L’analisi dei portafogli di Amundi

A cura di Amundi sgr
Portafogli obbligazionari. I mercati obbligazionari stanno attraversando una fase di intensa volatilità, gli spread di sono ampliati in modo significativo, sia per quanto riguarda le obbligazioni del credito che i titoli di Stato non-core. La concomitanza dei dubbi sempre maggiori sulla crescita del PIL mondiale e di ciò che sembra una perdita di credibilità delle banche centrali, a cui si aggiunge la ridotta liquidità sui mercati, dovrebbe mantenere la volatilità a livelli elevati sul breve termine. Non rimettiamo in discussione l’attuale ripresa dei mercati sviluppati dove i fondamentali del credito societario rimangono sani. Tuttavia, l’ avversione al rischio continuerà ancora per un po’ di tempo. Di conseguenza, è probabile che il mercato rimanga nell’immediato in una modalità di gestione del rischio, e noi faremo lo stesso. Non prevediamo di aumentare la nostra esposizione al rischio dopo averla ridotta nettamente a gennaio. Non vogliamo nemmeno ridurre la duration nonostante i livelli molto bassi dei tassi d’interesse sui mercati core perché essa contribuisce in parte a coprire i rischi legati all’ampliamento degli spread. In altre parole, non intendiamo modificare in modo significativo il budget di rischio in questo contesto dopo gli aggiustamenti di gennaio. Cerchiamo di mantenere il miglior livello possibile di liquidità nei nostri portafogli, ma finora non abbiamo constatato dei deflussi significativi.
Portafogli azionari. Punto di non ritorno o punto di svolta? I mercati azionari hanno toccato dei minimi che non si vedevano dal 2014. Le azioni sono state penalizzate dal sentiment che il rischio di default nel settore energetico e dei titoli finanziari sia elevato e che tali default potrebbero innescare un’altra crisi. Un aspetto positivo è che il lungo elenco di cattive notizie è già stato scontato dai mercati ,e che il flusso di notizie economiche è ancora decente, soprattutto in Europa. Inoltre, dopo più di cinque anni di sottoperformance, i titoli ciclici stanno iniziando a battere i titoli difensivi in termini di performance relativa. Questo potrebbe essere un punto di non ritorno per i titoli più volatili e ciclici in coincidenza con una ripresa delle azioni? Ad esclusione dei titoli energetici e i finanziari, non si può dire che il resto del mercato stia toccando il fondo, ciò significa che siamo più interessati a comprare che a vendere, che siamo più alla ricerca di titoli value che di titoli growth e difensivi che, stando alle nostre stime, dovrebbero sottoperformare in termini relativi.
Portafogli multi-asset. Nelle ultime settimane, abbiamo vissuto in un clima di forte avversione al rischio. I mercati azionari, del credito e del debito periferico sono stati duramente colpiti, e ciò significa che non rimangono molti porti sicuri, se non i titoli core della zona Euro e i Treasury USA. Si sono accumulati parecchi fattori di rischio (ad es. prezzo del petrolio, crescita in Cina, rischio di recessione negli USA) senza che vi siano evidenti nessi causali, né un impatto sui fondamentali , sia che si tratti della crescita globale o delle dinamiche degli utili societari. Come detto in precedenza, questi fattori di rischio probabilmente sono stati i catalizzatori di una significativa riduzione del rischio da parte di alcune istituzioni, e quindi siamo convinti che le dinamiche mondiali sulla crescita non si siano interrotte.
Pertanto manteniamo le nostre opinioni e posizioni principali: per esempio , siamo sempre convinti che gli spread dei titoli di Stato periferici rimarranno contenuti grazie alle iniziative della BCE e che le azioni della zona Euro abbiano un ampio potenziale di rialzo perché lì il ciclo degli utili è molto meno maturo di quello USA. Alla fine del 2015 e all’inizio di quest’anno abbiamo ridotto l’esposizione al credito societario, ma adesso, visto il forte ampliamento degli spread e i solidi fondamentali e, manteniamo un atteggiamento attendista . Al contempo, abbiamo scontato nei nostri portafogli la probabilità di aver torto. Il rischio principale del nostro posizionamento è che la crescita mondiale si sia davvero interrotta, in particolare quella USA, e che gli utili societari subiscano forti revisioni al ribasso. Se questo scenario dovesse verificarsi, difficilmente le attività rischiose europee riusciranno a resistere. E’ probabile che passino rapidamente da metà ciclo a fine ciclo e che subiscano ulteriori correzioni. Ciò spiega perché continuiamo a detenere , e anzi abbiamo incrementato le nostre posizioni nei Treasury USA così da proteggere i nostri portafogli. Inoltre, sempre a questo scopo, abbiamo aggiunto delle posizioni sulle put option e alcune strategie sulla volatilità.

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