La correlazione tra petrolio e mercati finanziari ha raggiunto l’apice?

A cura di Tobias Merath, Head of Cross Asset and AI analysis, Credit Suisse
Mercati finanziari in attesa del prossimo impulso I mercati azionari globali si sono ripresi dalle perdite di inizio T1, ma la ripresa sta perdendo un po’ del suo slancio. Saremmo propensi ad affermare che i driver principali stanno mandando ancora messaggi contraddittori. Da un lato, giungono segnali di un miglioramento della crescita tanto in Cina quanto negli USA. Dall’altro, le previsioni sugli utili sono abbastanza fiacche e le banche centrali potrebbero apparire un po’ meno accomodanti nel prossimo futuro. In tempi recentissimi, anche le consuete correlazioni, come il forte rapporto tra prezzi del petrolio e mercati azionari, sembrano attenuarsi. È frustrante ma sarà difficile lasciarsi alle spalle il periodo di trading laterale volatile all’interno di un intervallo piuttosto ampio finché il mercato non riceverà un nuovo impulso significativo. Questo potrebbe, ad esempio, manifestarsi attraverso un’importante ripresa degli utili o della crescita. Tuttavia, nessuna delle due ipotesi appare probabile in questa fase ed è per questo che confermiamo il nostro parere neutrale sulle azioni globali.
Le correlazioni degli asset con il petrolio sono state forti negli ultimi mesi. Negli ultimi mesi, il prezzo del petrolio è risultato essere il driver più importante per la performance dei mercati finanziari. La correlazione tra mercati azionari e petrolio è stata fortemente positiva, con entrambi i mercati che hanno evidenziato rialzi e flessioni in modo quasi del tutto sincronizzato. Viceversa, la correlazione tra prezzi del petrolio e mercati obbligazionari è risultata notevolmente negativa. Calcolando il coefficiente di correlazione tra i diversi mercati finanziari e il petrolio, e collocandoli in un contesto storico emerge che la correlazione, per quanto elevata in termini di parametri storici, non risulta ai massimi di tutti i tempi. In passato ci sono stati periodi in cui il legame tra prezzi del petrolio e performance
dei mercati finanziari è risultato anche più forte. Tut tavia, cosa interessante, potrebbe anche darsi che la forte correlazione tra petrolio e mercati azionari abbia ora superato l’apice; nelle ultime due settimane abbiamo rilevato diverse sessioni di trading in cui i mercati azionari sono scesi a fronte invece di un rialzo dei prezzi del petrolio e viceversa.
Cosa c’è alla base della correlazione tra petrolio e mercati finanziari? Riteniamo che la forte correlazione tra la performance del mercato finanziario e il greggio provenga principalmente dall’influenza dei prezzi del petrolio sulle aspettative dell’inflazione e dalla sua relazione con la crescita economica. Il calo nel prezzo del petrolio da sopra
USD 100 al barile (bbl) a metà 2014 a sotto USD 30/bbl a inizio 2016 ha rappresentato un movimento molto significativo. Come tale ha influenzato le previsioni sull’inflazione e le azioni delle banche centrali di tutto il mondo.
A un livello attorno a USD 30/bbl, società e paesi produttori di petrolio si sono trovati sottoposti a tensioni significative che hanno influenzato direttamente la performance dei mercati azionari e obbligazionari in quei settori e in quei paesi. Con i prezzi del petrolio che hanno raggiunto livelli di tensione, la correlazione tra petrolio e mercati azionari ha toccato nuovi massimi, dato che le previsioni sugli utili per le compagnie legate al petrolio hanno cominciato a finire sotto pressione e i mercati finanziari in generale hanno interpretato i prezzi inferiori del petrolio come un segnale di una possibile sostanziale decelerazione della crescita economica (particolarmente in Cina). Nelle ultime settimane, tuttavia, le previsioni di crescita si sono riprese e, grazie a ciò, i prezzi del petrolio hanno registrato un rimbalzo dai loro minimi.
Contestualmente, i prezzi del petrolio sono tornati a trattare al di sopra di USD 40/bbl raggiungendo livelli molto meno pericolosi per i produttori di petrolio. I dati sul posizionamento suggeriscono che i primi produttori stanno utilizzando i livelli attuali a copertura di parte della loro produzione. Il fatto che i prezzi del petrolio non siano più a livelli allarmanti è stato positivo per le azioni e, di conseguenza, anche la correlazione tra prezzi del petrolio e mercati azionari è rimasta alta durante il rimbalzo. Esiste una relazione analoga tra petrolio e reddito fisso. Quando i prezzi del petrolio sono scesi così in basso, le previsioni sull’inflazione sono diminuite sostenendo il reddito fisso e viceversa.
La correlazione ora probabilmente ha superato l’apice Per quanto tempo può durare lo stretto legame tra petrolio e mercati finanziari? I dati storici mostrano che la correlazione tra petrolio e mercati finanziari ha un andamento ciclico, in altre parole è forte in certi periodi e molto debole in altri. Più di recente, pare che il legame abbia cominciato a indebolirsi e riteniamo che la correlazione sia destinata a ridursi ulteriormente. La correlazione tra petrolio e mercati finanziari è risultata massima quando i prezzi del petrolio hanno toccato livelli estremi. Quando i prezzi del petrolio sono scesi verso USD 30/bbl alcuni produttori di petrolio hanno dovuto veramente combattere per sopravvivere.
Il livello di tensione è apparso decisamente ai limiti. In tale situazione anche un minimo miglioramento dei prezzi del petrolio innescherebbe un significativo relief rally a livello azionario, dando origine a una forte correlazione. Tuttavia, ora che i prezzi del petrolio hanno raggiunto livelli più accettabili per i produttori, anche il grado di correlazione dovrebbe normalizzarsi, in altre parole dovrebbe diminuire. Dunque, andando avanti, sembra che i prezzi del petrolio torneranno a essere meno importanti per i mercati finanziari. Altri driver come i dati sugli utili per le azioni o i tassi di default in ambito corporate dovrebbero riacquistare importanza.

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