I diamanti saranno i migliori amici dei portafogli?

A cura di Evelyne Pflugi, co-gestore del fondo Julius Baer Multistock Energy Fund di Gam
Un diamante è per sempre, si sa, ma, prendendo in considerazione il crollo dei prezzi delle gemme grezze ( -40% negli ultimi tre anni), i timori legati alla domanda retail cinese e il flusso di notizie sui blood diamonds è  facile per gli investitori trascurare una serie di opportunità d’investimento. Secondo gli ultimi dati dell’istituzione del mercato, Rapaport, i prezzi delle pietre preziose stanno cominciando a stabilizzarsi in seguito al restringimento dell’offerta. L’indice 1-carat GIA-graded diamonds di Rapaport è cresciuto dell’1,4% nel I trimestre del 2016, proseguendo il trend positivo degli ultimi mesi dell’anno scorso. DeBeers, il maggior fornitore di diamanti al mondo per valore, ha riportato ad aprile che la domanda di gemme preziose è stata finora “significativamente più forte” rispetto alla fine dello scorso anno.
Sia DeBeers che il suo principale rivale, Alrosa, concordano nel prevedere un eccesso di domanda di diamanti rispetto all’offerta dell’1% nel 2017 e del 2% nel 2018. E questo creerà probabilmente un calo dell’offerta entro la fine del 2018. Inoltre, la probabile chiusura di diverse grandi miniere di diamanti nel decennio successivo al 2018 potrebbe portare a un calo della produzione.
La domanda di diamanti è sempre stata intrinsecamente connessa alla loro limitata offerta e per molti, il prestigio dei diamanti deriva dalla loro stessa scarsità. Tuttavia, il settore ha vissuto un periodo difficile negli ultimi anni. Il rallentamento della domanda al dettaglio, in particolare in Cina, ha causato un calo degli ordini da parte dei gioiellieri che si è tradotto a sua volta in un accumulo delle scorte delle società di lavorazione e lucidazione. Player come De Beers hanno quindi risposto chiudendo alcune miniere e riducendo i prezzi per i diamanti grezzi.
Dinanzi all’incremento della domanda però, le giacenze di magazzino verranno esaurite nel giro dei prossimi 6-12 mesi, spingendo di nuovo in alto i prezzi dei diamanti lavorati. Di conseguenza, ci sono i presupposti per una situazione profittevole per le società di taglio e lucidazione e, con l’aumento dei guadagni, gli acquisti di diamanti grezzi aumenterà, livellando verso l’alto il punto di equilibrio tra domanda e offerta per il mercato.
Con la graduale riduzione delle scorte inoltre, ci aspettiamo un rally, pur sempre con della volatilità, dei prezzi nel 2017 per i diamanti grezzi pari a circa il 10%, seguito da un ulteriore balzo nel 2018.
Per quanto riguarda le nostre preferenze d’investimento, apprezziamo la canadese Stornoway Diamonds, che ha un rischio Paese più basso rispetto ai competitor sudafricani, la britannica Firestone Diamonds, pronta a iniziare i lavori in una delle più grandi miniere di diamanti presenti in Africa entro la fine del 2017 e ad avviare la produzione entro la fine del 2017, perfettamente in tempo con un rialzo dei prezzi.
Infine un’altra compagnia britannica, Petra Diamonds, attraente per il suo track record di consegna sui volumi e sulla qualità delle pietre. Il settore nel complesso è molto sottovalutato sulla base di un’erronea convinzione, vale a dire che i diamanti rientrino negli stessi driver di domanda e offerta cui sono soggette altre materie prime.
Di certo ci sono ancora rischi che potrebbero peggiorare il nostro outlook per il settore. Ad esempio, l’ascesa del mercato delle gemme sintetiche e la situazione economica problematica di Brasile e Cina, due tra le regioni che più sostengono gli acquisti. Tuttavia, crediamo che la riduzione dell’offerta di diamanti dovrebbe comunque controbilanciare qualsiasi potenziale riduzione della domanda, soprattutto alla luce della mancanza di investimenti nell’attività di esplorazione.

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