Outlook secondo semestre: il pericolo arriva dagli Usa

A cura di Fondaco Sgr

I mercati Finanziari Le ultime settimane sono state caratterizzate da un generale incremento della propensione al rischio degli investitori, alimentata da una stabilizzazione ed un graduale recupero del prezzo del petrolio, notizie migliori delle attese dall’economia cinese ed un atteggiamento ancora relativamente accomodante da parte della Federal Reserve. Tutte le principali classi di attività rischiose hanno conseguito un apprezzamento significativo nel corso del mese: i mercati azionari sono tornati in prossimità dei livelli di inizio anno, con un risultato particolarmente positivo da parte di quelli in via di sviluppo, mentre in ambito obbligazionario la relativa stabilità dei tassi di interesse, accompagnata da un sensibile restringimento degli spread, ha favorito il settore del credito, in particolare HY, ed il debito dei paesi emergenti. In controtendenza rispetto al tono positivo dei mercati, gli strumenti indicizzati all’inflazione hanno subito, nel complesso, una modesta contrazione, riflettendo la mancata accelerazione dei prezzi al consumo nel primo trimestre dell’anno. Negativa è stata, anche, la performance dei titoli di Stato dell’area Euro, dove lo spread tra emittenti core e periferici è cresciuto, penalizzando dalle tensioni indotte dalle difficoltà del settore bancari in Italia e dalla complicata situazione politica in Spagne e Portogallo. Relativamente ai mercati valutari, infine, si è arrestato il movimento di apprezzamento dell’Euro, soprattutto nei confronti del Dollaro statunitense, in moderato recupero rispetto ai recenti livelli minimi dell’anno.

Il quadro macroeconomico Le principali rilevazioni macroeconomiche pubblicate nelle ultime settimane hanno offerto un quadro relativamente misto: la situazione è risultata migliore delle aspettative in Cina mentre particolarmente marcato, viceversa, è stato il rallentamento della crescita statunitense. Nel primo trimestre dell’anno la dinamica dell’economia cinese ha beneficiato delle misure espansive intraprese dalle autorità locali, conseguendo una crescita del PIL in linea con le aspettative e registrando un incremento delle produzione industriale e del saldo della bilancia commerciale superiore alle attese. Il percorso di transizione in atto, insieme alle sfide ed i rischi che questo rappresenta per il paese, rimane il tema dominante per le prospettive di medio e lungo periodo ma i dati recenti testimoniano la volontà ed, in questo caso, l’efficacia delle autorità locali di gestire tale processo nella maniera più graduale possibile, utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione e limitando l’impatto sulla volatilità dei mercati a livello internazionale. Diversamente, negli Stati Uniti, tutte le rilevazioni di questi primi tre mesi dell’anno sono state deludenti (ad eccezione del mercato del lavoro), evidenziando una crescita economica modesta rispetto ai trimestre precedenti e pressioni inflazionistiche ancora relativamente contenute, nonostante i crescenti livelli di occupazione. Il deterioramento del contesto finanziario determinato dal relativo rafforzamento del Dollaro, dalla volatilità dei mercati finanziari e dalla maggiore avversione al rischio degli investitori ha avuto sicuramente un impatto negativo negli ultimi mesi. Il quadro di complessivo rimane sostanzialmente positivo, soprattutto alla luce della stabilizzazione dell’economia internazionale e della dinamica estremamente positiva del mercato del lavoro e considerando la ormai consueta stagionalità negativa caratteristica dei ciclo economico statunitense, anche se sarà importante monitorare l’evoluzione degli elementi di debolezza emersi e la conseguente reazione della Federal Reserve nei prossimi mesi. Nell’area Euro, infine, la situazione appare positiva, moderatamente migliore delle aspettative a livello complessivo, ma sempre in un contesto di crescita effettiva e potenziale contenuta e minacciato dalla difficoltà di alimentare una giusta pressione sui prezzi al consumo, minando le aspettative inflazionistiche di medio e lungo periodo e, di conseguenza, la propensione ad investimenti e consumi. Alcuni dei fattori che maggiormente hanno sostenuto la ripresa in questi mesi, ed in particolare l’indebolimento dell‘ Euro e l’effetto positivo sul reddito disponibile del crollo del prezzo del petrolio, sono ora esauriti e non facilmente ripetibili. La dipendenza ancora significativa dall’evoluzione dell’economia internazionale ed il livello elevato di disoccupazione, infine, rappresentano elementi strutturali che continueranno a pesare nel medio periodo, aggravati dall’inadeguatezza della risposta politica alle difficoltà economiche e sociali degli ultimi anni.

L’outlook di Fondaco Sgr I principali elementi di incertezza che hanno pesato negativamente sull’evoluzione dei mercati in questi primi mesi dell’anno, la debolezza del prezzo del petrolio ed il rallentamento della crescita cinese, hanno recentemente allentato la loro morsa: è sicuramente ancora presto per tirare un sospiro di sollievo ma è possibile intravedere qualche segnale di speranza. La autorità cinesi sembrano avere la possibilità di scongiurare un rallentamento brusco della crescita ma non sarà un processo né semplice né dall’esito scontato mentre il prezzo del petrolio continuerà, probabilmente, a subire le oscillazioni indotte diversi fattori, domanda e offerta ed interessi socio-politici, ma potrà mostrare una volatilità più contenuta rispetto al recente passato. Un eventuale rallentamento della crescita statunitense rappresenta il maggiore fattore di rischio nel breve e medio periodo, poiché l’impatto a livello globale sarebbe sicuramente pesantemente negativo, ma le probabilità di una contrazione significativa nei prossimi mesi appaiono ancora contenute. Le prospettive per i mercati finanziari rimangono, però, incerte e non particolarmente positive, condizionate da prospettive di crescita economica limitate, valutazioni relativamente elevate (soprattutto in ambito azionario e sul mercato statunitense in particolare) e margini di manovra sempre più limitati per le diverse banche centrali. Anche se l’attuale fase di volatilità contenuta e buona propensione al rischio degli investitori potrebbe proseguire nelle prossime settimane, offrendo ulteriori limitate opportunità di creazione di valore, alcuni importanti elementi di incertezza potranno pesare nel breve periodo, primo fra tutti il referendum britannico del prossimo 23 giugno. Lo scenario principale, quindi, rimane caratterizzato da mercati privi di una precisa direzionalità di medio periodo, alternando fasi di relativa stabilità a nuovi possibili momenti di incremento dell’avversione al rischio, ed una sempre maggiore asimmetria tra premi per il rischio e volatilità attesa in tutte le principali classi di attività, rendendo indispensabile un approccio agli investimenti dinamico e attento alla protezione del portafoglio.

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