La fotografia mensile dell’industria europea degli Exchange traded products (Etp) conferma la forte volatilità dei mercati finanziari vissuta in questi prima parte del 2016. Gli Etp, infatti, essendo strumenti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo. Inoltre, i replicanti vengono sempre più utilizzati come strumenti per posizioni tattiche di breve periodo. Perciò i rendimenti riflettono fedelmente quello che viene chiamato il sentiment degli investitori.
Secondo i dati Morningstar, a maggio, tra il miglior Etp (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono oltre 24 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli registrati alla vendita in Italia ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o short).
Montagne russe
Dando uno sguardo alle tabelle sottostanti, si nota che nella Top 10 si trovano ben sette strumenti dedicati alle materie prime, di cui cinque esposti al petrolio, uno allo zucchero e uno al bestiame. Per dare un’idea della volatilità delle commodity, quest’ultimo si trovava tra i 10 peggiori Etp del mese scorso, mentre il barile è in ripresa dopo il crollo verticale di fine 2015.
Stesso discorso si può fare al rovescio per altre materie prime quali i metalli preziosi, tra i top performer degli ultimi mesi, che si ritrovano a maggio nella Flop 10, e per il mercato azionario brasiliano, che risultava tra le migliori Borse al mondo nel primo trimestre dell’anno.
Senza contare che il replicante che ha reso di più il mese scorso è dedicato alla Borsa di Atene. Non proprio la piazza finanziaria più stabile che ci sia, come la volatilità a un anno di quasi 40 punti dimostra.
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