Russia, ecco come l’apprezzamento dell’oro può aiutare la Banca Centrale

A cura di Yann Quelenn analista di Swissquote
 
Il rublo ai massimi sul dollaro Usa e il rimbalzo dei prezzi delle materie prime hanno certamente contribuito ad assicurare un po’ di sollievo ai Paesi dell’Est le cui entrate fiscali dovrebbero aumentare nel breve termine. Il recente rimbalzo delle commodity, in mezzo ai suoi effetti sul rallentamento dell’inflazione (ora al 7,2% annuo) sta rafforzando la valuta russa contro il dollaro, effetto assai gradito in quanto la maggiorparte delle esportazioni di petrolio russo sono denominate in dollari.
Pur tuttavia, non si può escludere che ulteriori subbugli sul mercato degli idrocarburi o eventuali rialzi da parte della Fed espongano nuovamente la Russia ad una forte svalutazione aumentando le pressioni inflattive.
Si capisce bene dunque perchè uno degli obiettivi principali della politica russa possa essere quello di avere sempre meno come moneta di riferimento il dollaro per i suoi scambi internazionali in quanto in grado di minacciare la stabilità dei prezzi del Paese. Il risultato è che Elvira Nabiullina, Presidente della banca centrale russa, ha già chiarito che costituisce una priorità per Bank Rossii il fatto di aumentare le riserve di oro e forex di 500 milioni di dollari.
Per il momento gli asset ammontano a 390 miliardi di dollari e mentre anche i prezzi dell’oro sono previsti al rialzo, crediamo che entro la metà del 2017 possano arrivare a 500 miliardi di dollari. L’apprezzamento dell’oro sta certamente aiutando la banca centrale a togliere un po’ di pressione dal rublo. Pertanto siamo ribassisti sul cambio USDRUB con obiettivo di breve termine a 64.

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