“Tassi più bassi di solito incoraggiano i consumi e gli investimenti, ma a partire dalla grande crisi finanziaria questo meccanismo ha smesso di funzionare come ci si attendeva e, se i tassi bassi non riducono il risparmio e non spingono gli investimenti, la politica monetaria diventa inefficace, bloccandoci in un “mondo zero”: zero crescita, zero inflazione e zero rendimenti”. Questo l’avvertimento di Yves Longchamp, Head of Research di Ethenea Independent Investors (Schweiz) AG, che poi aggiunge: “Tassi a zero significa che dobbiamo risparmiare di più per poter contare su un determinato tenore di vita quando lasceremo il lavoro attivo”.
Per quanto riguarda l’Italia e il sistema bancario, il recente discorso di Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, è stato rassicurante: le sofferenze sono sufficientemente coperte da collaterali, il deterioramento della qualità del credito si è attenuato, mentre i pignoramenti legati ai crediti deteriorati (NPL) stanno accelerando. Tuttavia bisogna restare prudenti, perché non sappiamo quanto siano buoni e liquidi i collaterali e perché l’attenuarsi del deterioramento significa che lo stock di NPL continua a crescere anche se più lentamente. Infine, le nuove norme sembrano destinate a coprire soltanto i nuovi NPL e non quelli preesistenti.
Secondo le ultime stime, il credito delle famiglie di recente è risalito, mentre quello alle imprese ha continuato a diminuire dall’inizio della crisi dell’euro. La conseguenza diretta è un basso tasso di investimento nell’economia. Gli investimenti sono diminuiti dal 22% del PIL a meno del 17% tra il 2007 e oggi. Tuttavia, per far sì che le banche siano più disponibili a concedere credito all’economia reale e rilanciare il ciclo degli investimenti, è fondamentale che il problema dei crediti deteriorati sia risolto il prima possibile.