Cina, petrolio, Banche centrali: le valute come bussola per orientarsi

di John Kicklighter, currency strategist Fxcm

Le questioni più attuali a livello globale sono molto note ma trarne spunti operativi resta decisamente più complesso. Da questo punto di vista, le valute possono rappresentare un utile strumento per investire sugli eventi macroeconomici di maggiore attualità.

Ascesa e declino della Cina, il dollaro australiano come benchmark: il rallentamento dell’economia cinese e la volatilità del suo mercato domestico hanno avuto grande risonanza mediatica. Per investire sul sistema Cina, l’approccio più diretto sembrerebbe essere quello di puntare direttamente sugli asset del Paese: sussistono però radicate barriere all’investimento e la manipolazione dei mercati è un problema ancora attuale. Un affidabile punto di riferimento può essere però il dollaro australiano. Pechino, infatti, è il principale consumatore di materie prime su scala planetaria, e l’Australia è notoriamente tra i maggiori produttori di commodities – quali carbone e ferro – che più in assoluto contribuiscono alla crescita economica del Dragone. Per questo motivo, mentre i principali benchmark del mercato cinese hanno mostrato notevole erraticità ed altissima volatilità, il cambio Aud/Usd (dollaro australiano/dollaro statunitense) mantiene enorme regolarità nella contrattazione.

Petrolio e commodities, le correlazioni del WTI con lo Usd/Cad: il clamoroso crollo del prezzo del petrolio è stato solo il più eclatante di una serie di storni diffusi nel settore commodities. Se, da un lato, sussiste il rallentamento dell’economia globale a spiegare il calo del prezzo, dall’altro si è verificato un notevole squilibrio nelle condizioni di domanda-offerta dell’oro nero. I futures rappresentano lo strumento per antonomasia di investimento sul petrolio, come quelli sul WTI (West Texas Intermediate); ad essi sono però associati costi rilevanti così come rigide scadenze. I cambi valutari costituiscono  pertanto una valida e più economica alternativa, come dimostrato dal cambio Usd/Cad (dollaro statunitense/dollaro canadese) che conserva una significativa correlazione con il WTI. Laddove gli Stati Uniti hanno incrementato il loro output in maniera rilevante, il commercio tra essi ed il Canada è ancora principalmente fondato proprio sul petrolio. La correlazione tra il WTI e il CadUsd (inverso di Usd/Cad) si è dimostrata ferrea.

Bce e BoJ senza freni, riflettori sull’Euro/Dollaro: il quadro attuale della politica monetaria globale non ha precedenti nella storia con l’adozione di una serie di interventi straordinari al fine di arrestare la recessione innescata dalla crisi finanziaria. I programmi di acquisto dei titoli, estesi nei copiosi prestiti al settore bancario, e i tassi negativi sono stati concepiti per scacciare fantasmi come la deflazione. Per chi opera sul mercato Forex, le politiche monetarie hanno rappresentato l’opportunità di cogliere trend di rilievo quali quello del dollaro americano, dell’euro e dello yen. Si è, infatti, riscontrata una risposta contraddittoria alle eccezionali misure intraprese da Francoforte, basti guardare all’andamento dell’indice tedesco Dax. Espansione del QE, tassi ulteriormente negativi e nuovi programmi di prestiti al settore bancario avrebbero dovuto teoricamente sostenere la sua quotazione, mentre la percezione degli investitori è più orientata verso l’idea che i costi di queste operazioni possano essere superiori agli eventuali benefici. Gli effetti sul valore dell’euro sono stati molto simili e riflettono assolutamente la medesima dinamica dell’indice tedesco. Il forte apprezzamento del cambio Eurodollaro è in tal senso piuttosto eloquente. La Fed mantiene invece una certa moderazione nell’approccio di politica monetaria e ciò ha condotto a iniziali rafforzamenti del biglietto verde, solo di recente parzialmente rientrati.

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