Cosa sta succedendo alle banche italiane?

A cura di Gilles Guibout, Head del team di investimento European Equities, Framlington Equities
Il mercato italiano ha risentito delle recenti preoccupazioni degli investitori riguardo al settore finanziario europeo. Le banche e le istituzioni finanziarie rappresentano una parte significativa della Borsa italiana (rispettivamente costituiscono il 25% e il 37% dell’indice). Le banche italiane, come l’industria bancaria europea in generale, hanno avviato solo di recente un piano di riforma. Si tratta di un processo non immediato e che richiederà del tempo, dal quale riteniamo deriveranno miglioramenti strutturali, aumento della redditività e delle valutazioni.
Nel breve termine, i principali timori del mercato riguardano:
1) come le banche italiane affronteranno il calo dei margini d’intermediazione, e
2) quali saranno gli effetti dei prestiti in sofferenza.
Per ciò che concerne i margini, ci aspettiamo che le società riducano i costi tramite operazioni di consolidamento ed un aumento delle commissioni. Riguardo ai prestiti in sofferenza, l’implementazione del sistema di garanzie attuato a gennaio dovrebbe offrire maggiore chiarezza nel prossimo futuro. Siamo convinti che la recente correzione rappresenti una buona opportunità d’acquisto ma siamo consapevoli che la volatilità rimarrà elevata nel breve periodo.
I punti principali da tenere a mente:
Non esiste alternativa al consolidamento, ma è un processo che richiede tempo poiché ogni banca sta cercando di trovare la combinazione migliore, anche per il top management.
• Il rischio di liquidità è limitato grazie alle misure di protezione fornite dalla BCE.
• I timori sui prestiti insoluti sono eccessivi per la maggior parte delle banche (ad eccezione forse di Monte Paschi, Carige e poche altre non quotate) in considerazione degli accantonamenti già effettuati e del valore del collaterale, spesso immobiliare. Da ricordare che l’Italia a differenza della Spagna non ha attraversato un periodo di intensa attività edilizia per cui i prezzi hanno meno spazio per diminuire.
• Il timore di costringere una delle maggiori banche a salvare Monte Paschi è difficile da prevedere in quando danneggerebbe decisamente la credibilità della politica italiana, proprio ora in miglioramento.
Le valutazioni sono poco pretenziose per le banche italiane retail (da 0,4xBV a 0,8xBV), tra le meno indebitate in Europa, anche se devono ancora ripristinare la propria redditività, che al momento non riesce a coprire il costo del capitale.
I bassi interessi imprimeranno ulteriori pressioni sul margine d’intermediazione, ma non solo in Italia. Ciò significa che le banche non hanno altra alternativa se non quella di migliorare la redditività operando sulle commissioni, tagliando ancora i costi e consolidando ulteriormente per ottenere maggiore efficienza.
Restiamo convinti delle nostre view in questa fase e riconosciamo di dover accettare la volatilità, controllando con regolarità le nostre posizioni in portafoglio.

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