Dopo Brexit la difesa è il miglior attacco. I settori privilegiati di Ubi Pramerica

A cura di Emilio Franco, Vice Direttore Generale e Responsabile Investimenti Ubi  Pramerica SGR

Il quadro complessivo si è chiaramente deteriorato, in seguito all’inattesa decisione degli elettori britannici di votare per l’uscita del Paese dall’Unione Europea. L’incertezza sugli sviluppi futuri dal punto di vista politico, macroeconomico, della politica monetaria, e dei mercati stessi rappresenta paradossalmente la costante dei prossimi mesi. I rischi sono aumentati, sebbene lo shock abbia una dimensione prevalentemente regionale, in grado di intaccare la crescita economica in modo significativo in Inghilterra e, meno pesantemente, nel resto di Europa, ma non tale da minacciare gli USA e il resto del mondo. I canali di trasmissione saranno rappresentati dalla fiducia di imprese e famiglie e l’eventuale restringimento delle condizioni finanziarie causato dall’allargamento dei premi per il rischio. La principale “assicurazione” nel breve contro il verificarsi di un avvitamento in un pericoloso circolo vizioso fra economia e mercati è rappresentata dall’azione delle banche centrali.

In logica di allocazione settoriale, privilegiamo alcuni dei comparti tradizionalmente difensivi, più che per ragioni di natura top down sulla base di opportunità propriamente legate alla analisi bottom up. In particolare, abbiamo in sovrappeso i “consumer staples, nello specifico i sotto comparti del food retail, che offre cash flow stabili e buona visibilità del business a valutazioni ancora accettabili, e il beverage, con una focus sul tema della concentrazione in atto sul mercato globale della birra. Sinergie commerciali e di costo dovrebbero essere in grado di sostenere la dinamica degli utili anche in ipotesi di sorprese negative sulla crescita macro. Considerazioni simili valgono anche per il gruppo dell’healthcare, nell’ambito del quale abbiamo esposizione a società con pipeline solide non pienamente apprezzate dal mercato.

Siamo sovraesposti anche a un settore non tradizionalmente difensivo, l’Energy. Questo settore è stato oggetto di una prolungata revisione al ribasso delle stime di utili in sintonia, con la prolungata discesa delle quotazioni del prezzo del petrolio; tale revisione si è concretizzata in una marcata sottoperformance che sta iniziando ad essere riassorbita. Valutazioni, aumento delle aspettative di redditività, progressivo riassorbimento dell’eccesso di offerta sul mercato della commodity, posizionamento da parte degli investitori sono il probabile vento in poppa per i prossimi mesi.

Gli screening di valutazione e l’estrema sottoperformance assoluta e rispetto al mercato segnalano l’opportunità di prestare attenzione al comparto bancario, non solo di Euro Zona, sul quale continuano però a gravare dinamiche operative molto negative.

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