Interpretazione della realtà per i sostenitori della Brexit

A cura di Christopher Dembik, economista di Saxo Bank
Al fine di rassicurare gli elettori, le argomentazioni dei sostenitori della Brexit sono principalmente due. La prima consiste nell’affermare che l’incertezza legata all’uscita dall’Unione Europea sarà di breve durata e impatterà solo marginalmente l’economia britannica. La seconda, ancora più fondamentale, si basa sull’idea che l’uscita spingerà verso un nuovo accordo con l’Unione, più vantaggioso per il Regno Unito.
Analizziamo la prima ipotesi: se il Regno Unito uscirà dall’UE, i sostenitori della Brexit sono consapevoli del fatto che, nel breve termine, il paese sarà vittima di consistenti attacchi speculativi. L’unica possibilità della Banca centrale per arginare questo rischio potrebbe essere quella di aumentare i tassi, penalizzando tuttavia in tal modo le dinamiche di crescita.
Ciononostante, i sostenitori dell’uscita dall’UE ritengono questo fattore un elemento di breve termine, credendo fermamente nella solidità, in effetti concreta,  dei fondamentali britannici che dovrebbe permettere al paese di superare questo periodo di transizione.
Tutto ciò dimenticando, però, che tale incertezza non si estinguerà fino a quando non verrà raggiunto, ratificato e attuato un nuovo accordo con l’Unione Europea, il che potrebbe richiedere molto tempo. Quando la Groenlandia ha votato a favore dell’indipendenza dalla Danimarca lasciando l’Unione Europea, i negoziati si trascinarono per tre anni per un unico elemento di disaccordo: le quote relative alla pesca. L’accordo di libero scambio tra il Canada e l’Unione Europea ha richiesto ben sette anni per essere completato e non è ancora stato ratificato. Anche per il Regno Unito, quindi, dovremmo realisticamente aspettarci un processo così lungo e complicato.
Finché le aziende britanniche non avranno un’idea certa di quali saranno le proprie condizioni commerciali con l’Unione europea, tenderanno sicuramente ad astenersi dall’investire e dall’assumere.
Il primo argomento non regge. E il secondo?
I sostenitori della Brexit sostengono che lasciare l’Unione permetterà loro di mantenere tutti i vantaggi del mercato comune, senza subirne gli inconvenienti. In altre parole, non contribuendo al bilancio europeo e senza dover accettare la libera circolazione delle persone. A causa delle strette relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Unione Europea, coloro che patteggiano per l’uscita dall’UE stanno scommettendo sul fatto che l’Europa veda come suo migliore interesse quello di fare concessioni. Ma si tratta di un’utopia. Inoltre, le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Regno Unito non sono messe diversamente e il progetto del trattato transatlantico è in fase di negoziazione da ben tre anni.
Infine, i sostenitori della Brexit sembrano dimenticare un punto cruciale: le esportazioni europee verso il Regno Unito rappresentano solo il 3% del PIL europeo, mentre le esportazioni britanniche verso l’UE generano fino al 13% del PIL del paese. Un rapporto di forze economiche decisamente sproporzionato a favore dei cittadini europei.

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