Etp, gli afflussi sull’oro indicano un sentiment debole

a cura di Etf Securities

L’oro guida gli afflussi sui metalli preziosi a oltre 1.5 miliardi di dollari americani nel 2016. Gli ETP sull’oro fisico hanno registrato afflussi per la decima settimana consecutiva, raggiungendo il totale di 114.1 milioni di dollari americani. Gli asset ciclici, in particolare i mercati azionari, hanno avuto difficoltà a fare progressi, nonostante i recenti miglioramenti nell’attività economica globale. Gli stimoli aggressivi sia da parte della Banca Centrale Europea (BCE) che della Reserve Bank della Nuova Zelanda (RBNZ) comunque hanno sorpreso il mercato e dato nuova spinta al prezzo dell’oro, con gli investitori che ritengono che i tassi reali resteranno sotto pressione per un po’ di tempo.

L’argento, il platino e il palladio brillano più dell’oro. I metalli preziosi legati all’industria hanno sovraperformato l’oro la scorsa settimana, dinamica che sottolinea forse che il sentiment pessimista sta toccando il fondo. Gli investitori sembrano più prudenti e i gli afflussi sull’argento e il platino, registrati per la terza settimana consecutiva, hanno raggiunto i 43.1 milioni di dollari americani e i 12.5 rispettivamente. Il palladio ha registrato la migliore performance nel settore dei metalli preziosi, eppure è stato l’unico metallo a vedere deflussi netti nel corso del 2016. Ci aspettiamo che il momentum guadagni ritmo con una volatilità di mercato più moderata e un aumento della domanda industriale, rimanendo solide le vendite globali di automobili.

Il profit-taking negli ETP sul petrolio vede i maggiori deflussi da aprile 2015. L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha annunciato la scorsa settimana che i prezzi del petrolio hanno potenzialmente raggiunto un minimo. Gli investitori, ciononostante, non sembrano propensi a rischi elevati, e hanno disinvestito 67 milioni di dollari americani la scorsa settimana dagli ETP lunghi sul petrolio. Sia i prezzi del Brent che del WTI hanno visto il livello più alto dall’inizio di dicembre 2015, ma la volatilità resta elevata ed essi potrebbero vedere un’inversione di rotta dei guadagni, con la propensione al rischio fragile. Sebbene l’Energy Information Administration abbia riferito il primo calo su base annua in oltre quattro anni della produzione americana a dicembre 2015, le scorte sono a livelli record (dal 1982). L’aumento settimanale delle scorte inoltre è stato il più consistente mai registrato, indicando che la domanda resta insufficiente ad assorbire l’offerta.

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