Azionario Usa, opportunità e segnali d’allarme

A cura di Eric Papesh, Portfolio Specialist, Us Equities di Trp
Nel 2015, il mercato azionario statunitense è rimasto piatto. Non sorprende che i livelli di ansia siano saliti data l’incertezza per l’outlook dell’economia cinese, i timori per Grecia ed Europa, le tensioni in Medio Oriente e la continua debolezza dei prezzi energetici e petroliferi. Inoltre, il forte grado di attenzione nei confronti della Federal Reserve nel periodo precedente il rialzo dei tassi di dicembre (il primo dopo 9 anni) ha alimentato il nervosismo. Queste preoccupazioni sono perdurate finora nel 2016 e nel breve periodo gli investitori hanno sovrappesato questi fattori invece che focalizzarsi sui fondamentali delle singole imprese.
In questo difficile contesto economico globale, i settori suscettibili ai prezzi in dollari, come quello energetico o quello dei metalli, hanno vissuto una recessione in termini di ricavi. Tuttavia, è importante sottolineare che comparti come l’healthcare, quello tecnologico e altre aree legate ai consumi hanno continuato a registrare trimestrali solide. Inoltre, continuiamo ad assistere a un’intensa attività di M&A e a un continuo riacquisto di azioni proprie, sostenuti dai bilanci ricchi di liquidità.
Il ritmo e le tempistiche degli ulteriori aumenti dei tassi restano al centro del dibattito. La Fed guarda al contesto economico globale, ma è anche consapevole del continuo miglioramento del mercato del lavoro, dell’aumento moderato nell’inflazione salariale e del miglioramento costante del comparto immobiliare. I livelli di debito dei consumatori sono inferiori a quelli dell’inizio della crisi finanziaria globale e i bassi prezzi energetici offrono dei vantaggi. Di conseguenza, è improbabile che una recessione sia imminente, nonostante il rallentamento del Pil americano nell’ultimo trimestre 2015. Inoltre, il declino dei prezzi del petrolio riflette l’eccesso di offerta causato dai continui progressi sul fronte della produzione statunitense di shale oil, piuttosto che un calo della domanda.
Ciononostante, è probabile che i prossimi rialzi dei tassi da parte della Fed saranno moderati e fortemente legati all’andamento dei dati macro, vista l’attenzione che il Fomc riserva alle condizioni dei mercati finanziari e alle prospettive di inflazione.
Riteniamo che la debolezza registrata all’inizio del 2016 sia stata eccessiva rispetto allo scenario economico sottostante. A causa del ritracciamento dei mercati, le valutazioni sono diventate più attraenti e i livelli attuali sono ragionevoli.  A livello societario, il contesto resta favorevole. Lo stato di salute del settore corporate americano è solido. In generale, i bilanci aggregati si sono rafforzati notevolmente negli ultimi mesi.
La divergenza tra le politiche monetarie e i diversi trend economici giustificano il rafforzamento del dollaro degli ultimi anni. Un ulteriore rafforzamento metterebbe in difficoltà diverse multinazionali americane, ma il grosso dell’apprezzamento della moneta ormai è alle nostre spalle. Di conseguenza, ci aspettiamo che i venti contrari causati dalla forza del dollaro si plachino nella seconda metà dell’anno.
In questo contesto, i settori dell’healthcare e della tecnologia e alcuni segmenti legati ai consumi stanno offrendo molte opportunità attraenti di investimento. Alla luce dei trend positivi di occupazione, crescita salariale e inflazione, continuiamo a prevedere il rafforzamento delle imprese che offrono beni e servizi interessanti per un mercato sempre più orientato verso il consumatore finale.
Anche se le tempistiche sono incerte, prima o poi il contesto migliorerà per i prezzi delle commodity e per le imprese legate all’andamento del dollaro. L’aumento dei salari può impattare negativamente sui margini di profitto delle imprese, ma allo stesso tempo è positivo per i consumatori. Non vediamo né segnali di recessione, né di bolle.
Alla luce di queste considerazioni, manteniamo una posizione costruttiva, anche se i ricavi societari saranno più modesti. Il sentiment invece subirà alti e bassi, fornendo opportunità per investire nel corso di picchi di volatilità legati a titoli specifici. Intendiamo approfittarne, aumentando l’esposizione nei confronti di imprese che risultano più attraenti dal punto di vista del rischio/rendimento. L’outlook è intrinsecamente più legato che in passato a titoli specifici, ma gli investitori che mostreranno pazienza verranno ripagati nel lungo termine.

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