Occhi puntati sulle convertibili

Mantenendo i tassi di interesse a breve termine vicini allo zero, le banche centrali stanno provando ad allontanare gli investitori da asset associati al mantenimento del capitale nell’azionario. A nostro parere, in un’epoca caratterizzata da titoli di stato sovraprezzati e da azioni convenienti ma altamente volatili, le obbligazioni convertibili sono ben posizionate e rappresentano un buon compromesso tra queste due classi di attivi in quanto offrono rendimenti di lungo termine simili a quelli dell’azionario, con una volatilità due volte più bassa e, inoltre, non hanno alcuna correlazione con i titoli di Stato.

E’ quanto sostiene Nicolas Cremieux, gestore del fondo Mirabaud Convertible Bonds Global da poco insignito delle 4 stelle Morningstar – secondo cui è il momento di aggiungere obbligazioni convertibili al portafoglio, soprattutto perché la convessità di tale asset class è fortemente aumentata. L’importante, ovviamente, è che un fondo convertibile consenta agli investitori di diversificare un portafoglio obbligazionario e ottenere un’esposizione al mercato azionario, traendo vantaggio dal mercato primario attivo e scegliendo le convertibili che permettono di combinare il miglior profilo asimmetrico e il più alto potenziale di rialzo dell’azionario.

Negli ultimi 20 anni, coloro che detenevano obbligazioni convertibili per un rolling period di tre anni hanno avuto una probabilità del 90% di ottenere rendimenti positivi. Ciò significa che un’allocazione in convertibili non dovrebbe essere considerata come tattica, bensì come un investimento strategico.

Le convertibili continuano a garantire performance ibride, a metà tra quelle delle azioni e delle obbligazioni. Guardando avanti, poi, diversi fattori rafforzano la nostra convinzione secondo cui le convertibili garantiranno performance aggiustate per il rischio eccellenti qualsiasi sarà la situazione sul mercato azionario.

Noi abbiamo analizzato due possibili scenari che potrebbero verificarsi nel corso di un anno: nello scenario al rialzo vediamo un ritorno che si aggira approssimativamente attorno al +10,5%, mentre nel caso più negativo il ribasso è stimato solo attorno al -4,5%. In generale, poiché riteniamo si ottengano performance addirittura migliori utilizzando un approccio attivo, sosteniamo che, i un periodo di tre anni, un fondo sulle convertibili debba essere in grado di catturare i 2/3 di qualsiasi rialzo sul mercato azionario, ma solo 1/3 delle perdite.

Da un punto di vista settoriale, puntiamo innanzitutto su settori di consumo non ciclici come telecomunicazioni (Telecom Italia, KPN) e sanità (Fresenius, Qiagen). In periodi in cui i mercati sono volatili, tali settori infatti sembrano più difensivi. Al secondo posto, grazie ad azioni sottostanti alle obbligazioni convertibili convesse molto convenienti (Safran, Bekaert, Airbus), vediamo il comparto industriale. Il settore finanziario, infine, si colloca in terza posizione, con il comparto Real Estate che rappresenta la parte preponderante (Unibail, Beni Stabili, Grand City Properties).

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