Chebar (Dnca): “Puntiamo su tlc, difesa e petroliferi”

“Il mercato si è un po’ raffreddato sulla crescita dell’eps dell’equity europeo, da un +6,5% nelle stime di dicembre al +4/4,5% attuale”. Isaac Chebar è gestore del fondo Dnca Invest Value Europe e vede tre motivi per cui l’azionario europeo è favorito quest’anno: “In primo luogo il costo del lavoro che rimane flat, poi le materie prime e il petrolio in particolare, che restano su quotazioni storicamente basse e infine gli indici di confidenza e di sentiment sono invece su valori elevati”. Quali i filtri “macro” per selezionare i titoli? “Cerchiamo settori esposti sull’economia europea, che ci aspettiamo in crescita, e viceversa poco presenti sugli emergenti. Le Pmi sono un caso di scuola, dato che in genere, anche per difficoltà a posizionarsi sui mercati lontani, sono molto più presenti in Europa”.
E la Bce? “Conferma la sua politica espansionistica prolungando la durata del suo Qe al 2017. Un Qe che serve alle banche e in seconda battuta al resto dell’Eurozona per far girare il credito”. Le banche, appunto, il vero tallone d’Achille dell’Europa… “Ci sembra una percezione errata. Il sistema non è debole, tranne che in casi specifici”.
Dove puntare quindi? “Le Tlc per la prima volta quest’anno avranno un fatturato in crescita dopo anni di cali, la redditività ha toccato probabilmente il suo punto più basso e dovrebbe anche essere finita la pressione sulle tariffe. Siamo esposti su Orange, Deutsche Telekom, Kpn. Poi alcuni titoli della difesa come Finmeccanica e Thales, media come per esempio Tf1. E anche petroliferi che stanno dimostrando una forte attenzione sui costi, ad esempio Eni, Technip, Statoil e Total”.
Utility e settori regolati? “Le utility ci sembrano troppo penalizzate da un prezzo dell’energia estremamente basso e che ha molte difficoltà a risalire. I settori regolati invece hanno grande visibilità su ricavi e profitti, ma sono troppo costosi sui multipli ai prezzi attuali”.
A quali multipli guardate per fare screening? “Cerchiamo società che non paghiamo più di 16-17 volte il free cash flow e non oltre le 14 volte sugli utili. E,c ome detto, che in questo moemnto abbiano una elevata esposizione all’Europa”. M.M.

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