Ripresa in vista per le internet company cinesi

I timori di un indebolimento della crescita in Cina e nelle economie emergenti hanno pesato sui mercati azionari sin dall’inizio dell’anno, penalizzando soprattutto le imprese tecnologiche cinesi. Il settore ha perso il 14% dal picco raggiunto nel quarto trimestre 2015, mentre nello stesso periodo il Nasdaq statunitense (un indice ad alto contenuto tecnologico) e l’MSCI Emerging Markets hanno ceduto, rispettivamente, il 6% e l’1,5%.

Il pessimismo sullo stato di salute dell’economia cinese appare eccessivo, soprattutto perché il Paese continua a espandersi a un ritmo più sostenuto rispetto alle altre grandi economie, e il suo governo si è dimostrato disposto a varare nuovi stimoli fiscali e monetari.

Le imprese tecnologiche cinesi dovrebbero beneficiare di una stabilizzazione delle condizioni economiche del colosso asiatico.

Le previsioni su cash flow e crescita degli utili per le società del settore appaiono sostenibili, specialmente in segmenti quali l’e-commerce, la pubblicità digitale, le agenzie di viaggi online e i giochi. Un’ulteriore fonte di espansione, inoltre, è rappresentata dalla diffusione dei modelli di business basati sui dispositivi mobili sia nel settore manifatturiero che nei servizi.

In aggiunta, le Internet company Alibaba e Baidu beneficeranno dell’inclusione negli indici MSCI, che dovrebbe avvenire a maggio. Lo scorso novembre MSCI ha annunciato che le due imprese erano tra le 14 società cinesi quotate negli Stati Uniti che sarebbero state inserite nell’indice cinese e in quello relativo ai mercati emergenti globali.

L’inclusione porterà il peso delle società Internet nell’indice dal 14% al 23% circa.

Quale primo passo, MSCI ha aggiunto le società agli indici con un peso pari alla metà della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante (il valore delle azioni in circolazione) rilevata al 1 dicembre 2015, e implementerà la seconda fase il 31 maggio 2016 in occasione della revisione semestrale. Si stima che, in seguito a tali cambiamenti, questi 14 titoli potrebbero ricevere investimenti fino a USD 70 miliardi da parte dei fondi passivi che replicano detti indici.

L’indice MSCI China include tradizionalmente solo titoli quotati al di fuori della Cina continentale. Pechino ha spinto per l’inserimento dei titoli nazionali negli indici MSCI allo scopo di attirare capitali ed elevare il proprio status globale, ma le restrizioni imposte agli investitori esteri hanno tenuto fuori dagli indici le A-share quotate sulle piazze continentali. MSCI dovrebbe riconsiderare la propria decisione sulle A-share in giugno.

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