Wall Street è prossima ai massimi e resta l’incertezza geopolitica

A cura di Banca Intermobiliare

Dopo che negli ultimi mesi sono rientrate diverse preoccupazioni che avevano generato la fase di forte avversione al rischio di inizio anno, la settimana scorsa potrebbe essere stata decisiva superare un’altra criticità, la tenuta del sistema bancario italiano, che ha pesato sui mercati, soprattutto su quelli europei, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016.

La soluzione “di sistema” messa in campo con il fondo Atlante segna un passo in avanti probabilmente decisivo per eliminare gli elementi di incertezza sulle prospettive del sistema bancario del nostro Paese:
– da un lato mette in sicurezza l’esecuzione degli aumenti di capitale;
– dall’altro permette un approccio più disciplinato e meno penalizzante al problema della gestione delle sofferenze sui crediti.

Un tassello importante ancora mancante è l’intervento normativo per accelerare i tempi delle procedure fallimentari e, quindi, di recupero delle garanzie. Un’azione rapida a questo riguardo darebbe un contributo fondamentale per migliorare i prezzi di cessione delle sofferenze e sarebbe pertanto un passaggio determinante per il processo di rafforzamento del sistema (su questo aspetto potrebbero essere già decisive le prossime ore dato che sono attese a breve novità dal Governo).

Un altro fattore dell’ultima ora positivo per i mercati è rappresentato dalla reazione al fallimento del meeting di Doha in merito al taglio/congelamento della produzione di petrolio. Per quanto sia stato di aiuto lo sciopero in Kuwait (che sta determinando una riduzione della produzione giornaliera di quasi 2 mln di barili), il fatto che il prezzo del petrolio abbia repentinamente recuperato dalla immediata reazione negativa al mancato accordo tra i paesi produttori rafforza l’ipotesi che si sia entrati in una fase di progressiva stabilizzazione.

L’altro tema del momento è la reporting season americana: l’avvio è stato positivo con una prevalenza di sorprese positive, soprattutto sul fronte degli utili, ma non va dimenticato che un contributo determinante arriva dal forte taglio delle stime che ha caratterizzato la prima parte dell’anno. Continuiamo a pensare che i risultati del primo trimestre possano influenzare l’andamento di breve, ma difficilmente saranno determinanti sulle prospettive di medio termine dei mercati.

In questo contesto sicuramente più costruttivo rispetto a qualche mese fa, un elemento di attenzione è rappresentato dal livello di alcuni mercati core, in primo luogo Wall Street: l’S&P500 si trova ormai a meno di due punti percentuali dal record assoluto ed al momento si fa un po’ fatica a trovare gli elementi per una importante e sostenibile rottura al rialzo, sia che si guardi allo scenario macro sia che si faccia riferimento all’andamento degli utili (nelle ultime settimane la combinazione del rialzo della Borsa e del taglio delle stime ha riportato il P/E forward in area 17x, livello prossimo ai massimi registrati esattamente un anno fa).

Tra l’altro va tenuto a mente che con il netto rientro delle tensioni sui mercati finanziari è destinato prima o poi a tornare di attualità il tema del rialzo dei tassi di interesse da parte della FED.
A questo riguardo crediamo che il mercato sia di nuovo troppo disallineato nelle aspettative in merito al percorso di rialzo dei tassi: la probabilità di un incremento dei tassi a giugno si mantiene inferiore al 20%, mentre dal nostro punto di vista rappresenta una possibilità tutt’altro che remota, soprattutto se dovesse proseguire la fase positiva.
Una FED che vira nuovamente verso un atteggiamento meno accomodante, soprattutto in rapporto a quelle che sono le aspettative dei mercati, potrebbe costituire un elemento di disturbo per una Borsa che è ritornata ai massimi storici.

L’altro potenziale elemento di disturbo, per di più difficilmente ponderabile, è rappresentato dagli aspetti geopolitici. Su questo fronte una buona dose di incertezza riguarda l’Europa, in primo luogo con il referendum sulla Brexit, ma senza dimenticare la problematica della gestione dei flussi migratori (sui cui non si vedono reali progressi) e la latente minaccia dell’ascesa delle forze populiste (tra l’altro si tratta di temi tra di loro tutti correlati).

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