Le Grin (EdR): “Convertibili, un’asset class resiliente. E il 2016 sarà un ottimo anno per il primario”

Nei giorni scorsi Finanza Operativa ha incontrato in esclusiva Laurent Le Grin, lead fund manager of Europe convertibles di Edmond de Rothschild Asset Management. Ne abbiamo approfittato per fare il punto sul settore delle obbligazioni convertibili, una asset class che è diventata interessante dopo i rovesci di Borsa dei primi due mesi dell’anno.
Qual è il vostro outlook per il comparto delle convertibili?
Le obbligazioni convertibili potranno svolgere il proprio ruolo “convesso” come già dimostrato dai numeri da inizio anno: ammortizzando le perdite dei mercati azionari nei periodi di volatilità e partecipando ai due terzi del rally azionario, ma con un terzo della volatilità dell’equity. Pensiamo che sempre più investitori guarderanno a questa asset class, in particolare chi era investito in azioni, per cercare di diminuire la volatilità dei portafogli. Ci aspettiamo che il mercato primario sarà robusto quest’anno, in particolare negli Stati Uniti, dove gli ampi spread creditizi nell’area degli high yield e i tassi più elevati porteranno le aziende sul mercato delle convertibili per ridurre il costo complessivo del finanziamento.
Come ha inciso sulle convertibili il calo del mercato azionario?
I Convertible sono stati venduti, così come le altre attività rischiose a livello globale, ma si nota la resilienza e la convessità di questa asset class guardando ai punti di minimo degli indici azionari quest’anno. All’11 febbraio l’EuroStoxx50 era sceso del 18% da inizio anno, l’indice Exane European Convertibles dell’8,6%. Con un Delta neutro (a prescindere dai livelli delle azioni sottostanti), il comparto è diventato davvero interessante in termini di volatilità implicita, dopo gli alti livelli del 2015.
Come potrebbe reagire il settore a un nuovo Qe europeo?
Le convertibili europee reagirebbero beneficiando positivamente sia da un restringimento degli spread creditizi (effetto a cascata da obbligazioni sovrane a obbligazioni societarie) e al rally del mercato azionario.
Quali sono i principali paesi e settori in cui siete investiti?
Nel fondo Global siamo in sovrappeso sulla zona euro in quanto riteniamo resiliente la crescita degli utili che può raggiungere il 5%; siamo neutri su Stati Uniti, Giappone ed Emergenti dato che siamo molto cauti sulla Cina. Siamo positivi sulle tlc europee a causa del probabile prossimo consolidamento del settore e sull’assicurativo dato che quando i tassi di interesse saliranno il settore sarà meglio posizionato per migliorare la redditività. Inoltre in questo comparto vi sono anche meno rischi di revisione al ribasso dei dividendi rispetto alle banche. Siamo anche positivi sul real estate europeo in quanto fornisce un’esposizione ciclica all’Eurozona e le società immobiliari sono emittenti storiche di obbligazioni convertibili. In Giappone ci stiamo concentrando su nomi nazionali a causa dell’apprezzamento dello yen, in particolare nel comparto costruzioni.
E invece quali sono i Paesi e settori da evitare?
Le compagnie high yield statunitensi petrolifere e di gas, le aziende fotovoltaiche degli Stati Uniti con gli spread sul credito che si stanno allargando enormemente a partire da fine 2015, visto che il rischio sul rifinanziamento rimane elevato. Un altro settore su cui non investiamo è il trasporto. Il settore sta soffrendo per il crollo del commercio mondiale, vi è un numero record di imbarcazioni disponibili con molte aziende che nemmeno riescono a coprire i loro costi.  M.M.

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