Debito Mercati Emergenti, come posizionarsi nel 2016

A cura di Diliana Deltcheva, gestore del Candriam Bonds Emerging Markets, Candriam Investors Group

Prevediamo che il 2016 sarà un altro anno difficile per i mercati emergenti. Tuttavia, questa classe di attivi dovrebbe migliorare la propria performance nel secondo semestre, con il venir meno di venti contrari quali il continuo calo dei prezzi del petrolio e il deprezzamento delle valute dei mercati emergenti.

I fondamentali continuano a essere messi a dura prova dal rallentamento cinese, dal forte calo nel commercio globale e dall’esposizione della classe di attivi alle materie prime. Il conseguente deterioramento nei bilanci delle imprese e degli Stati sovrani richiede risposte decise da parte dei governanti dei mercati emergenti, ma queste sono giunte soltanto in casi sporadici. A essere colpite sono in particolare le economie più piccole, esportatrici di materie prime, in genere economie aperte, che si sono rivolte all’FMI quale ultima spiaggia per ottenere finanziamenti. E altre ancora dovrebbero seguire.

A 493 punti base, lo spread del debito in valuta forte dei mercati emergenti rispetto ai Treasury statunitensi si colloca al di sopra del più alto livello toccato dopo la crisi finanziaria globale (468 punti base a ottobre 2011), mentre l’attuale rendimento a scadenza, pari al 6,64% è a livelli (sopra il 6%) che storicamente hanno sempre attratto afflussi finanziari. Il debito in valuta locale dei mercati emergenti presenta un quadro analogo. Le valute hanno subito notevoli correzioni (la componente valutaria GBI-EM Global Diversified è calata cumulativamente di più del 50% dal 2010) e solo pochissime divide risultano attualmente costose. Anche il carry trade è allettante, con i rendimenti locali che si attestano attorno al 7%, l’inflazione che si comporta bene e la maggior parte delle banche centrali che mantengono un atteggiamento accomodante.

I dati tecnici dei mercati emergenti sono contrastanti. L’offerta netta di titoli di Stato in valuta forte (offerta lorda rettificata per le cedole e i riscatti) è negativa, e questo è un fattore di supporto. Il posizionamento degli investitori è difensivo e i livelli di liquidità sono generalmente elevati. Tuttavia, i flussi verso questa classe di attivi non hanno ancora invertito la tendenza al ribasso dell’ultimo semestre.

I flussi in uscita dal debito in valuta forte hanno evidenziato un’accelerazione dall’inizio dell’anno, con un’incidenza pari a due terzi dei riscatti da inizio anno ($ 4,9 miliardi di flussi in uscita totali dal debito dei mercati emergenti da inizio anno), e sono ora superiori a quelli per il debito in valuta locale. L’entità e il ritmo di tali flussi in uscita non dovrebbero tuttavia persistere, in quanto le valutazioni sono diventate più allettanti. Nel corso del 2016 prevediamo flussi da piatti a leggermente positivi nel reddito fisso dei mercati emergenti, in linea con i rendimenti previsti a un anno del 3-4% per il debito sia in valuta forte sia in valuta locale.

Anche se le previsioni per i mercati emergenti non sono lineari, i venti contrari dovrebbero venir meno, il che ci induce a essere più ottimisti per il secondo semestre 2016. Nella valuta forte, prevediamo che la differenziazione del credito svolgerà un ruolo sempre più importante, favorendo il nostro approccio d’investimento Relative Value.

Le nostre maggiori sovraponderazioni sono in Argentina (storia di ripresa idiosincratica determinata dalla transizione politica) e negli importatori di materie prime dell’Europa orientale, che offrono un potenziale di rialzo dovuto a innalzamenti del rating a breve termine (Ungheria) e riforme strutturali (Croazia). Abbiamo un’esposizione bilanciata a esportatori selezionati di materie prime, con rendimenti allettanti aggiustati per la volatilità su un orizzonte temporale di 12 mesi.

Nella valuta locale, abbiamo effettuato riacquisti tattici di tassi locali e valute dei mercati emergenti, ritenendo che le correzioni dei mercati globali e la forza del dollaro USA si siano spinte troppo oltre. Prevediamo che i tassi dei mercati emergenti sovraperformeranno le rispettive valute anche nel 2016. Le previsioni per i tassi sono particolarmente positive alla luce del mix di crescita moderata, inflazione gestibile e in calo in alcuni grandi paesi ad alto rendimento dei mercati emergenti, e politiche monetarie accomodanti: intendiamo accrescere l’esposizione alla duration locale non appena riconosceremo una svolta più decisiva nei rischi dei mercati emergenti.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!