Arriva “la niña”: un sostegno per le quotazioni delle commodity agricole

A cura di David Donora, responsabile materie prime di Columbia Threadneedle Investments

Da qualche tempo sostengo che il settore delle materie prime agricole è destinato a registrare un significativo aumento dei prezzi. L’interrogativo che ci poniamo è se il rialzo sia destinato a proseguire oppure se i prezzi torneranno a scendere una volta a vviate le colture nell’emisfero settentrionale. A nostro avviso, l’insieme delle condizioni che rendevano il settore interessante è ancora presente e destinato a perdurare per qualche tempo.

I fattori determinanti in questo quadro sono la transizione in atto da El Niño a La Niña, il posizionamento degli investitori, il dollaro e i prezzi contenuti. Il più importante di essi è di gran lunga il passaggio da El Niño a El Niño, che produrrà una maggiore variabilità delle condizioni climatiche nell’emisfero settentrionale in estate, durante la fase cruciale della stagione di crescita del frumento, del mais e della soia. Maggiore variabilità significa più intemperie, con il rischio di danni ai raccolti in diverse regioni di Stati Uniti, Europa ed ex Unione Sovietica. Ciò farebbe seguito ai recenti problemi meteorologici che hanno interessato Brasile e Argentina, due paesi intenti attualmente a ridurre, rispettivamente, la produzione di mais e soia.

A oggi il mercato ha sottoponderato o assunto posizioni short sul settore per via della tendenza al ribasso nel lungo periodo; tale posizionamento è stato inoltre sostenuto da un aumento significativo delle scorte e dalle aspettative di un raccolto abbondante nel 2016, tale da mantenere o accrescere questo surplus. Da un lato vi sono molti consumatori con una copertura insufficiente che hanno effettuato acquisti alla giornata. Dall’altro vi è una folla di operatori che sarà costretta a inseguire questi mercati al rialzo. Se, come prevediamo, quest’anno la Fed attuerà non più di un aumento dei tassi, la forza del dollaro sarà probabilmente moderata, riducendo uno dei maggiori ostacoli degli ultimi anni.

Questo periodo prolungato di prezzi contenuti ha avuto conseguenze importanti, poiché ha favorito una maggiore parsimonia nel processo di produzione, con un uso più accorto di sementi, fertilizzanti, macchinari e un miglioramento delle tecniche di allevamento. Ciò, a sua volta, contribuisce ad accentuare la contrazione della produzione a fronte di condizioni non ideali e più generalmente nel tempo.

Inoltre, la domanda continua a crescere e presenta una discreta elasticità al prezzo, che concorre a riportare l’equilibrio sui mercati. Nel breve periodo siamo ottimisti su farina di soia, frumento, caffè, zucchero e in misura minore mais. In questi mercati le condizioni rimangono favorevoli a rialzo dei prezzi. Manteniamo invece un assetto da neut rale a ribassista sul bestiame, come avviene ormai da alcuni mesi. Per gli investitori azionari e obbligazionari, i produttori di sementi, fertilizzanti e attrezzature che sono sopravvissuti alle ultime tre annate di magra si ritroveranno probabilmente in un contesto migliore delle attese e dovrebbero evidenziare un minor rischio al ribasso rispetto a prima, e possibilmente un significativo potenziale di rialzo, se le condizioni dovessero persistere.

 
 

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