Abu Dhabi chiama, l’Italia risponde con oltre 200 aziende

Si è svolto questa mattina  il primo Milano-Abu Dhabi Business Forum, organizzato da EFG Consulting, società di consulenza strategica per l’internazionalizzazione nel medioriente, fondata e presieduta dal Prof. Giovanni Bozzetti, referente unico per l’Italia della Camera di Commercio di Abu Dhabi.

Il forum rappresenta una concreta possibilità per le aziende italiane di mettersi in mostra e aprirsi al mercato del golfo arabo con reciproci investimenti. Oltre al Prof. Bozzetti, per l’occasione saranno presenti, in via eccezionale, i vertici della Camera di Commercio di Abu Dhabi, il Presidente S.E. Mohamed Thani Al Rumaithi, il Vicepresidente S.E. Ebraheem Mahmood Al Mahmood e il Direttore Generale S.E. Mohamed Helal Al Muhairi a capo di una delegazione di oltre trenta tra i più importanti imprenditori locali, tra cui il CEO di Khalifa Fund, il CEO di Abu Dhabi Ports, il CEO di Media Zone Authority & Twofour54, il CEO di Abu Dhabi Tourism, i Chairmen di Gulf Oil Field Services e di Afhad Holdings. Significative anche le presenze di Emirates Global Aluminum, della Vice Chairperson dell’Abu Dhabi Businesswomen Council e di altri importanti gruppi industriali.

Molte le aziende italiane che si sono accreditate per le one to one ancora in corso: da  Boscolo e Bulgari Hotel,  alle pizzerie milanesi Spontini, dalla  prestigiosa gastronomia Peck, ai Fratelli Rossetti, dal  gruppo Percassi, alla Banca Popolare di Sondrio e al Fondo Quercus, da Chateu D’Ax a Uno Più solo per citarne alcune.

Il valore del settore petrolifero era stimato in 128 miliardi di dollari nel 2014, un calo di 8,5% rispetto ai 140 del 2013. Il contributo del settore petrolifero all’economia nazionale è così passato dal 55% nel 2013 al 51% nel 2014. “Gli Emirati Arabi Uniti e, in particolare l’emirato di Abu Dhabi – dichiara Giovanni Bozzetti – stanno mostrando di essere un contesto di sviluppo per ben altri settori anche grazie al fatto di essere il principale hub logistico mondiale. La previsione di crescita dell’economia “non-oil” di Abu Dhabi è stimata fra il 6 e l’8 per cento per I prossimi 20 anni, per arrivare al 65% nel 2030”.

Sette i settori di prevalente interesse per l’export italiano: real estate e costruzioni; trasporti  e logistica; ospitalità e turismo; moda e gioielleria; design e arredo; ristorazione ed gastronomia; media e entertainment per un mercato che nel 2015 valeva 46 miliardi di dollari, con una crescita dell’11% rispetto all’anno precedente.

Il prodotto italiano – aggiunge Bozzetti – gode di un largo prestigio in tutto il Paese e gli esportatori italiani possono sempre più guardare agli Emirati come un trampolino di lancio per la penetrazione commerciale in altri mercati del Golfo e del Medio Oriente oltre che del sub continente indiano”.

Le attività immobiliari rappresentano la più alta percentuale di investimenti diretti esteri nell’emirato, per un volume pari a 7 miliardi di dollari, seguito dal settore dell’industria manifatturiera con 3,5 miliardi e il settore acqua ed elettricità con circa $ 2 miliardi (Fonte: Dipartimento per lo Sviluppo Economico di Abu Dhabi). Il comparto della moda è anche uno dei più promettenti per gli investimenti da parte di imprese italiane, grazie al grande appeal dell’Italian style non solo per la categoria extra lusso. Anche il turismo rappresenta un settore in forte crescita, anche in vista di Expo Dubai 2020: ad Abu Dhabi sono in costruzione circa 150 alberghi 3 e 4 stelle.

Il crollo del mercato petrolifero, passato da 140 miliardi di dollari nel 2013, ai 128 miliardi nel 2014, ha fatto sì che gli Emirati Arabi Uniti puntassero ad una diversificazione delle attività economiche.

Gli Emirati si confermano il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane in Medio Oriente e Nord Africa. Nel 2015 l’export italiano ha superato i 5,5 miliardi di euro; le importazioni dagli EAU sono invece state pari a 826 milioni di euro circa (fonte EIU febbraio 2016). L’export italiano è costituito prevalentemente da arredamento,  meccanica strumentale, metallurgia e moda.

La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati è in costante aumento. Attualmente sono presenti oltre 160 società con propria filiale negli emirati e circa 20 – attive nel manifatturiero e nella distribuzione – sono invece localizzate nelle zone franche. Quanto ai dati sui singoli settori, per il food & beverage si segnala che gli Emirati importano il 90% dei prodotti e la richiesta italiana è in continua crescita (3000 centri solo ad Abu Dhabi). Per l’arredamento nel 2014 si è verificato un aumento delle esportazioni, che ammontano a 162,5 milioni di euro, rispetto a 152,5 milioni di euro nell’anno precedente. (Rapporto Info mercati esteri a cura dell’Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti d’Italia).

La sicurezza nell’investire ad Abu Dhabi in particolare – conclude il Prof. Bozzetti – è data anche dal fatto che l’emirato è sede di uno dei principali fondi sovrani a livello mondiale: ogni anno, circa il 70% di qualsiasi avanzo del bilancio statale viene devolto all’Abu Dhabi Investment Authority, il secondo più grande fondo sovrano al mondo, con 773 miliardi di asset a partire dal 2015 e investimenti diversificati. Negli ultimi 5 anni gli investimenti diretti esteri ad Abu Dhabi sono arrivati a circa 30 miliardi di dollari”.

 

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