La Fed: non così grandi speranze

A cura di WisdomTree

Dopo che lo storico rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) ha spronato uno sprint dei mercati finanziari nel mese di dicembre, l’andamento dei tassi negli USA sembra invece riflettere oggi l’aforisma: “un passo avanti, due passi indietro”. Infatti, all’indomani della decisione della Fed di rialzare i Fed Fund di 25 punti base, il rendimento dei Treasury USA a 10 anni ha raggiunto un picco del 2,31%, per poi invertire il senso di marcia toccando la soglia del 2% nelle ultime settimane.
L’evidente crollo del greggio e il concomitante declino dei corsi azionari hanno ancora una volta incoraggiato l’acquisto dei titoli rifugio, uno scenario che si è già riproposto più volte negli ultimi anni. A completare il quadro hanno inoltre contribuito i timori sulla decelerazione della crescita globale, trainati dalle preoccupazioni riguardo all’economia cinese, mentre l’andamento dei tassi a livello globale e della politica monetaria nel mondo sviluppato resta un tema centrale. Negli Stati Uniti, le notizie di ordine economico sono state più contrastanti: il report di dicembre, molto positivo sull’occupazione, è stato infatti controbilanciato da dati meno felici per il settore manifatturiero. Di conseguenza, il prodotto interno lordo (PIL) atteso nel 2016 non dovrebbe discostarsi troppo dalla media del +2,2% segnata a partire dalla fine della Grande recessione a metà del 2009.
E la Fed?
Il consensus all’inizio del 2016 si è incentrato sull’idea che i policy maker avrebbero annunciato altri quattro rialzi durante quest’anno solare (marzo, giugno, settembre, dicembre), opinione sostanzialmente confermata dagli stessi funzionari della Fed. Visto che la prima riunione dell’anno del Federal Open Market Committee (FOMC) ha già avuto luogo alla Fed restano altri sette incontri durante i quali portare a compimento eventuali strette monetarie. Considerando il nuovo clima d’incertezza che ha caratterizzato l’inizio dell’anno ci sembra difficile ipotizzare quattro rialzi nell’immediato.
Infatti, c’è un’evidente asimmetria tra le attese del mercato e le anticipazioni dei policy maker. I contratti future sui tassi dei Fed Fund, che non necessariamente vantano lo storico più affidabile nel predire con accuratezza i reali movimenti dei tassi, offrono alcuni interessanti parametri di misurazione del sentiment di mercato e delle aspettative sull’andamento dei tassi per l’anno in corso. Il contratto future del 16 dicembre, come illustrato nel grafico, mostra con chiarezza il cambiamento delle aspettative dopo il primo rialzo avvenuto a metà dicembre, rivelando inoltre che gli investitori non sembrano avere mai aderito all’idea genericamente condivisa secondo la quale durante quest’anno solare si sarebbero verificati altri quattro rialzi dei tassi d’interesse. Alla data di stesura di questo documento, il meccanismo di pricing è orientato verso solo un altro rialzo nel 2016, o un mezzo punto di circa 55 punti base (bp) nella fascia compresa tra lo 0,5% e lo 0,75%.
blog 09.02.2016 chart one itlE’ probabile che la Fed rallenti il processo di normalizzazione dei tassi d’interesse e pertanto i rendimenti dei Treasury USA quest’anno dovrebbero restare contenuti. In tale contesto, gli investitori del segmento fixed income dimostrerebbero una certa accortezza nel voler considerare approcci alternativi per incrementare i rendimenti.
Una valida alternativa: l’azionario USA a rendimento da dividendi
Gli investitori in cerca di un’alternativa al reddito fisso potrebbero considerare interessante il dividend stream delle aziende di qualità. Un ampio paniere di titoli ad alto rendimento da dividendi, ponderato e ribilanciato sulla base dei dividendi distribuiti, non solo offrirà agli investitori una strategia value-orientated ma prospetterà anche un considerevole premio sul rendimento rispetto ai titoli governativi. A fine gennaio, le strategie US Equity Income e US SmallCap Dividend di WisdomTree hanno generato un dividend yield in eccesso del 4,4%, equivalente a un premio sul rendimento superiore di oltre 250bp rispetto all’attuale rendimento dei Treasury USA decennali.
In un momento in cui le previsioni sui tassi negli USA per il 2016 restano incerte, una strategia basata sui dividendi che enfatizzi la redditività come il segnale migliore di trasparenza e valore per gli investitori può rappresentare una valida alternativa per gli investitori alla ricerca di rendimento.

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