Banche italiane, Credit Suisse taglia i target dopo gli stress test

La struttura di finanziamento delle banche italiane sta cambiando. Gli istituti, fanno notare gli analisti di Credit Suisse, stanno sostituendo le obbligazioni vendute alla clientela retail (a cauda del bailin orami non più attraenti) con fonti alternative di finanziamento, tra cui il Tltro II). Il calo dei costi di finanziamento sarà tuttavia compensato dalla pressione sui margine di interesse attesa per l’anno in corso e per il prossimo.

Credit Suisse ha poi effettuato un’analisi delle sofferenze in carico ai principali istituti italiani che implica perdite dell’1,6% per Intesa SanPaolo e del 2,2-2,3% per Unicredit, Ubi Banca e Mps derivanti dalla Probability of Default del 85-86% delle sofferenze stesse. Inoltre, gli stress test fatti da Credit Suisse implicano che Intesa SanPaolo e Ubi sarebbero in grado di cancellare un ulteriore 10-15% del loro portafoglio di non performing loans (Npl) lordo e mantenere così i livelli di solvibilità. In uno scenario simile (ulteriori perdite del 10% su Npl), l’istituto elevetico stima però rischi per i dividendi di Unicredit (2,3 miliardi di euro la stima per il 2016 e per il 2017) e mette in discussione l’adeguatezza di Mps.

Alla luce di tutto ciò, gli analisti di Credit Suisse giudicano outperform Intesa SanPaolo e Ubi Banca con target price rispettivamente a 3,30 euro e 4,70 euro (quest’ultimo tagliato però dai precedenti 8,50 euro). Mentre valgono un neutral Unicredit ed Mps con obiettivi rispettivamente a 4,20 euro (ridotto dai precedenti 4,60 euro) e 0,60 euro (tagliato dai precedenti 1,90 euro).    G.R.

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