Rischi legati alle incertezze politiche

A cura di Andreas Koester, responsabile di MultiAsset Investing di Ubs Asset Management 
I cittadini americani e quelli del Regno Unito saranno chiamati a un voto importante nei prossimi mesi. A giugno il Regno Unito deciderà con un referendum se rimanere o meno all’interno dell’Unione Europea mentre, a novembre, gli americani voteranno il successore di Barack Obama. Inoltre, in Germania il cancelliere Angela Merkel sta fronteggiando l’opposizione al programma pro-migranti del suo partito CDU (cristiano-democratico), tanto a livello interno quanto su scala europea.
ll comune denominatore di questi eventi è che si tratta di potenziali fonti di incertezza, fattore che gli attori del mercato di solito non apprezzano. Negli Stati Uniti, il dibattito tra gli aspiranti Presidenti, finora, ha affrontato piuttosto superficialmente la discussione relativa ad azioni politiche vere e proprie e si è concentrato maggiormente sulla ricerca di consenso, come era lecito aspettarsi in queste prime fasi. Nel Regno Unito il dibattito pubblico sta prendendo forma intorno ai due schieramenti, e tutto ciò sta promuovendo un’analisi di costi/benefici sull’opportunità di rimanere all’interno di un’Europa riformata o di uscirne alla ricerca di una maggiore sovranità nazionale.
All’interno dell’Eurozona, Angela Merkel, il Capo di Stato verosimilmente più influente, sta vivendo un periodo di sfide nel tentativo di coordinare la questione regionale dei rifugiati. Anche se l’elettorato tedesco non è chiamato a eleggere un nuovo Governo prima del 2017, le ultime elezioni regionali hanno mostrato che il partito della Merkel non naviga in buone acque, mentre il partito Alternative für Deutschland (AfD), critico nei confronti della questione sui migranti, sta recuperando consensi. Le scelte e il ruolo di leadership del cancelliere sono stati cruciali per preservare l’unità sia dell’Unione Europea sia dell’Eurozona durante le fasi di crisi degli ultimi anni e la diminuzione della sua influenza potrebbe incrementare i timori sulle prospettive dell’area euro.
L’incertezza politica ha la capacità di essere particolarmente dannosa per il sentiment degli investitori, a maggior ragione in un periodo di generalizzata fragilità economica, a livello globale, come quello che stiamo vivendo.
Continuiamo a rimanere all’interno di un contesto caratterizzato da bassa crescita, bassa inflazione, bassi rendimenti e molti segmenti di mercato presentano condizioni di liquidità limitata, il che rischia di far oscillare ulteriormente i prezzi degli asset. Se è vero che non è possibile controllare i rischi politici, è pur vero che gli investitori professionali dovrebbero avere gli strumenti per comprendere quando questi rischi possono portare a un periodo di forte incertezza sui mercati e aggiustare l’esposizione di conseguenza.
Dal nostro punto di vista, continuiamo a posizionarci in maniera relativamente prudente. Il nostro punto di partenza rimane un posizionamento neutrale sugli asset più rischiosi, anche se ci riserviamo la possibilità, in ogni momento, di spostarci in direzione di sottopeso o di sovrappeso, a seconda dell’individuazione di possibili opportunità d’investimento. I rischi politici sono stabilmente al centro del nostro radar. Proprio a causa dell’incertezza legata agli sviluppi politici e del loro impatto, cerchiamo più che mai di adottare un approccio flessibile, aumentando o diminuendo i nostri posizionamenti, con l’obiettivo di ridurre le perdite in periodi di significativo calo dei mercati.

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