A cura di Cassa Lombarda
Eurozona: “crescita lenta ma persistente” – Per il 4° mese consecutivo, nonostante gli stimoli BCE, non aumenta l’inflazione totale e il motivo va ricercato principalmente nel prezzo dell’energia. L’inflazione core è invece in lieve recupero. Per quanto riguarda il manifatturiero all’interno dell’area, le prospettive di crescita sono divergenti: contrazione in Francia, decelerazione brusca per Spagna e Italia, accelerazione in Germania. Stessa disomogeneità per i Servizi, sebbene più sostenuti. Gli indicatori di fiducia e i dati reali creano la preoccupazione che il ritmo di crescita economica nel 2°trimestre si stia raffreddando dopo un inizio d’anno vivace. Mario Draghi ha confermato che i tassi d’interesse resteranno bassi per un lungo periodo e sicuramente oltre l’orizzonte temporale dell’allentamento quantitativo (QE) che potrebbe anche proseguire, se necessario, oltre marzo 2017. La BCE ha indicato una graduale ripresa, che rimane comunque modesta, alzando le stime sul Pil dell’UE per il 2016 da +1,4% a +1,6%, confermato il 2017 +1,7% e tagliato il 2018 da +1,8% a +1,7%. Le stime d’inflazione per il 2016 sono state alzate leggermente, da +0,1% a +0,2% e 2017 +1,3% e 2018 +1,6%. Draghi ha ancora una volta fatto appello alla politica per realizzare le riforme, ricordando che gli stimoli monetari adottati dalla BCE da soli non bastano a far ripartire l’Eurozona.
USA: “debolezza sui nuovi assunti” – Il report debole di maggio sul lavoro porrà probabilmente fine alle discussioni sull’aumento dei tassi FED per il mese di giugno. Per luglio un aumento è ancora possibile, partendo dal presupposto che i dati economici delle prossime settimane potrebbero indicare che la relazione debole sui posti di lavoro di maggio non dovrebbe avere conferme. I guadagni salariali rafforzano l’opinione che il mercato del lavoro si stia avvicinando alla piena occupazione. Anche l’ISM non manifatturiero a maggio peggiore del previsto contribuisce all’evidenza che la crescita economica di questo trimestre potrebbe essere più lenta delle ultime previsioni. Dopo che i primi dati economici di aprile hanno indicato un tono solido per il trimestre, gli ultimi stanno mostrando più debolezza. L’evento più importante della settimana è per questa sera: la Presidente della FED Janet Yellen fornirà l’interpretazione dell’ultima relazione sui posti di lavoro e ciò che emergerà guiderà i mercati. Anche gli altri membri della Fed confermeranno la probabilità di un rialzo dei tassi questa estate, anche se questo dipenderà dei dati economici.
Cina: “manca slancio” – i PMI indicano una dinamica di crescita prospettica stabile dopo le deboli letture di aprile che hanno fatto temere che la stabilizzazione del 1° trimestre stesse vacillando. Questo porterebbe a una politica monetaria invariata, riportando l’attenzione dei decision maker al controllo dell’eccesso di leva. L’economia si dimostra priva di ogni accelerazione con il rischio di indebolirsi nuovamente già in estate in un contesto di export in calo e domanda domestica debole.
Brasile: “si frena ancora” – Crollati i consumi e gli investimenti privati, il Pil del 1°trimestre si attesta in calo, anche se meno del previsto e meno del 4° trimestre.
Russia: “si avvicina alla stabilità” – A causa delle sanzioni, l’attività prospettica è attesa ancora in decelerazione, sebbene in misura minore per il recupero del prezzo del petrolio. Solo la domanda interna ha sostenuto l’economia nonostante la partenza da livelli molto bassi causata dalla recessione più lunga da due decenni.
India: “BC in attesa” – La crescita, che continua a essere maggiore delle attese, accoppiata al recupero dell’inflazione, spingerà probabilmente la Banca Centrale a mantenere invariata la politica monetaria(7 giugno). Rumour riferiscono che il governatore della Banca Centrale Indiana Raghuram Govind Rajan non desideri un prolungamento del suo mandato, al contrario delle speranze del Primo Ministro indiano Narendra Modi.
Giappone: “stimolo fiscale” – i dati dipingono un quadro misto con tendenze negative. Questo porta il governo a ritardare l’aumento già previsto dall’8 al 10% delle imposte sulle vendite fino al 2019. Questo contribuirà a sostenere i consumi ma complica gli sforzi per la gestione dell’enorme debito. Il Primo Ministro giapponese Shinzō Abe procederà con le riforme strutturali e userà la politica fiscale per dare forza alla crescita.
Svezia: “attesa la decelerazione” – il Pil cresce meno e il PMI manifatturiero è invariato nell’intervallo 50-56 degli ultimi tre anni. La ripresa del manifatturiero continuerà a un ritmo lento, mentre si prevede che la crescita dell’economia si raffreddi significativamente entro la fine dell’anno.
Norvegia: “effetto del calo del petrolio” – Il PMI manifatturiero in recupero ma le vendite al dettaglio invariate mostrano che l’effetto secondario del calo del petrolio è più diffuso del previsto. L’insieme sosterrebbe un taglio tassi in settembre da parte della Norges Bank.
UK: “conta finale sul Brexit” – Inaspettatamente, a maggio le attese di produzione sono tornate a crescere, anche se il ritmo rimane sottotono e suggerisce che il settore continua a frenare l’economia. Ciò si aggiunge a una situazione economica poco brillante e incerta soprattutto a causa della prossima votazione sulla permanenza nell’UE il 23 giugno. Per la Banca d’Inghilterra l’incertezza sta avendo un impatto negativo sugli investimenti e sulle assunzioni ma che il rallentamento non può essere esclusivamente correlato al referendum. Questo allungherebbe i tempi di avvio della normalizzazione dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra (il consensus stima tra fine anno/inizio 2017) in un contesto di restrizione di budget del governo.