Giorni di fuoco tra Brexit ed elezioni in Spagna?

A cura di Jenny Rodgers, M&G Investments
I mercati hanno di recente registrato fasi di volatilità elevata, che in alcuni casi sono stati interpretati dai commentatori come conseguenza delle aspettative mutevoli relative all’esito del referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’Unione Europea.  La settimana scorsa i mercati azionari hanno accusato perdite a livello globale, mentre gli asset considerati come “beni rifugio”, quali i mercati delle obbligazioni governative dell’area G7, hanno messo a segno un balzo in avanti. L’oscillazione valutaria più considerevole è stata data da un apprezzamento dello yen giapponese, mentre la sterlina ha perso terreno.
Anche se si è avuta l’impressione di una settimana negativa, la volatilità registrata non è stata inusuale in un contesto come quello recente. L’instabilità relativa ai timori di crescita e al prezzo del petrolio a dicembre/gennaio, il “lunedì nero” della Cina e buona parte del quarto trimestre del 2014, hanno tutti avuto un impatto più considerevole rispetto alla volatilità recente.
Ho visto di peggio
Verrebbe da pensare che le oscillazioni di mercato avrebbero dovuto essere più estreme, data la copertura mediatica, ma persino senza le oscillazioni odierne, il FTSE All Share si trova all’incirca dove si trovava sei mesi fa.
Nulla di straordinario
I rendimenti di sterlina e gilt sembrano più sostanziosi, anche se è difficile distinguere i movimenti recenti da tendenze più durature. Ad ogni modo, siamo tendenzialmente scettici quando un mercato appare più preoccupato di un altro rispetto a un problema in  particolare. Al di là dei cliché sul fatto che gli obbligazionisti siano più prudenti, e delle regole generali su come i cali della sterlina diano impulso ai profitti societari nel Regno Unito (che dovrebbero ad ogni modo avere un impatto maggiore sull’indice FTSE 100 rispetto all’indice All Share), cosa potrebbero sapere gli investitori in obbligazioni e valute che gli investitori in azioni non sanno?
Obbligazioni e sterlina più preoccupati del FTSE
Che differenza fa un weekend?
Dopo un fine settimana di pausa e riflessione, i mercati hanno aperto la prima seduta della settimana in modo più ottimistico.  La sterlina ha recuperato terreno, i mercati azionari hanno aperto in rialzo e i rendimenti obbligazionari sono cresciuti, in larga misura registrando un’inversione di quanto successo la scorsa settimana. Ciò illustra perfettamente fino a che punto le fluttuazioni di breve termine siano determinate dal sentiment e dalle reazioni emotive degli investitori. Le notizie fondamentali sottese non sono cambiate.
Nel tentativo di spiegare quanto successo, è sempre facile fare un elenco degli eventi chiave della settimana e supporre che essi siano la causa degli eventi. Lunedì mattina la “notizia” di una leggera variazione nei sondaggi è citata come parte del motivo di recupero degli asset di rischio. Tuttavia, non possiamo sapere con certezza se  la sensazione di calma di lunedì mattina sia dovuta alle variazioni nei risultati dei sondaggi sulla Brexit. Di fatto, visto che tutti si sono affrettati a sottolineare quanto siano poco affidabili i sondaggi, alla luce dell’esperienza delle elezioni generali nel Regno Unito, è forse più probabile che i prezzi siano semplicemente calati in modo eccessivo la scorsa settimana, portando alcuni investitori a concludere che gli asset di rischio fossero allettanti.
Il lungo termine: i fondamentali
Cosa succederebbe ai fondamentali, anche se conoscessimo i risultati dei voti? Non si puoi mai avere alcuna certezza. Molti economisti temono che un voto a favore dell’uscita del Regno Unito dall’UE possa provocare declassamenti delle aspettative di crescita del PIL britannico. Ma tale punto di vista potrebbe cambiare se la debolezza della sterlina agisse da elemento di impulso all’economia, o se i politici reagissero a una situazione economica potenzialmente più debole con nuove politiche di espansione. I membri del gruppo “Economisti per la Brexit” sembrano convinti che lasciare l’UE sia positivo per l’economia, tramite una spinta al commercio condotta in ottemperanza alle norme dell’OMC. C’è mai stata un’occasione in cui gli economisti si sono trovati tutti d’accordo?
Il lungo termine: i prezzi
Inoltre, non possiamo conoscere le tempistiche di come reagiranno i mercati finanziari al voto sulla Brexit. Secondo il parere convenzionale, un voto per l’uscita provocherebbe un indebolimento della sterlina, un ribasso dei rendimenti obbligazionari e un’ondata di vendite sui mercati azionari. Ma questi pareri non ci dicono nulla circa l’entità o i tempi delle oscillazioni. Ignorano anche dove siano già arrivati i prezzi.
A venerdì 17 giugno, la sterlina era già scesa di oltre il 10% rispetto all’euro da metà novembre, il rendimento dei gilt decennali era passato dal 2% all’1,15% quest’anno. IL FTSE100 aveva ceduto appena l’1,3% quest’anno, mentre il FTSE small cap era sceso del 3%. Questi movimenti hanno avuto luogo in un periodo durante il quale i sondaggi sono cambiati, rispecchiando una probabilità superiore di un voto a favore della Brexit. Ciò significa che potremmo concludere che la conferma di un voto pro-Brexit implichi l’ulteriore verificarsi di tali situazioni? Significa forse che se il Regno Unito vota per rimanere nell’UE si verificherà un’inversione di questi movimenti?
Il lungo termine: tutto il resto
Sfortunatamente, fare previsioni sui mercati finanziari è raramente così semplice. La risposta a queste domande deve includere il presupposto che tutto il resto rimanga invariato. Ma quello che invece sappiamo con certezza è che saremo sempre sorpresi dagli eventi e che potrebbe avvenire qualcos’altro a modificare la propensione al rischio degli investitori in qualsiasi momento. Tra le incognite note ci sono le elezioni in Spagna due giorni dopo il voto sulla Brexit e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti a novembre. Novembre potrebbe anche sembrarci distante ma probabilità variabili relative a un evento di grande importanza possono provocare turbative con largo anticipo rispetto all’evento stesso. La visita di Donald Trump in Scozia giovedì sarà una scusa perfetta per i giornalisti per concentrarsi sulle elezioni statunitensi.
La cosa migliore che possiamo fare è mantenere la calma, adottare un approccio di  medio termine, investire in asset sensati e in grado di tollerare la volatilità. Le obbligazioni sembrano ancora meno allettanti di quanto non fossero a inizio anno. In molti casi le azioni sembrano leggermente più interessanti. Un’ulteriore volatilità dovrebbe generare nuove opportunità per gli investitori che sono pronti a prendere decisioni di fronte all’incertezza. La volatilità potrebbe essere legata alla Brexit, a Trump o a qualcos’altro che non sappiamo già!

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