Peggiora il Cfa Italy Sentiment Index

Dal sondaggio mensile svolto da CFA Society Italy emerge come gli investitori professionali italiani certificati CFA® restino positivi sulle prospettive dell’economia domestica, sebbene il Sentiment Index registri un valore pari a 14,5, un dato in calo rispetto ad aprile, e prossimo ai minimi della serie storica, iniziata a gennaio 2015.

Nel dettaglio delle principali asset class, i tassi di interesse sono previsti in ascesa negli Stati Uniti mentre vi sono aspettative di tassi sostanzialmente invariati in Europa, alla luce della politica accomodante della BCE e di assenze di variazione dell’inflazione. Si confermano le attese positive sui mercati azionari mentre il dollaro Usa dovrebbe apprezzarsi contro euro, dagli attuali livelli.

“I risultati del sondaggio riflettono le incertezze che aleggiano sull’economia mondiale, la quale continua a fornire segnali intermittenti come anche dimostrato dalla pubblicazione della prima stima del PIL Americano nel primo quarto dell’anno, cresciuto di appena lo 0,5% rispetto al trimestre precedente, il risultato peggiore degli ultimi due anni – afferma Denis Manzi, Cfa, Banca di San Marino, portfolio manager di Fagus Multimanager Sicav – Notizie positive non stanno arrivando nemmeno dai risultati aziendali che, seppure in molti casi superiori alle stime, registrano in aggregato ricavi ed utili in calo rispetto all’ultima parte del 2015. In tale contesto, la Banca Centrale Americana, come anche dimostrato dal comunicato stampa emesso a seguito della recente riunione di politica monetaria, appare ancora restia a proseguire con l’incremento del costo del denaro iniziato a Dicembre dello scorso anno e si muoverà con un approccio wait and see – che la Federal Reserve può tutto sommato permettersi viste le non elevate pressioni inflazionistiche – condizionato sia dai dati provenienti dall’economia reale che da quelli dei mercati finanziari, sia locali che internazionali. Al momento appare poco probabile una stretta monetaria già durante la riunione di giugno”.

“Per quanto riguarda il posizionamento dei portafogli – prosegue Manzi – consigliamo al momento cautela, anche in considerazione del fatto che con l’avvicinarsi del 23 giugno, data del referendum Inglese con cui sarà sancita la permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione Europea, non è da escludere un aumento della volatilità, specialmente qualora i sondaggi dovessero propendere per l’uscita del paese dal blocco unico”.

Le valutazioni dei mercati azionari dei paesi sviluppati non ci appaiono attraenti al momento e un eventuale rialzo dei listini dovrà per forza di cose essere accompagnato da un miglioramento degli utili aziendali e non più da un’espansione dei multipli – fa poi notare il gestore – Meno care le valutazioni dei mercati azionari dei paesi emergenti, anche se l’andamento sarà fortemente condizionato dalla permanenza di quei fattori che hanno contribuito alla recente fase positiva. Il mercato del reddito fisso è invece più eterogeneo e, soprattutto nella zona Euro, fortemente condizionato dalle azioni delle Banca Centrale Europea, che continueranno a mantenere bassi sia i tassi delle obbligazioni sovrane che di quelle corporate, seppure l’andamento non sarà a senso unico ma vi saranno finestre di volatilità elevata. Le parole d’ordine sull’obbligazionario dovranno essere selettività e diversificazione. In un ottica di medio-lungo periodo vediamo valore nel segmento delle obbligazioni inflation linked sia americane che europee, dati i bassi livelli di inflazione implicita nei prezzi che rendono interessante tale asset class”.

Cfa sentiment index maggio 2016

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