Niente panic sell, l’Europa chiude sui massimi

a cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

Chiudono intorno alla parità e sui massimi di seduta gli indici europei dopo gli attacchi a Bruxelles di questa mattina. Il sentimenti è stato certamente appesantito dalle notizie che arrivavano dalla capitale belga, ma l’impressione è che sui mercati non si sia diffuso il panico e il terrore che abbiamo visto in altre occasioni simili. Questa circostanza potrebbe essere riconducibile a diversi fattori, tra cui spicca una certa preparazione del mercato a simili notizie, dopo gli eventi che hanno scosso Parigi nel corso del 2015. In maniera piuttosto fredda, potremmo dire che il mercato si sta sempre più tristemente “abituando” a episodi di questo tipo. Le tensioni sono rientrate nel pomeriggio.

L’attenzione degli operatori rimane rivolta a questo punto ai dati macro, utili per capire quanto reale sia il rischio di un forte rallentamento globale. In proposito, le notizie arrivate da Bruxelles oggi hanno offuscato i molti dati in agenda nella zona euro. La stima flash degli indici PMI di marzo è stata lievemente superiore al consenso, così come l’indice IFO sulla fiducia delle imprese tedesche. Un po’ di delusione è arrivata dall’indice ZEW, salito meno delle attese nella parte prospettica e con la componente corrente in controtendenza. Deludente è stata anche la stima flash dell’indice PMI manifatturiero di marzo statunitense, salito molto meno del consenso (a 51,4 pt da 51 pt, contro attese di 52,4 pt). Il dato più importante rimane quello degli ordini di beni durevoli in agenda giovedì. Se dovesse confermarsi positivo, potrebbe rispolverare le aspettative di un triplice rialzo dei tassi da parte della Fed nel corso del 2016.

Tra i mercati, la fase di risk off, dopo una fiammata in apertura di contrattazione questa mattina, è andata poi smorzandosi nel corso del pomeriggio sino ad annullarsi del tutto. Sul fronte valutario, lo yen ha perso gran parte del terreno guadagnato stamane, mentre rimane depressa la sterlina. Per quest’ultima le vendite potrebbero essere riconducibili proprio a quanto accaduto a Bruxelles. Gli attacchi terroristici potrebbero aver rafforzato la visione anti-europeista in vista del referendum del 23 giugno. I sostenitori della campagna del NO da sempre hanno criticato la troppa apertura della Ue in tema di politica sull’immigrazione. Complice di ciò, secondo quanto riportato dalla nostro Cfd, le probabilità di una permanenza della Gran Bretagna all’interno della Ue oggi si sono ridotte al 63% dal 67% della scorsa settimana.

Gli indici europei sono riusciti a strappare quasi tutti il segno più in chiusura, notizia questa che lascerebbe pensare che il peggio ormai è alle spalle. Il Ftse Mib potrebbe quindi provare un nuovo test all’area dei 19 mila punti, livello che, se superato, potrebbe aprire a un allungo in direzione di 20.000-20.400 punti.

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