Come e perché investire nell’oro

A cura di Exante

Uno dei modi più noti di in­ve­sti­re è l’ac­qui­sta­re di me­tal­li pre­zio­si: ar­gen­to, oro, pla­ti­no e così via. L’ac­qui­sto dei me­tal­li è dif­fu­so e anche con­si­de­ra­to pre­sti­gio­so. Però si può dire che sia sem­pre van­tag­gio­so? Solo se com­pren­de­te bene la spe­ci­fi­ca del mer­ca­to. Ci sono molti det­ta­gli da men­zio­na­re.

Que­st’ar­ti­co­lo ri­guar­de­rà in­nan­zi­tut­to l’oro come il me­tal­lo più com­pra­to. Ma la mag­gior parte delle in­for­ma­zio­ni sa­reb­be va­li­da anche per gli altri me­tal­li, da non di­men­ti­ca­re che la di­na­mi­ca plu­rien­na­le dei loro prez­zi as­so­mi­glia quel­la del­l’o­ro.

Perché investire nei metalli preziosi?

Per in­ve­sti­re in modo giu­sto nei me­tal­li pre­zio­si, si deve tener conto del loro posto reale nel­l’e­co­no­mia di oggi e dei mec­ca­ni­smi del for­mar­si dei loro prez­zi.

A prima vista, i me­tal­li pre­zio­si ven­go­no ap­prez­za­ti so­pra­ttut­to per tra­di­zio­ne. Tempo fa le mo­ne­te si coniavano in o­ro e ar­gen­to e anche nel No­ve­cen­to molti paesi hanno man­te­nu­to il si­ste­ma aureo conservando i me­tal­li pre­zio­si in qua­li­tà di ga­ran­zia per le loro va­lu­te. Per esem­pio, gli USA hanno ri­nun­cia­to de­fi­ni­ti­va­men­te al si­ste­ma aureo solo nel 1971.

Però gli in­ve­sti­to­ri sono per­so­ne prag­ma­ti­che ed è poco pro­ba­bi­le che si ag­grap­pi­no alle norme del pas­sa­to così a lungo. Oggi nes­sun paese ri­tie­ne i me­tal­li pre­zio­si come ga­ran­zia per la va­lu­ta. No­no­stan­te ciò non sono sol­tan­toi privati a con­ti­nua­re a in­ve­sti­re molto nei me­tal­li, ma anche paesi in­te­ri. Le ban­che cen­tra­li di molti paesi non sol­tan­to ten­go­no una parte delle ri­ser­ve in oro, ma ne au­men­ta­no la quota re­go­lar­men­te ai loro bi­lan­ci. Per­ché?

Come ri­sul­ta dalla pra­ti­ca, l’oro man­tie­ne sta­bil­men­te la sua ca­pa­ci­tà d’ac­qui­sto du­ran­te lun­ghi pe­rio­di nella sto­ria. E’ più sta­bi­le di una qual­sia­si va­lu­ta na­zio­na­le priva del si­ste­ma aureo. Per esem­pio, al­l’i­ni­zio degli anni ’70 un’on­cia d’oro co­sta­va circa 35 $. Al­lo­ra era il prez­zo di un buon abito da uomo. Oggi un’on­cia d’oro costa circa 1.100 $ che è sem­pre suf­fi­cien­te per com­pra­re un abito, in con­tra­sto a 35 $. Si­gni­fi­ca che i prez­zi del­l’o­ro sono cre­sciu­ti tanto quan­to i prez­zi di abiti, men­tre la ca­pa­ci­tà d’ac­qui­sto del dol­la­ro si è ri­dot­ta no­te­vol­men­te per l’in­fla­zio­ne. Te­ne­re i ri­spar­mi in dol­la­ri è svan­tag­gio­so a causa del­l’in­fla­zio­ne, te­ner­li in abiti è ri­di­co­lo a causa delle dif­fi­col­tà tec­ni­che del de­po­si­to e della moda, ma te­ner­li in oro va be­nis­si­mo.

L’oro viene so­pra­tut­to ac­qui­sta­to nei pe­rio­di di in­sta­bi­li­tà po­li­ti­ca ed eco­no­mi­ca. Im­pe­ri, va­lu­te e re­gi­mi po­li­ti­ci cam­bia­no, ma l’oro ha sem­pre po­te­re sulla gente. In molte si­tua­zio­ni dif­fi­ci­li ha aiu­ta­to a sal­va­re non solo i ri­spar­mi, ma anche la vita degli in­ve­sti­to­ri. Pro­prio per que­sto du­ran­te i pe­rio­di di in­cer­tez­za in­ve­sti­to­ri com­pro­no spes­so l’oro in qua­li­tà di un at­ti­vo as­si­cu­ra­ti­vo.

Un’al­tra ra­gio­ne per cui vale la pena in­ve­sti­re nei me­tal­li è la di­ver­si­fi­ca­zio­ne degli at­ti­vi. Il prez­zo dei me­tal­li cor­re­la poco con il costo di azio­ni, ob­bli­ga­zio­ni e im­mo­bi­li, per­ciò co­sti­tui­sce un buon pa­nie­re in­di­pen­den­te per met­ter­ci “una parte delle uova”.

Come investire nei metalli preziosi?

Ci sono al­cu­ni modi di in­ve­sti­re nei me­tal­li pre­zio­si, cia­scu­no dei quali ha delle sue par­ti­co­la­ri­tà.

Il modo più fa­ci­le usato dal­l’u­ma­ni­tà dai vec­chi tempi è l’ac­qui­sto di gio­iel­le­ria. Però è un modo molto inef­fi­ca­ce di in­ve­sti­re. Ben­ché anel­li, orec­chi­ni, brac­cia­let­ti com­pra­ti si pos­sa­no ven­de­re a qual­cu­no o por­ta­re a un’a­gen­zia pegni, può ri­sul­ta­re estre­ma­men­te svan­tag­gio­so. Degli at­ti­vi si­mi­li sono poco li­qui­di, e non ne esi­sto­no in ge­ne­ra­le delle quo­ta­zio­ni. Li ven­de­re­te per il prez­zo concordato. Il prez­zo della ven­di­ta piut­to­sto non ri­flet­te­rà il va­lo­re di mer­ca­to in quel mo­men­to. Molto spes­so in agen­zie di pegni i gio­iel­li ven­go­no com­pra­ti per un prez­zo meno di una metà del costo ini­zia­le del capo. Quan­to alle per­so­ne comuni che non sono esper­te nel­l’am­bi­to del­l’ar­te orafa, è molto pro­ba­bi­le che ab­bia­no paura di com­pra­re una merce del ge­ne­re da ven­di­to­ri senza li­cen­za: per­ché si può ri­ve­la­re finta.

Un modo più ra­gio­ne­vo­le di in­ve­sti­re nei me­tal­li è l’ac­qui­sta­re delle mo­ne­te d’in­ve­sti­men­ti e lin­got­ti d’oro.

Lin­got­ti e mo­ne­te si ven­do­no in molte ban­che, la loro com­po­si­zio­ne è cer­ti­fi­ca­ta (di re­go­la è il ti­to­lo 999), hanno un im­bal­lo spe­cia­le e si ri­com­pra­no fa­cil­men­te da parte della banca (a meno che l’im­bal­lo non sia stato tolto).

Par­lia­mo non delle mo­ne­te spe­cia­li da col­le­zio­na­re (il cui prez­zo non viene de­fi­ni­to dalla com­po­si­zio­ne), ma delle mo­ne­te spe­cia­li emes­se dalle ban­che pro­prio per in­ve­sti­to­ri. Però in al­cu­ni paesi tale tipo di merce è con­si­de­ra­to pari a una gran­de pro­prie­tà e viene tas­sa­to con le im­po­ste spe­cia­li che pos­so­no an­nul­la­re del tutto il vo­stro pro­fit­to. Prima di com­pra­re una merce del ge­ne­re, bi­so­gna sa­pe­re in tutti i det­ta­gli dalla banca quan­ti soldi do­vre­te pa­ga­re in real­tà nel­l’ac­qui­sta­re e quan­to ri­ce­ve­re­te nel ven­de­re. Vale la pena fare at­ten­zio­ne anche alle con­di­zio­ni del riac­qui­sto: si po­treb­be ri­sul­ta­re che la banca per qual­che ra­gio­ne (per esem­pio, de­for­ma­zio­ne del­l’im­bal­lo o del lin­got­to stes­so) ri­fiu­te­rà di riac­qui­sta­re il lin­got­to; in tal caso po­treb­be es­se­re com­pra­to da un’al­tra banca; op­pu­re do­vre­te an­da­re a ven­der­lo personalmente ad un compro oro, a un prez­zo molto mi­no­re.

Un altro modo sem­pre meno fa­ti­co­so, ma più vir­tua­le di com­pra­re l’oro in al­cu­ni paesi è co­sid­det­ti conti ban­ca­ri me­tal­li­ci. E’ un sem­pli­ce de­po­si­to ban­ca­rio, la cui en­ti­tà cam­bia col tempo non se­con­do un tasso d’in­te­res­se de­ter­mi­na­to, ma in con­for­mi­tà con il prez­zo del me­tal­lo. Sup­po­nia­mo che oggi una banca venda l’oro per 1000 $ al­l’on­cia. Po­te­te apri­re un conto me­tal­li­co, pa­ga­re que­sta somma. La banca scri­ve­rà che pos­se­de­te vir­tual­men­te un oncia d’oro. Lo po­te­te su­bi­to ri­ven­de­re alla banca, ma a causa della dif­fe­ren­za tra il prez­zo per cui la banca l’ha ven­du­to e quel­lo del riac­qui­sto, fi­ni­re­te col per­de­re de­na­ro.

Però se do­ma­ni i prez­zi cre­sce­ran­no e la banca com­pre­rà l’oro per 1100 $, po­tre­te ven­de­re que­sta oncia alla banca per un nuovo prez­zo. Di re­go­la, il vo­lu­me dello spread è di gran lunga inferiore alle im­po­ste ri­scos­se in caso di com­pra­ven­di­ta di lin­got­ti, al­lo­ra un in­ve­sti­men­to del ge­ne­re in media è più van­tag­gio­so. Però ha un evi­den­te lato ne­ga­ti­vo: l’oro è vir­tua­le, e in caso di fal­li­men­to della banca non lo ri­ce­ve­re­te. Per­ciò un tale modo di in­ve­sti­re non con­vie­ne af­fat­to a co­lo­ro che con­si­de­ra­no l’oro come ga­ran­zia dai cam­bia­men­ti so­cia­li.

Un modo più af­fi­da­bi­le e nello stes­so tempo sem­pli­ce di com­pra­re l’oro è l’ac­qui­sto tra­mi­te un bro­ker in una borsa. Così come nel com­pra­re del­l’o­ro sul conto me­tal­li­co, nel­l’ac­qui­sta­re l’oro in borsa il clien­te di so­li­to non lo ri­ce­ve fi­si­ca­men­te. Tut­ta­via, come ri­sul­ta dalla sto­ria, le borse sono più af­fi­da­bi­li delle ban­che medie. Per esem­pio, quan­do du­ran­te la Se­con­da guer­ra mon­dia­le un mis­si­le è stato lan­cia­to nella sede della Borsa di Lon­dra, gli scam­bi non si sono fer­ma­ti, ma solo tem­po­ral­men­te tra­sfe­ri­ti nella can­ti­na.

La ne­go­zia­zio­ne me­dian­te un bro­ker e una borsa per­met­te di in­ve­sti­re nei me­tal­li non solo di­ret­ta­men­te, ma anche usan­do dei vari me­to­di in­di­ret­ti. Per esem­pio, si può com­pra­re non l’oro, ma un fu­tu­re. Ma per farlo oc­cor­ro­no delle co­no­scen­ze spe­ci­fi­che, al­tri­men­ti è una va­rian­te molto ri­schio­sa. Un altro modo in­te­res­san­te è l’ac­qui­sta­re delle azio­ni delle so­cie­tà au­ri­fe­re op­pu­re ETF spe­cia­liz­za­ti in oro. Ma tutto que­sto ri­fe­ri­sce per la più parte al mer­ca­to va­lo­ri, non al mer­ca­to dei me­tal­li, e le re­go­le del gioco lì sono di­ver­se. Cer­ta­men­te, non è ne­ces­sa­rio che l’au­men­to del prez­zo del­l’o­ro stes­so porti sen­z’al­tro alla cre­sci­ta pro­por­zio­na­le dei prez­zi delle azio­ni delle azien­de au­ri­fe­re.

Tutto sommato: vale la pena investire in metalli o no?

A dif­fe­ren­za degli anni 2000, quan­do l’oro e l’ar­gen­to an­da­va­no con­ti­nua­men­te e ra­pi­da­men­te in cre­sci­ta, ades­so non sono più at­ti­vi dal “pro­fit­to ga­ran­ti­to”. No­no­stan­te ciò, i me­tal­li ri­man­go­no buoni at­ti­vi nella loro nic­chia. Per­met­to­no sem­pre di ri­sol­ve­re tre pro­ble­mi prin­ci­pa­li.

  • Obiet­ti­vo 1. Di­ver­si­fi­ca­zio­ne. Poi­ché il prez­zo dei me­tal­li cor­re­la poco con il prez­zo della mag­gior parte degli altri at­ti­vi, vi con­ce­de­ran­no una ga­ran­zia de­ter­mi­na­ta in caso di calo degli altri mer­ca­ti. L’oro e altri me­tal­li hanno delle re­la­zio­ni par­ti­co­la­ri con il dol­la­ro. Sic­co­me i prez­zi in­ter­na­zio­na­li del­l’o­ro di re­go­la ven­go­no espres­si in dol­la­ri, il me­tal­lo pre­zio­so di so­li­to di­ven­ta più caro in caso di sva­lu­ta­zio­ne del dol­la­ro e vi­ce­ver­sa. Pos­sia­mo ri­cor­da­re la crisi del 2008, quan­do il prez­zo del dol­la­ro cre­sce­va e quel­lo del­l’o­ro ca­la­va per­ché molti ame­ri­ca­ni ave­va­no bi­so­gno delle somme no­te­vo­li per co­pri­re i de­bi­ti (e ven­de­va­no le ri­ser­ve d’oro). Ri­spet­ti­va­men­te, con l’oro ci si può ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za dalla sva­lu­ta­zio­ne pos­si­bi­le del dol­la­ro (d’al­tron­de, su­bi­re per­di­te in caso di suo raf­for­za­men­to).
  • Obiet­ti­vo 2.Con­ser­va­zio­ne dei fondi in lungo ter­mi­ne. Prima di tutto, si trat­ta del­l’o­ro che da se­co­li con­fer­ma il suo stato di un ot­ti­mo at­ti­vo di ri­ser­va.
  • Obiet­ti­vo 3.Con­ser­va­re i fondi nei pe­rio­di del calo dei mer­ca­ti. Mal­gra­do la pos­si­bi­li­tà delle si­tua­zio­ni par­ti­co­la­ri tipo quel­la del 2008, nella mag­gior parte di altre crisi in mer­ca­to i prez­zi per i me­tal­li pre­zio­si ten­do­no di cre­sce­re. In caso di calo del corso di cam­bio di un gran nu­me­ro di azio­ni, molti in­ve­sti­to­ri le ven­do­no presi dal pa­ni­co e con­ver­to­no gli at­ti­vi in con­tan­ti o me­tal­li.

In con­clu­sio­ne di­cia­mo che tra tutte le va­rian­ti pos­si­bi­li di in­ve­sti­re in oro ci stan­no a cuore le ope­ra­zio­ni in borsa. Sono sem­pli­ci, non ri­chie­dono pre­sen­za per­so­na­le e per­met­tono di ne­go­zia­re l’oro se­con­do le quo­ta­zio­ni di mer­ca­to con spese in genere mi­ni­ma­li. Così come qual­sia­si altro at­ti­vo di borsa, l’oro si­gni­fi­ca ri­schi. Però il pe­ri­co­lo di per­de­re com­ple­ta­men­te l’at­ti­vo in caso di ac­qui­sto degli stru­men­ti di borsa è molto più basso che in caso si aprano dei conti ban­ca­ri op­pu­re si acquistino dei gio­iel­li. La pre­sen­za del mer­ca­to in­ter­na­zio­na­le ad alta li­qui­di­tà vi per­met­te­rà poi sem­pre, se vo­le­te, di ven­de­re fa­cil­men­te un at­ti­vo per un prez­zo ra­gio­ne­vo­le.

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