La Bce cambia le carte in tavola, il comparto obbligazionario ringrazia

A cura di Saxo Bank
Dopo una prima reazione positiva alla storica decisione della Banca Centrale Europea di estendere il proprio programma di acquisti alle emissioni societarie, la maggior parte dei titoli azionari europei sono tornati al di sotto dei livelli pre-BCE. I mercati obbligazionari europei invece stanno ancora festeggiando: da una parte i rendimenti sovrani continuano a spingersi verso nuovi minimi, dall’altra gli spread societari si sono ridotti recuperando le recenti perdite. È di nuovo aprile, e il bund decennale ritorna sui suoi passi.
Proprio un anno fa, a un mese dal lancio del quantitative easing, il titolo di stato tedesco toccava il pericoloso minimo di 0,074%, spaventando i mercati e i risk manager d’oltreoceano, che prestano alle banche dell’Eurozona. Il peso di un debito tedesco negoziato a rendimenti negativi si faceva sempre più concreto, col rischio di contagio agli altri paesi membri. È passato un anno, la BCE ha lanciato il suo bazooka 2.0, e dopo un mese il bund ci riprova: il decennale scende a 0,098% e i mercati tremano. Tutte le scadenze inferiori, fino ai 9 anni, si fanno ormai compagnia in area negativa, con il tre anni che segna un rendimento negativo dello 0,50%; eppure non sembra così probabile che il decennale le segua.
 
È il momento di incassare per chi ha puntato su un forte calo dei rendimenti: il livello registrato dai prezzi incoraggerà gli investitori a monetizzare i rendimenti finora accumulati, generando un’ondata di vendite. L’idea che la storia si ripeta e che il bund sarà tra i primi a reagire ad un miglioramento delle prospettive macroeconomiche del vecchio continente, potrebbero dare un’ulteriore spinta a chiudere le posizioni.
In questo contesto, i nostri portafogli obbligazionari #SaxoStrats hanno realizzato performance stellari, generando entrambi rendimenti medi nuovamente positivi. Yum Brands e Glencore sono tra i nomi che hanno offerto performance migliori: il mercato è meno preoccupato dei profili di credito delle due società – in linea con la nostra analisi iniziale. In particolare il programma di cessioni di Glencore ha allontanato le preoccupazioni di un default, anche grazie al supporto dei prezzi delle materie prime.
Discorso a parte merita Deutsche Bank: abbiamo recentemente chiuso la posizione dopo aver conseguito il 5% in un mese. Anche in questo caso i timori di un default si sono rivelati eccessivi. Guardando al futuro, pensiamo il cielo possa rischiararsi sui mercati emergenti, grazie alla forward-guidance da colomba dalla Federal Reserve. Particolarmente vero nel caso del Brasile, ma a condizione di un concreto rinnovamento politico, che grazie all’impeachment di Dilma Rousseff riporti un’ondata di ottimismo in un’economia così in difficoltà.

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