un fondo pensione misura inclinazioni di curve, spread, premi al rischio, ecc.. Un esito favorito da un contesto caratterizzato da spasmodica ricerca di rendimenti nel mondo. Il recente flop dell’asta dei bund trentennali tedeschi ne è la controprova. Un differenziale di più di un punto e mezzo sulla scadenza a trent’anni oggi pesa parecchio.
Ma è indubbiamente un importante segno di fiducia degli investitori nell’Italia. Non più di 5 anni fa abbiamo superato la crisi gravissima di fiducia sul nostro Debito Pubblico,sono seguite le cure recessive dettate dall’Europa e diligentemente eseguite dai Governi in carica, con un significativo peggioramento del rapporto Debito/Pil causato anche dai numerosi aiuti ai Paesi che non sono riusciti a “uscirne da soli” come l’Italia, seppur passando per una drammatica recessione. Non abbiamo chiesto nulla all’Europa. Abbiamo solo pagato le crisi degli altri. Non abbiamo approfittato dell’assistenza ante “bail in” per le nostre banche …ma ormai è fatta, l’avvicendarsi di quattro Governi in pochi anni non ha giovato.
L’AIAF esattamente un anno fa organizzava un importante Convegno sulla crescita in Italia. Abbiamo anche dedicato uno speciale numero monografico della nostra Rivista. Missione in qualche modo compiuta: Il 2015 si è chiuso finalmente con un segno +. Ma il Governo vuole andare oltre e l’Italia ha chiesto all’Europa maggiore flessibilità sui conti pubblici 2016 per sostenere una previsione di crescita dell’1,5%. L’Italia vuole continuare a crescere ancora e di più in un contesto mondiale sicuramente complesso che dà meno garanzie sulla domanda estera. La risposta europea sulla flessibilità sul deficit è stata parziale e, da alcuni esponenti politici europei, indispettita.
Non crediamo sia giusto…. alla luce della storia recente fatta di pesanti contributi, sacrifici che abbiamo tratteggiato. Vorremo però dare un consiglio al nostro Governo. Parli di più e meglio della lotta alle inefficienze della pubblica amministrazione. E’ vero che la spending review ha contenuti recessivi e deve essere “maneggiata” con attenzione ma e fossi europeo non darei più flessibilità all’Italia senza una svolta chiara e netta nella gestione di un apparato pubblico centrale e locale molto importante, complesso, in alcuni casi inefficiente, costoso e talvolta parassitario.
Il Governo faccia maggiore attenzione a come vengono spesi i soldi negli enti locali e a come vengono gestiti i suoi assets. E comunichi di più su questi temi dentro e fuori l’Italia. Per far vedere che si è davvero cambiata marcia anche lui.
I dipendenti pubblici licenziati a Sanremo fanno in questi giorni notizia ma non bastano e magari qualche zelante giudice li reintegrerà… quando i media staranno occupandosi di altro. Il beneficio di un’azione chiara e visibile sulla efficienza e trasparenza nella macchina dello Stato e degli enti locali sarà a vantaggio di tutti: i dipendenti pubblici onesti, i dirigenti pubblici bravi organizzatori, tutti gli altri che, senza garanzie, al posto di timbrare il cartellino devono affrontare ogni giorno il mercato. Su queste persone in prima linea metterei le “telecamere” ma a scopo divulgativo per gli altri.
Il nostro Paese ha sicuramente una esigenza di crescita economica ma anche di crescita della propria credibilità e se vogliamo avere più voce in Europa le due cose devono andare sicuramente insieme.
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