Deutsche Bank: i compiti non bastano per superare gli Aqr

a cura di Francesco Maggioni (report del 21/10/2014)

Il grafico mensile di Deutsche Bank è interessante, così comei grafici delle banche europee in quanto stiamo /s’avvicina la fatidica data del 26 ottobre, giorno in cui la BCE renderà pubblici i risultati degli Asset Quality eview, ovvero gli AQR. Questo test mira a dare un giudizio sulla qualità degli asset detenuti dalle principali banche /europee.

Rumors vogliono che proprio Deutsche Bank non navighi in ottime acque specialmente a causa di una leva finanziaria ancora altissima, uguale a livelli pre 2009 (si veda in merito un articolo di Bloomberg del 2012). Forse qualche cambiamento lo può portare l’ultimo programma di acquisti della BCE partito proprio ieri, con l’acquisto di covered bonds e ABS.

Anche se non converrete con me con lo stato di salute della banca, è sicuramente utile dare uno sguardo al grafico dell’istituto tedesco. La prima cosa che dovrebbe balzare agli occhi degli investitori è dove si trova oggi l’azione. Si trova proprio all’ultimo supporto, 24 euro, (supporto di un quarto di secolo!) prima di tornare velocemente ai minimi del 2009. Non lo chiamerei un miglioramento. Ecco perche’ questo report proprio ora. Siamo al momento della verità.

Inoltre guardando tutto il suo movimento dal 2009, possiamo vedere come il massimo successivo sia stato raggiunto subito dopo, cioè nel 2010: da quel momento i massimi successivi sono sempre stati massimi inferiori. Questo grafico tra l’altro è molto simile al grafico dell’indice domestico, il FTSE MIB. Tutti e due hanno raggiunto un massimo subito dopo il minimo.

Cosa significa?
Fare un massimo importante subito dopo il minimo, significa che tale massimo non è altro che un movimento correttivo all’interno di un movimento primario ribassista. Infatti osservando le relazioni prezzo-tempo i massimi avvengono alla fine di un ciclo, non all’inizio. Un altro esempio di massimo a fine ciclo lo potete osservare sull’indice americano, S&P500: il massimo arriva infatti dopo cinque anni, non subito dopo il minimo.

Quindi dal 2010 Deutsche Bank ha inanellato una serie di massimi inferiori, dando segni di debolezza, non forza. Essere poi ancora a 24 euro, su un supporto di 25 anni con il proprio indice sui massimi, non
è per niente una buona cosa. Perche? Il settore bancario è un settore prociclico, quindi in fasi di espansione, i mercati finanziari salgono insieme alle banche perché con l’attività economica in aumento, le banche forniscono denaro, il sangue, la linfa vitale di tutto il sistema (lo vediamo bene in Italia, quando c’è scarsità di quel sangue cosa succede). In questo caso siamo testimoni di una anomalia (non solo tedesca in questo senso, anche se questa è forse la piu eclatante) ovvero l’indice di riferimento sui massimi storici e la propria banca di riferimento, sui minimi quasi storici. Una divergenza almeno preoccupante, se non paurosa.

Disegnando delle trendlines dai massimi del 2010 è facile notare come ognuna di esse sia ribassista e che non vi sono segni alcuni di inversioni di tendenza, almeno di lungo periodo. Come detto prima, l’azione sta flirtando con l’ultima linea difensiva prima di muovere velocemente, se rotta, i minimi del 2009, ma quella è solo una fermata intermedia.
Infatti tutta la struttura formata dai massimi del 2007 in poi e una struttura impulsiva ribassita in 5 onde, con il minimo di onda 3 corrispondente ai minimi del 2009, mentre i massimi del 2010 sono i massimi di onda 4, da cui è partita l’onda 5. Il target di onda 5 è oltre il minimo di onda 3, ovvero intorno agli 8 euro.

Questo è il mio masterplan, che idealmente già ci dice se Deutsche Bank supera gli AQR oppure no.

Non possiedo nessuna informazione privilegiata sui risultati degli AQR quindi non posso giudicare: posso però sbagliarmi sulla interpretazione del grafico, è un’eventualità.

Il grafico in esame è oggettivamente ribassista, ma sviluppi diversi da quelli portati fino a ora sono possibili intanto all’abbandonare questa linea Maginot dei 24 euro per andare a formare minimi superiori, dando segnali primordiali di forza.

Per cambiare completamente outlook sull’azione è necessario che venga violato prima il massimo del gennaio 2014 di 40 euro, ma la vera conferma è la violazione dei massimi del 2010 di 55 euro.

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