La crescita africana sorprenderà gli scettici, grazie alle infrastrutture

A cura di Erik Renander, Gestore del fondo HI Africa Opportunities di Hedge Invest Sgr
Gli scettici sono tornati. L’Africa è stata una delle regioni con il più veloce tasso di crescita del mondo negli ultimi 15 anni, ma come sempre nessuno crede che tale situazione possa continuare. La sorprendente crescita dell’economia africana sul finire degli anni ’90 è stata spiegata, col senno di poi, come il naturale risultato del partire da una situazione di povertà. Chiunque può crescere quando parte da zero, ma non tenderà a crescere per sempre. Poi, nell’ultimo decennio, la crescita africana è stata attribuita al boom globale delle materie prime.
La critica è che l’Africa ha approfittato della domanda di materie prime da parte della Cina. Togliete gli investimenti nel settore energetico e minerario e tutte le entrate dalle relative imposte e i posti di lavoro creati e vedrete che l’Africa non avrà le gambe per reggersi in piedi da sola e, di conseguenza, fallirà. Oltre a petrolio e pietre, asseriscono gli scettici, l’Africa non ha nulla da offrire al mondo e non può competere in un mercato moderno caratterizzato da un alto tasso tecnologico.
Tutti questi giovani africani cresceranno e scopriranno di non aver alcuna possibilità di lavorare, aggiungono i detrattori. Il mercato azionario riflette questa visione, con un calo di circa il 35% negli ultimi due anni. Gli investitori stanno vendendo e non sono più interessati. Sfortunatamente, si perderanno la prossima, sorprendente fase di crescita. Il prossimo driver è già in campo. L’Africa vedrà la più grande crescita nelle infrastrutture della sua storia. In tutto il continente si stanno costruendo ferrovie, aeroporti, strade, depositi di container, stazioni energetiche e network di fibra ottica.  Nel 2014, sono stati stanziati 75 miliardi di dollari per progetti nel settore dei trasporti, in quello energetico, della potabilizzazione dell’acqua e tecnologico. I progetti attuali avranno un effetto di lungo periodo che trasformerà l’economia.
Migliori infrastrutture nei traporti e nel settore energetico ridurranno i tempi e i costi per spostare beni e persone all’interno del continente. Nuove industrie si svilupperanno in aree prima isolate e senza energia. L’economia africana si diversificherà rispetto al settore minerario e al petrolio. Gli scambi commerciali sperimenteranno una forte espansione e apriranno nuovi mercati per le società africane. Inoltre, l’Africa si connetterà al resto del mondo in un modo mai visto prima.
Sbloccare i corridoi logistici che uniscono strade e porti nella parte più interna del continente cambierà le carte in tavola e ridurrà il costo del trasporto di beni per lunghe distanze su strade inadeguate. Per esempio, un camion impiega 20 giorni per viaggiare su strade congestionate fino ad arrivare dal porto di Mombasa a Kampala, o 7 giorni per andare da Lukasa a Durban.
L’Africa sta anche migliorando ed espandendo i suoi porti, sovraffollati e inefficienti. Sarà garantito l’accesso a navi più grandi e i tempi di carico/scarico saranno ridotti, abbassando ancor di più i costi di trasporto.
Inoltre, è in atto un’opera di modernizzazione ed espansione degli aeroporti. Città come Addis Abeba, Nairobi e Johannesburg stanno diventando hub fondamentali per le rispettive regioni, con un continuo aumento del numero di collegamenti tra le città africane. Si tratta di una grande trasformazione per i trasferimenti aerei in Africa. Spostarsi tra città è sempre stato difficile e ha spesso implicato collegamenti con centri fuori dal continente come Londra, Dubai o Istanbul. Lo sviluppo di rotte dirette all’interno del continente ridurrà i costi e aumenterà la frequenza dei voli.
Perché l’Africa sta finalmente sviluppando le proprie infrastrutture dopo anni di negligenza?  Continuerà questo nuovo impegno sulle infrastrutture? Sì. Per tre ragioni.
Innanzitutto, gli stessi governi africani hanno capito che le infrastrutture sono la chiave per un’ulteriore crescita e contribuiscono a circa la metà dei finanziamenti in questo settore. Il piano Vision 2030 del Kenya ha un occhio di riguardo per le infrastrutture. Il piano dell’Egitto fino al 2030 conta 50 progetti per un valore di 35 miliardi di dollari. L’iniziativa Big Results Now della Tanzania è stata strutturata sulla base dello sviluppo della Malesia con un’enfasi maggiore sulle infrastrutture. Il piano Emerging Senegal 2030 include 18 progetti di costruzione per sostenere la crescita tramite porti, ferrovie e zone di sviluppo per immobili commerciali. Anche la Nigeria sta aumentando la spesa pubblica sulle infrastrutture, provando a diversificare la propria economia dal petrolio.
In secondo luogo, le banche per lo sviluppo, a livello globale, stanno spendendo di più sulle infrastrutture. Finanziamenti della Banca Mondiale, della African Development Bank e dei Paesi OCSE sono aumentati dai meno di 3 miliardi di dollari nel 2000 agli attuali 10 miliardi l’anno. La Banca Mondiale oggi stanzia il 38% dei suoi finanziamenti annuali in progetti infrastrutturali, rispetto al 28% del 2000.
La terza ragione dell’impennata dei progetti infrastrutturali africani è la Cina. La strategia di lungo periodo della Cina “One Belt, One Road” è concentrata proprio su investimenti in infrastrutture e apre ai mercati africani. Durante il suo viaggio in Africa, il presidente Xi Jinping ha siglato impegni per 60 miliardi di dollari.  La combinazione cinese di soldi e forte expertise nelle costruzioni sta spingendo la trasformazione delle infrastrutture africane, come mai avvenuto in passato. Grandi progetti che tradizionalmente soffrirebbero anni di ritardi e che forse nemmeno sarebbero possibili, sono in corso di realizzazione nei tempi e con il budget prefissati.
L’ondata di progetti che verranno completati nei prossimi 5 anni genererà una crescita di lungo periodo che potrà essere apprezzata solo con il senno di poi. Il progetto africano del 2020 sulle infrastrutture trasformerà l’Africa nello stesso modo in cui la Trans-Continental Railroad ha reso accessibile la parte occidentale degli Stati Uniti o come il Jebel Ali Port e l’aeroporto internazionale di Dubai hanno trasformato una città polverosa in un hub globale.
I futuri economisti scriveranno di come l’effetto combinato di nuove ferrovie, aeroporti, centrali elettriche, porti e fibra a banda larga abbia abbassato il costo di fare impresa in Africa e permesso alle economie di diversificarsi e crescere. Al momento il sentiment è negativo, ma la nuova era di crescita per l’Africa è in fase di costruzione e a breve sarà pronta.

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