Draghi esclude l’helicopter money

A cura di Davide Marone, Senior Analyst Fxcm
Come da attese tutto invariato sul fronte di manovre concrete da parte della Banca Centrale Europea e sarebbe stato francamente difficile aspettarsi un esito diverso alla luce del massiccio interventismo annunciato da Francoforte poco più di un mese fa. In quell’occasione, Draghi & Co avevano tagliato l’intero corridoio dei tassi, espanso il QE da 60 a 80 miliardi di euro su base mensile ed annunciato 4 LTRO alle banche. Pertanto alla vigilia erano le parole del governatore e la sua interpretazione degli accadimenti ad essere sotto la luce dei riflettori, più che eventuali ed improbabili annunci. E in tal senso qualche concetto forte il banchiere centrale lo ha certamente espresso su 3 punti chiave: il primo, rivendicando come di fatto l’unico attivo ed efficace policy maker dell’Eurozona sia stata la BCE, con chiari rimandi (in accezione di accuse) ai Governi. Il secondo, del medesimo taglio, in risposta ai recenti dissensi sollevatisi in Germania (in particolare dal Ministro dell’Economia Schaeuble) riaffermando che la BCE rispetta i trattati e che agisce nell’interesse di tutta l’area economica e non solo della Germania. Il terzo, escludendo categoricamente l’ipotesi ventilata da qualche settimana sul cosiddetto “helicopter money.
Le reazioni dei mercati sono state miste: gli indici azionari sono stati piuttosto neutrali, il bund tedesco ha tentato leggeri recuperi dalle ultime discese (si tratta comunque di movimenti relegabili a dinamiche intraday), mentre l’eurodollaro ha evidenziato una buona volatilità. Le dinamiche che lo hanno riguardato non sono lontanamente paragonabili a quelle dello scorso 10 marzo (precedente meeting BCE), quando nello spazio di poche ore il cambio si era deprezzato di 150 punti per poi riapprezzarsi di oltre 400, ma sono comunque ad esse assimilabili, per logica più che per portata, nel momento in cui anche oggi gli acquisti lo hanno sostenuto inizialmente portandolo dalla soglia di 1,13 al livello di 1,14, dal quale si sono poi riattivate ampie vendite in grado di ricondurre il cambio sotto i livelli della mattinata (1,1280). Con una chiusura giornaliera a tale livello è verosimile attendersi nuove discese, con affidabili conferme tecniche che potrebbero giungere però solo sotto 1,1230.

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