Ssga: modelli factor based in crescita tra gli investitori

State Street Global Advisors ha pubblicato una nuova ricerca che rivela come gli investitori stiano riconsiderando i modelli strategici di asset allocation per orientarsi verso modelli basati sugli obiettivi (objective-based) e sui fattori (factor-based), in modo da raggiungere più efficacemente gli obiettivi di investimento in un mercato caratterizzato da bassi rendimenti.
La ricerca, che ha coinvolto 400 investitori istituzionali a livello globale, ha rilevato che gli investitori riconoscono la necessità del cambiamento e che la crescente diffusione di approcci che si basano su obiettivi e fattori, come le strategie smart beta, può offrire migliori rendimenti ponderati per il rischio. Tuttavia molti degli intervistati hanno rilevato come sia necessario un maggiore sforzo di educazione finanziaria per infondere in loro fiducia e favorire l’implementazione di questi modelli.
Nonostante il contesto di mercato caratterizzato da rendimenti più contenuti nel lungo periodo, gli intervistati rivelano che sono alla ricerca di rendimenti pari al 10,9% in termini di performance di lungo periodo del loro portafoglio, e solo il 13% sostiene che in media le loro asset class hanno ottenuto performance oltre le aspettative. Tra coloro che hanno ottenuto finora rendimenti a lungo termine inferiori alle aspettative, l’84% crede che il portafoglio continuerà a sottoperformare per almeno un altro anno, mentre il 16% ritiene più probabile che questa tendenza possa continuare per i prossimi 2-4 anni.
La ricerca fa emergere la necessità di nuovi approcci per gli investitori, con il 97% degli intervistati che si aspetta di vedere cambiamenti significativi nell’approccio di investimento nel settore nei prossimi cinque anni.
“I modelli di investimento nel contesto istituzionale si stanno evolvendo: in particolare le istituzioni iniziano a chiedersi se possono raggiungere i loro obiettivi attraverso i modelli di investimento tradizionali in un mercato caratterizzato da bassi rendimenti nel lungo termine”, ha commentato Rick Lacaille, Chief Investment Officer di State Street Global Advisors. “Questo approccio non solo mette in dubbio i modelli tradizionali e strategici di asset allocation inducendo a una maggiore considerazione del rischio, ma costringe anche gli investitori a confrontarsi con la crescente esigenza di focalizzarsi da una prospettiva top-down sui driver di rendimento nelle loro scelte sulle asset class sottostanti”.
 Ulteriori evidenze della ricerca:

  • Per gli investitori che si confrontano con minori rendimenti, gli approcci tradizionali sono quelli dominanti, ma l’alpha rimane elusivo in un contesto di mercato caratterizzato da bassi rendimenti e commissioni elevate e questo porta gli investitori a ricercare nuove prospettive. Anche se il 59% sostiene di voler aumentare la propria allocation alla gestione attiva, il 38% degli intervistati sostiene che le strategie smart beta sono tra gli approcci che prenderebbero in considerazione per far fronte al calo delle perfomance.
  • Mentre il 41% di tutti gli intervistati ha dichiarato che la tradizionale distinzione delle asset class resta la principale modalità di approccio all’esposizione sulle stesse asset class, le classificazioni alternative tra cui i modelli factor-based e objective-based registrano rispettivamente incrementi fino al 30% e al 25%.
  • Tuttavia dalla ricerca emerge in modo evidente che un cambiamento è già in corso: infatti il 39% degli intervistati negli USA e il 31% nell’area EMEA hanno già iniziato a utilizzare gli smart beta per affrontare il calo delle performance e il 76% degli intervistati rileva un miglioramento significativo nel raggiungimento degli obiettivi di lungo termine.

Anche se la volontà di scoprire nuove prospettive risulta evidente, gli investitori affrontano tuttora notevoli ostacoli nell’adozione di nuovi approcci.

  • Le istituzioni sono consapevoli della crescente necessità di trovare migliori modalità per raggiungere gli obiettivi in termini di performance di lungo termine, ma il cambiamento può essere lento. Tra gli ostacoli che tuttora persistono c’è la lentezza da parte delle istituzioni simili nell’adottare queste soluzioni (62%), le difficoltà ad ottenere il consenso del board (46%) e la mancanza di competenze interne (46%), tutti elementi che ostacolano il passaggio a un approccio strategico basato sui fattori.

“Molte istituzioni stanno combattendo con le diverse politiche di investimento che non soddisfano le loro esigenze”, ha commentato Lori Heinel, Chief Portfolio Strategist di State Street Global Advisors. “Questo cambiamento certamente non avverrà in tempi brevi, ma gli investitori dovranno sviluppare conoscenze e competenze adeguate, garantire il sostegno a partner e partecipanti, e bilanciare i loro obiettivi complessivi prima di fare il salto di qualità. Anche se siamo ancora nella prima fase di adozione di queste strategie a livello di settore, gli investitori che hanno adottato un approccio factor-based hanno ottenuto risultati positivi”.
L’indagine, condotta nel dicembre 2015 da FT Remark, ha coinvolto 400 investitori istituzionali, compresi fondi sovrani, piani pensionistici e fondazioni, compagnie di assicurazione e asset manager. Il report completo è disponibile qui.

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